Italiano, accusato di avere ucciso la nipote con una balestra

Rimini, avvocato uccisa in casa
trafitta da un colpo di balestra
Monica Anelli di 40 anni, era appena rientrata in casa dal lavoro. Sorpresa nell’androne dall’assassino, che ha poi reciso i tubi del gas nel tentativo di fare esplodere la palazzina e inscenare un incidente. Si cerca uno zio, unico parente al momento irreperibile

Un avvocato civilista di 40 anni, Monica Anelli è stata trovata uccisa dal marito nella loro abitazione di Rimini, in via XXIII Settembre. Il corpo si trovava in fondo al pianerottolo nell’androne della palazzina, riverso a terra. L’ambiente era saturo di gas e una candela accesa ha fatto rischiare l’esplosione. L’intervento dei vigili del fuoco ha permesso di bloccare la fuoriuscita.

Secondo una prima ricostruzione sembra che la donna, rientrata dal lavoro tra le 12.30 e le 13, sia stata sorpresa dall’aggressore nell’androne di casa. Dopo una vivace discussione avrebbe cercato di fuggire, ma prima di guadagnare l’uscita sarebbe stata raggiunta da una freccia al collo. Un colpo partito da una balestra (foto di archivio) che non le ha lasciato scampo. Accanto al corpo la borsetta e la 24 ore che utilizzava per i documenti di lavoro. L’assassino, non appena commesso l’omicidio, sembra sia tornato sui suoi passi per staccare i tubi del gas e innescare una esplosione che, nei suoi piani, avrebbe dovuto fare saltare in aria la palazzina cancellando le tracce dell’omicidio o comunque alterando la scena del crimine. Per innescarla aveva acceso una candela, lasciandola bruciare sul pavimento e chiudendosi la porta alle spalle.

Si cerca uno zio della vittima, ingegnere piuttosto noto in città che con la moglie viveva al pian terreno della stessa palazzina e che risulta proprietario di una balestra. La squadra Mobile, diretta dal dottor Vitale, lo sta cercando come persona informata sui fatti. S’indaga su eventuali contrasti familiari per motivi economici.

http://bologna.repubblica.it/cronaca/2010/09/17/news/rimini_avvocatessa_uccisa_in_casa_colpita_con_un_colpo_di_balestra-7176226/?ref=HREC1-8

Rimini, ammazza la nipote con la balestra poi si uccide con una freccia

Monica Anelli, un avvocato di 40 anni, è stata trovata morta dal marito nella loro casa, trafitta con una freccia scoccata da una balestra. Ad ammazzarla lo zio Stefano, 62 anni, che è scappato e poi si è ucciso: l’hanno trovato in auto con una freccia nel petto

Rimini – Una balestra appesa ad un muro, un’arma fino a ieri soltanto un pezzo di arredamento kitsch. E’ quella che ha ucciso Monica Anelli, avvocato di 40 anni di Rimini, colpita a morte al collo da un dardo scoccato da quell’arma – oggetto che faceva parte della collezione dello zio. Quello zio, Stefano Anelli 62 anni, da subito irreperibile e cercato dalla Squadra mobile che si è tolto la vita in auto, sulle colline riminesi, con un’altra balestra della sua collezione.

La polizia l’ha trovato in serata, in località Santa Cristina, con una freccia conficcata nel torace. Come per concludere un rito assurdo, e per autoaccusarsi del delitto, aveva puntato l’arma da distanza ravvicinata contro se stesso. Monica quella balestra la vedeva ogni giorno da aprile, da quando si era trasferita nel suo nuovo appartamento di viale XXIII settembre. Era appesa sul pianerottolo, proprio dove é stata uccisa, probabilmente al termine di un litigio, avvenuto mentre stava rientrando in casa da lavoro, visto che aveva ancora con sé la borsa e la ventiquattrore dove teneva i documenti della sua professione.

Nel disegno dello zio, il piano era molto più ambizioso di quello che è stato attuato: dopo aver colpito la sua vittima con un dardo, fermandone il tentativo di fuga per le scale, ha infatti rotto i tubi del gas e lasciato una candela accesa. Il suo obiettivo era provocare un’esplosione (che avrebbe probabilmente distrutto la palazzina) per far sembrare la morte della donna un incidente domestico. Il disastro è stato però sventato dai vigili del fuoco, intervenuti perché allertati dai vicini che avevano sentito odore di gas.

Monica Anelli abitava in quella casa insieme al compagno, un carrozziere: insieme, progettavano di avere un figlio. Nella stessa palazzina, di proprietà della famiglia, solo un altro appartamento sfitto ed uno dove viveva lo zio paterno insieme alla compagna moldava.

Ingegnere molto conosciuto in città, Stefano Anelli, scrittore e pittore per hobby, da qualche tempo aveva comportamenti anomali, tali da pregiudicare anche i rapporti con i familiari. Per la Squadra mobile è diventato subito il personaggio chiave dell’omicidio. Oltre ad essere il vicino di casa e il proprietario di quella collezione d’armi antiche arricchita da balestre è stato anche l’unico dei parenti della vittima a risultare irreperibile. Testimoni l’hanno visto allontanarsi a fine mattina sulla sua ‘Seicento’. La vittima e lo zio, secondo quanto emerso, sarebbero stati in buoni rapporti, anche se la Squadra Mobile guidata da Nicola Vitale ha cercato subito di capire, attraverso i parenti, se potessero essere emersi screzi di varia natura.

I genitori di Monica, invece, si trovavano in Val d’Aosta per un breve periodo di vacanza. Erano partiti nei giorni scorsi proprio insieme a lei (seconda di tre figlie) ed al compagno. Loro, poi, erano tornati qualche giorno fa per riprendere il lavoro, lasciando i genitori a godersi la montagna. Monica, avvocato civilista, li assisteva in una causa per l’eredità della nonna che aveva creato qualche tensione in famiglia. Che gli investigatori hanno subito analizzato.

http://www.ilgiornale.it/interni/rimini_avvocato_uccisa_da_freccia_balestra_ricercato_zio_donna/cronaca-freccia-rimini-omicidio-balestra-avvocato/17-09-2010/articolo-id=474044-page=0-comments=1

Omicidio suicidio con balestra
“Si è ispirato alla strage di Erba”
Dietro la morte di Monica Anelli, avvocato quarantenne di Rimini uccisa ieri con una balestra dallo zio suicida, problemi di convivenza. In casa dell’ingegnere sono stati ritrovati quaderni in cui l’uomo segnava scrupolosamente i movimenti della donna e anche una lettera in cui diceva di apprezzare i coniugi Olinda e Rosa Romano
di STEFANIA PARMEGGIANI

Stefano Anelli, l’uomo di 62 anni che ieri ha ucciso la nipote Monica, avvocato riminese di 40 anni con una balestra per poi togliersi la vita, covava dentro di sè il proposito del delitto. Un’ossessione che era diventata un piano: dall’inizio dell’anno, cioè dal momento in cui la donna si era trasferita nella palazzina insieme al compagno, al piano sopra quello dell’assassino, l’ingenere in pensione dava segni di insofferenza e da marzo annotava scrupolosamente sul suo quaderno i movimenti della donna e del suo compagno. Non solo, gli investigatori hanno trovato anche una lettera di apprezzamento ai coniugi Olindo e Rosa Romano, in cacere per la strage di Erba. Motivo per cui ipotizzano che l’omicida abbia preso ispirazione proprio da quella strage.

Il delitto. Il corpo della donna è stato trovato dal compagno poco prima delle tredici nell’androne di casa. Dalla ricostruzione degli investigatori sembra che Monica abbia avuto un litigio con lo zio in mattinata, sul suo pianerottolo. È stata ferita più volte con un paio di cesoie: colpi alla schiena, al petto, altri al capo. È riuscita a divincolarsi, si è trascinata per le scale e quando era ormai a un passo dalla salvezza è stata raggiunta dalla freccia. Lo zio ha appoggiato la balestra a terra, ha preso le chiavi della nipote dalla sua borsetta, è entrato nell’appartamento, ha staccato i tubi del gas e si è chiuso la porta alle spalle lasciando accesa una candela. Voleva fare esplodere la palazzina in quel momento vuota, inquinare le prove, cancellare le tracce della sua follia. Non c’è riuscito: i vigili del fuoco sono intervenuti prima.

Il suicidio. Gli agenti della squadra Mobile, diretti da Nicola Vitale, hanno cercato per tutto il pomeriggio lo zio, suo vicino di casa, proprietario dell’arma del delitto, eccentrico ingegnere in pensione che si era rinchiuso in se stesso, interrompendo i rapporti con i parenti, covando dentro di sè una rabbia apparentemente inspiegabile e mantenendo, all’apparenza, buoni rapporti solo con Monica che si era trasferita sopra casa sua, in quella palazzina famigliare, solo da qualche mese. E’ stato trovato alle nove di sera sulle colline di Rimini, quando era troppo tardi. Come per concludere un rito assurdo, e per auto accusarsi del delitto, aveva puntato un’arma artigianale a distanza ravvicinata contro se stesso.

Il movente. Non è ancora chiaro che cosa abbia scatenato la follia omicida dell’uomo. In un primo momento si era pensato a una questione ereditaria, ma dal ritrovamento degli appunti dell’uomo sembra che il quadro sia più complicato. La gestione dell’eredità, di cui si era incaricata Monica, non era oggetto di problemi tra i fratelli Anelli. Quello che invece era un problema, sempre più pressante, era “l’invasione” degli spazi dell’ingegnere da parte dei suoi famigliari. Monica era andata a vivere con il suo compagno in quella casa, una vicinanza che riteneva “insopportabile” e che ben presto è diventata un’ossessione. Da marzo l’ingegnere aveva iniziato ad annotare scrupolosamente gli orari della nipote e del suo fidanzato: tutti i giorni fino al momento del delitto. E poi quella lettera intestata a Olindo e Rosa Romano, i coniugi che nel 2006 uccisero a colpi di coltello e spranghe Raffaella Castagna, il figlio Youssef Marzouk, la nonna del bambino Paola Galli, e la vicina di casa Valeria Cherubini. Anche l’ingegnere ha assalito la sua vittima con un’arma da taglio prima di finirla con una freccia. E anche lui, come nella strage di Erba, ha tentato di cancellare le prove del delitto distruggendo la palazzina. In quella lettera ci sono apprezzamenti ai coniugi ritenuti “vittime del sistema”. Per questo Nicola Vitale, capo della Squadra mobile di Rimini, non esclude che nel maturare i suoi propositi omicidi l’uomo si sia ispirato alla tragedia di Erba.

http://bologna.repubblica.it/cronaca/2010/09/18/news/omicidio_suicidio_con_balestra_l_ispirazione_dalla_strage_di_erba-7198224/?ref=HREC1-10

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