#9 (Bambino) – Ucciso. Trovato anche il corpo della madre suicida

Bimbo di otto anni trovato morto
«È omicidio: sul corpo tagli e ferite»
Si continua a cercare la madre, una 40enne di Ponteranica. Il cadavere scoperto in un prato alle 23 di giovedì. Gli inquirenti: «Colpito con un oggetto contundente»

La tenda dove si erano accampati mamma e figlio (foto Fabio Paravisi) shadow
Un bambino di 8 anni, Patrick Lorenzi, è stato trovato morto, alle 23 di giovedì, sul Monte Avaro, a Cusio, in Val Brembana. Il corpicino è stato scoperto in un prato dai carabinieri della compagnia di Zogno. Gli inquirenti parlano di ferite procurate con un oggetto contundente e tagli di cui è difficile stabilire la natura, cioè non sarebbero stati inferti con un coltello ma più probabilmente con un’arma improvvisata, forse un pezzo di legno. La Procura di Bergamo ha aperto un fascicolo per omicidio. Sono in corso le ricerche della madre, che era con lui. Si tratta di Jessica Mambretti, 40 anni, di Ponteranica, separata e con problemi di depressione. Ai Servizi sociali il suo nome risulta segnalato, ma da pochissimo tempo. Il bimbo frequentava le elementari del paese.

Madre e figlio si erano accampati mercoledì a circa 20 minuti di camminata dal rifugio, a fianco del sentiero 109, che conduce a Ca’ San Marco, in una zona inusuale per il campeggio. A dare l’allarme è stato un pastore della Valtellina. All’alba di giovedì ha notato la tenda con una luce all’interno, chiusa. «Verso sera, quando è ripassato – racconta venerdì mattina Oscar Paleni, gestore dell’albergo rifugio Monte Avaro – la tenda era ancora così. Chiusa e con la luce. Non si vedeva nessun movimento. Pensando che potesse trattarsi di qualcuno che si era sentito male, l’ha aperta e ha trovato la pila accesa, due zaini, uno più piccolo con alcuni giocattoli e un foglio: le spiegazioni di un farmaco antidepressivo. Ha trovato anche un cellulare con “Mamma” tra i numeri comparsi. Ha chiamato e la nonna del bambino gli ha spiegato che si trattava della figlia e del nipote. Piangendo, gli ha chiesto di chiamare i carabinieri perché la figlia stava passando un periodo difficile». Il pastore si è rivolto al rifugio e da lì è partita la telefonata al 112, che era già stato pre allarmato dalla nonna. Alle 23, il ritrovamento, a circa 200 metri dalla tenda, su un prato del Monte Foppa.
La gita con il sole
Patrick e la madre erano saliti al Monte Avaro mercoledì, con il primo giorno di bel tempo. Non si sa se siano passati dal rifugio, che è raggiungibile in auto. «Forse vedendo una fotografia potrei ricordarmeli – dice Paleni -, ma mercoledì era una bella giornata ed è girata parecchia gente. Non ci ho fatto caso». La tragedia dovrebbe risalire a prima di giovedì mattina, forse a mercoledì sera, quando era già buio, dato che all’interno della tenda c’era la pila accesa.

http://bergamo.corriere.it/notizie/cronaca/14_agosto_29/bambino-8-anni-morto-sull-avaro-si-cerca-mamma-era-depressa-3f309f00-2f40-11e4-ba33-320a35bea038.shtml

Bergamo, bambino di 9 anni trovato morto in montagna. Scomparsa la madre
Il piccolo è stato trovato privo di vita vicino ad una tenda montata a lato di un sentiero a 1850 metri di quota, sulle montagne della Valle Brembana. Scomparsa la madre quarantenne che pare soffra di depressione. Si sospetta omicidio suicidio

Un bambino di nove anni è stato trovato morto nella tarda serata di giovedì a Cusio, in alta Valle Brembana, nel bergamasco. La madre del piccolo, una quarantunenne di Ponteranica (Bergamo), non si trova. Madre e figlio erano arrivati in montagna nella mattinata di giovedì, sui Piani del Monte Avaro, dove si erano accampati con una tenda ai margini del sentiero 109 che porta alla Cà San Marco a poche centinaia di metri da un rifugio. A lanciare l’allarme è stato un pastore della zona verso le 22 di giovedì sera, dopo aver notato la tenda in una zona poco adatta al campeggio, a 1850 metri di altitudine. Secondo il racconto dei gestori del vicino rifugio, il pastore avrebbe aperto la tenda pensando ad un malore dell’occupante. Dentro avrebbe trovato due zaini e un foglio con le spiegazioni di un farmaco antidepressivo oltre ad un telefono cellulare, tramite il quale si è messo in contatto con i parenti della donna e del piccolo, sarebbero stati loro a chiedere di allertare i soccorsi.
A quel punto sul posto sono arrivati i carabinieri e gli uomini del soccorso alpino che hanno scoperto il corpo del piccolo in fondo ad una scarpata a qualche minuto di cammino dalla tenda. Sul corpo del piccolo sono state trovate numerose ferite, soprattutto sulle braccia, presumibilmente attribuibili ad un’arma da taglio, oltre ad un vistoso trauma al capo. Sarà comunque l’autopsia disposta dal magistrato a chiarire le cause del decesso. Già nella serata sono partite le ricerche della madre, proseguite per tutta la notte senza successo. Pare che la donna, separata dal convivente e disoccupata da anni, soffra di depressione. Allo stato attuale il sospetto degli inquirenti è che si tratti di un omicidio seguito da un suicidio. Stando a quanto hanno ricostruito gli investigatori, la madre si era allontanata da casa con il figlio senza avvertire nessuno.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/08/29/bergamo-bimbo-di-8-anni-trovato-morto-in-tenda-scomparsa-la-madre/1102240/

Bimbo ucciso, trovata morta la madre
«Sul corpo del piccolo tagli e ferite»
Jessica Mambretti soffriva di depressione. L’allarme, giovedì sera: Patrick, 9 anni, era in un prato. Il cadavere della donna è stato individuato venerdì poco dopo le 13

La tenda dove si erano accampati mamma e figlio (foto Fabio Paravisi) shadow
Un bambino di 9 anni, Patrick Lorenzi, è stato trovato morto, alle 23 di giovedì, sul Monte Avaro, a Cusio, in Val Brembana. Il corpicino è stato scoperto in un prato dai carabinieri della compagnia di Zogno e dagli uomini del Soccorso alpino. Gli inquirenti parlano di ferite procurate con un oggetto contundente e tagli di cui è difficile stabilire la natura, cioè non sarebbero stati inferti con un coltello ma più probabilmente con un’arma improvvisata, forse un pezzo di legno. La Procura di Bergamo ha aperto un fascicolo per omicidio. Venerdì, poco dopo le 13, è stato individuato anche il cadavere della madre, che era con lui.
Soffriva di depressione
Si tratta di Jessica Mambretti, 40 anni. Si era trasferita quattro anni fa da Pontida e viveva con Patrick in un appartamento in affitto in via Canera, a Ponteranica, a cento metri dalla casa del padre, Marco Lorenzi, dove stanno anche i genitori di lui. Lei e Marco non si erano mai sposati e si erano allontanati da tempo. Non erano in buoni rapporti, ma pare che l’uomo, titolare di un negozio di videogiochi in via Ruggeri da Stabello, a Bergamo, li mantenesse entrambi. Jessica Mambretti soffriva di depressione e da qualche tempo era in contatto con i Servizi sociali del Comune alle porte di Bergamo. Patrick frequentava le elementari del paese.

Madre e figlio si erano accampati mercoledì a circa 20 minuti di camminata dal rifugio, a fianco del sentiero 109, che conduce a Ca’ San Marco, in una zona inusuale per il campeggio. A dare l’allarme è stato un pastore della Valtellina. All’alba di giovedì ha notato la tenda con una luce all’interno, chiusa. «Verso sera, quando è ripassato – racconta venerdì mattina Oscar Paleni, gestore dell’albergo rifugio Monte Avaro – la tenda era ancora così. Chiusa e con la luce. Non si vedeva nessun movimento. Pensando che potesse trattarsi di qualcuno che si era sentito male, l’ha aperta e ha trovato la pila accesa, due zaini, uno più piccolo con alcuni giocattoli e un foglio: le spiegazioni di un farmaco antidepressivo. Ha trovato anche un cellulare con “Mamma” tra i numeri comparsi. Ha chiamato e la nonna del bambino gli ha spiegato che si trattava della figlia e del nipote. Piangendo, gli ha chiesto di chiamare i carabinieri perché la figlia stava passando un periodo difficile». Il pastore si è rivolto al rifugio e da lì è partita la telefonata al 112, che era già stato pre allarmato dalla nonna. Alle 23, il ritrovamento, a circa 200 metri dalla tenda, su un prato del Monte Foppa.
La gita con il sole
Patrick, che avrebbe compiuto 10 anni a febbraio, e la mamma erano saliti al Monte Avaro mercoledì, con il primo giorno di bel tempo. Non si sa se siano passati dal rifugio, che è raggiungibile in auto. «Forse vedendo una fotografia potrei ricordarmeli – dice Paleni -, ma mercoledì era una bella giornata ed è girata parecchia gente. Non ci ho fatto caso». La tragedia dovrebbe risalire a prima di giovedì mattina, forse a mercoledì sera, quando era già buio, dato che all’interno della tenda c’era la pila accesa. (seguono aggiornamenti)

http://bergamo.corriere.it/notizie/cronaca/14_agosto_29/bambino-8-anni-morto-sull-avaro-si-cerca-mamma-era-depressa-3f309f00-2f40-11e4-ba33-320a35bea038.shtml

Giallo in Val Brembana, trovati morti un bambino di 8 anni e la madre: la donna era depressa
I due dormivano in tenda sul sentiero che unisce il rifugio Monte Avaro alla Ca’ San Marco: all’interno farmaci antidepressivi. Il corpo del piccolo era stato scoperto qualche ora prima di quello della madre

Li hanno trovati a poche ore di distanza: prima Patrick, 8 anni, disteso senza vita su un prato dei piani del monte Avaro, in alta Val Brembana. Poi, nella tarda mattinata, Jessica Mambretti, 41 anni, il cui corpo è stato rivenuto dagli uomini del soccorso alpino in fondo a una scarpata a poca distanza da quello del figlio. Resta ancora da capire cosa sia successo in quella tenda isolata piantata vicino a un sentiero, in un luogo poco adatto per il campeggio. Bisogna capire chi e come ha ucciso Patrick, sul cui corpo a un primo esame medico sono state trovati segni di colpi e di ferite, probabilmente inferte con un’arma di fortuna, come un sasso o un bastone. E bisogna capire come sia morta la madre, una donna che negli ultimi anni sembra avere molto sofferto a causa della separazione dal suo ex compagno e della depressione in cui era sprofondata.

Quello che è certo è che le indagini continuano, guidate dal pm della Procura bergamasca Raffaella Latorraca, che ha aperto un fascicolo per omicidio e disposto l’autopsia sui corpi di madre e figlio. A dare l’allarme, nella tarda serata di giovedì, era stato un pastore del luogo. A colpirlo era stata proprio quella tenda sistemata in una strana posizione, con all’interno la luce accesa di una pila. Luce che il pastore aveva già visto, identica, all’alba, quando si era trovato a passare su quel sentiero. Pensando che un escursionista potesse essersi sentito male. l’uomo ha deciso di aprire la tenda, dove ha trovato due zaini, alcuni giocattoli, le spiegazioni d’uso di un farmaco antidepressivo. E un cellulare.

Quando ha digitato il numero corrispondente al contatto “mamma”, al pastore ha risposto la voce di una donna in lacrime che lo pregava di avvertire i carabinieri. La madre di Jessica sapeva che la figlia stava passando un periodo difficile. Le ricerche sono scattate immediatamente e il corpo del bambino è stato ritrovato quasi subito. Sul suo cadavere, disteso in in prato poco lontano dalla tenda, segni di lesioni inferte probabilmente da un corpo contundente che è stato forse rimediato sul posto.

Per tutta la notte e nella prima parte della giornata sono proseguite le ricerche della madre, con sentieri e scarpate battuti dagli uomini del soccorso alpino e dagli elicotteri dei carabinieri. In tarda mattinata anche Jessica è stata ritrovata: la donna era morta e il suo corpo giaceva in fondo a un dirupo. Gli inquirenti indagano a tutto campo e non si sbilanciano, ma la pista più probabile sembra per ora essere quella della tragedia familiare. La donna non si era più ripresa dalla separazione dal suo ex compagno e padre del bambino. Jessica, che soffriva di depressione, era stata presa in carico dai servizi sociali di Ponteranica, il suo comune di residenza. Sembra che proprio il timore che le assistenti sociali che la seguivano potessero toglierle la custodia del figlio Patrick fosse diventato, negli ultimi tempi, una vera e propria ossessione.

http://milano.repubblica.it/cronaca/2014/08/29/news/giallo_in_valbrembana_bimbo_di_otto_anni_trovato_morto_la_mamma_sparita-94622866/

Il bambino ucciso vicino alla tenda
L’ultimo Sms del papà: «Dove sei?»
Lo aveva scritto alla madre, trovata morta in un dirupo: «Temeva che gli assistenti sociali le portassero via Patrick». L’uomo: «Mi aveva risposto che era dalla sorella»

Quel piccolo era la sua vita. «Tutte le sue preoccupazioni, troppo spesso esagerate, erano concentrate su di lui», suggeriscono i parenti. Non stava bene, la mamma, forse temeva che i servizi sociali le portassero via il bambino: allora si è fatta seguire da lui su un ultimo sentiero in alta montagna, e lì, secondo i carabinieri, l’ha colpito più volte, con una pietra, lasciandolo senza vita su un prato. Poi si è lanciata lei, nel vuoto, per morire in fondo a un dirupo. È una tragedia che trova solo parziali spiegazioni in una depressione e in una situazione familiare che non si è mai risolta, quella che ha colpito due famiglie intere in provincia di Bergamo: gli inquirenti sono convinti che Gessica Mambretti, 41 anni, di Ponteranica, si sia suicidata dopo aver ucciso sui figlio Patrick Lorenzi, 9 anni, il viso tondo, sorridente, e i capelli un po’ lunghi.
Gessica era ancora viva mercoledì, alle 21,47. A quell’ora il padre di Patrick, con il quale aveva vissuto solo pochi mesi, le aveva scritto preoccupato: «Dove sei? Lui è con te?». Lei gli aveva risposto: «Sono da mia sorella». Ma a quell’ora madre e figlio erano già in auto verso Cusio, in alta Valle Brembana. Un solo zaino e una tenda azzurra, installata ai Piani dell’Avaro, in piena notte, su un prato che solitamente nessuno utilizza per campeggiare. Gessica e Patrick probabilmente non hanno mai dormito in quel posto. Alle 5,30 del mattino un pastore della Valtellina ha notato proprio la loro tenda, con una lampada da campeggio accesa, all’interno. E la sera alle 20 ha visto la stessa scena: nessuna reazione alla sua voce. Allora ha aperto la cerniera del piccolo riparo azzurro, trovandoci una scatola di psicofarmaci, una videocamera e un telefonino. Ha attivato la voce «mamma», sulla rubrica di quel cellulare, allertando la madre di Gessica. Poi ha chiamato il rifugista del monte Avaro, che ha dato l’allarme ai carabinieri e al soccorso alpino.

È servita un’ora e mezza, per svelare la tragedia. Il corpo di Patrick era adagiato su un prato, a venti minuti di cammino dalla tenda, senza vita: sul volto e sul collo i lividi dovuti ai colpi di una pietra, trovata tra i sentieri, e ancora al collo, alle mani e sul lato sinistro del volto, i tagli sanguinanti forse procurati con un pezzo di legno acuminato. «Una scena raccapricciante», secondo il carabiniere che l’ha trovato, un militare che vive nello stesso paese del piccolo e della madre, Ponteranica. Ieri, dopo mezzogiorno, il secondo ritrovamento: Gessica era in fondo a un dirupo alto una cinquantina di metri. Forse non è morta subito, ha avuto tempo, minuti, per capire che stava perdendo la vita. Forse, ma lo potranno dire solo le analisi dopo l’autopsia, aveva assunto psicofarmaci in dosi spropositate, prima di uccidere e di uccidersi. «Il mio piccolo non meritava di morire così», dice il papà, Marco, che a Bergamo gestisce un piccolo negozio di videogiochi. Poi aggiunge: «I miei angeli – al plurale – non meritavano quella fine. Per Gessica, Patrick era tutto, era il suo scudo, anche per tanti problemi».
Mamma e papà avevano provato a vivere insieme per pochi mesi, quando lui era nato. Poi si erano lasciati, e infine ritrovati ad abitare a un centinaio di metri di distanza, nella stessa via di Ponteranica. Il bambino aveva sempre un desiderio: «Provate a vivere insieme, andiamo in vacanza…». Così era accaduto quest’anno, con due settimane di mare a Rovigno, in campeggio. «Però lei aveva già tanta paura», dice il papà. Dalla primavera le assistenti sociali si occupavano della mamma, del papà e del loro rapporto con il bambino. «Temeva che glielo portassero via, ci avevano detto così», le parole di Marco. Dal Comune negano, anzi, secondo l’amministrazione si stava tentando di valutare al meglio la situazione, mettendo al centro proprio le difficoltà del piccolo. Dell’ultima vacanza è rimasta solo una foto: Patrick e Gessica in bici, sul pavimento bianco di una via di Rovigno. Lui sorridente, lei con lo sguardo che sembra non puntare l’obiettivo. L’ultimo sentiero inspiegabile ha portato via entrambi.

http://bergamo.corriere.it/notizie/cronaca/14_agosto_30/bambino-ucciso-alla-tenda-l-ultimo-sms-papa-dove-sei-7fca654c-3011-11e4-88f9-553b1e651ac7.shtml

Val Brembana, Gessica uccise i suoi due furetti prima di ammazzare il figlio e suicidarsi
Lunedì l’autopsia sui corpi della donna e del piccolo Lorenzi. L’ipotesi dell’omicidio-suicidio non sembra lasciare spazio a dubbi, ormai, anche se gli inquirenti attendono le due autopsie per avere certezza

BERGAMO – Prima ha ucciso i due furetti che si erano portati da casa e che lei aveva scelto anche come sua immagine del profilo su Facebook. Poco dopo si è accanita sul figlio Patrick, che avrebbe compiuto dieci anni a febbraio, colpendolo con una pietra alla testa. Poi Gessica Mambretti si è tolta la vita buttandosi in un dirupo. E’ questa la ricostruzione effettuata dagli inquirenti su quanto accaduto nella notte fra mercoledì e giovedì sui piani del monte Avaro a Cusio, in alta valle Brembana, nel Bergamasco.

Ulteriori conferme su quello che è ormai senza dubbio inquadrabile come un omicidio-suicidio dovrebbero arrivare dalle autopsie dei due corpi, che il sostituto procuratore bergamasco Raffaella Latorraca ha fissato per la mattinata di lunedì. Il piccolo Patrick aveva anche alcuni tagli ai polsi e l’esame autoptico servirà a spiegarne le cause. Per uccidere il figlio, la donna avrebbe utilizzato come arma una delle tante pietre che si trovano sul monte dove si erano accampati con la loro tenda (in una zona peraltro non ottimale per un campeggio). Di sicuro mercoledì sera Gessica era ancora viva: ha inviato quello che sarebbe stato il suo ultimo sms all’ex compagno Marco Lorenzi, papà di Patrick: “Siamo da mia sorella, non continuare a chiamare”, gli ha scritto alle 21,47. Ma non era vero.

La sorella di Gessica vive a Trezzo Sull’Adda, nel Milanese, dove gestisce un maneggio, mentre sua mamma abita a Capizzone e suo papà , ex fornaio, nella Bassa bergamasca. Invece mercoledì sera Gessica e Patrick si trovano a chilometri di distanza da tutti questi posti. Quel pomeriggio, con i due furetti, due zaini e una tenda azzurra, avevano lasciato la casa di Ponteranica e raggiunto con la Fiat Panda rossa (trovata posteggiata nel parcheggio di un ristorante) i piani del monte Avaro. Al ristorante vengono visti alle 17,30. “Dov’è un punto con un bel panorama e degli strapiombi?”, chiede Jessica al titolare.

Patrick verrà trovato dal Soccorso alpino oltre ventiquattro ore dopo, alle 23 di giovedì, a circa 300 metri dalla tenda. Ucciso il bimbo, ormai in balia di chissà quali pensieri, Gessica è salita fino a 2.100 metri dai 1.850 della tenda e si è lasciata cadere in un precipizio. Seguita dai servizi sociali di Ponteranica, temeva che le portassero via il bambino per via della sua depressione. Per questo ha deciso di portarlo con sé in montagna per l’ultima volta e farla finita per sempre.

http://milano.repubblica.it/cronaca/2014/08/30/news/val_brembana_al_setaccio_le_ultime_ore_della_donna_trovata_morta_con_il_proprio_bambino-94705310/

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