Ragazzi italiani aggrediscono per razzismo e intolleranza religiosa due donne tunisine

Giovani tirano il velo a donna musulmana
“In Italia non si porta, vai nel tuo paese”
Monterotondo, un gruppo di ragazzi ha insultato e percosso due donne tunisine, una delle quali vive in Italia da vent’anni. L’episodio di intolleranza religiosa e razziale è avvenuto alle porte di Roma. “La lite è degenerata in insulti e spinte” ha confermato il comandante dei carabinieri di Monterotondo, che ha seguito l’intera vicenda. Le donne ora chiedono giustizia

“In Italia questo non deve succedere”. Il suo velo da araba strattonato da un gruppo di bulli che le urlavano: “Levatelo, qui in Italia non lo devi portare, vattene nel tuo paese”. E ancora: “Kamikaze, bombardati!”. E’ accaduto mercoledì scorso a Neila, una donna tunisina di religione musulmana, che ha denunciato tutto e ora racconta come è stata aggredita, prima a parole poi con calci e spinte, da un gruppo di ragazzi nel centro di Monterotondo, vicino Roma. “Un’aggressione razziale e religiosa” l’ha definita sua sorella Nadia, residente da vent’anni nella cittadina e presente al momento dell’accaduto. Tutto denunciato ai carabinieri di Monterotondo, col comandante che conferma: “Ci sono stati anche insulti e spinte”.

Il racconto

Secondo la denuncia di Neila, nel pomeriggio di mercoledì scorso, le due donne prendevano un caffè in un bar, quando un gruppo di giovani seduti poco distanti hanno iniziato ad insultarle. “In Italia non puoi portare il velo, vai al paese tuo, kamikaze, fatti saltare in aria”, le hanno detto.
Una coppia di italiani si è rivolta ai giovani rimproverandoli ma, quando Nadia si è avvicinata chiedendo loro il motivo di tali insulti, i ragazzi hanno aggredito le donne, spintonando e alzando le mani soprattutto su Neila. Gli altri
intorno, decine i testimoni, si sono girati dall’altra parte o hanno dato man forte ai bulli. “Io abito a Monterotondo da tanto tempo, ho quattro figli che sono nati qui e sono perfettamente integrati e non mi è mai capitata una cosa del genere – ha raccontato Nadia – tutto questo è accaduto solo perché mia sorella portava il velo, come se non avesse il diritto di professare la propria religione”.

Soccorse da vigili e carabinieri, le donne sono state portate al pronto soccorso locale dove Neila è stata ricoverata e tenuta sotto osservazione per 24 ore. Dimessa dall’ospedale, ha denunciato tutto alle forze dell’ordine e ora la vicenda è al vaglio della procura di Tivoli.
“Abbiamo denunciato atti contro i culti ammessi dallo Stato all’autorità giudiziaria – ha spiegato il comandante della compagnia dei carabinieri di Monterotondo, Domenico Martinelli – il reato è di lesioni e non di rissa”. Secondo il comandante si è trattato prima di una “lite tra cittadini e non di un’aggressione”, lite poi “degenerata in insulti di natura religiosa e razziale e in spinte”. Un ventisettenne coinvolto nella vicenda è già stato identificato, fa sapere Martinelli.

Arrivata da poco in Italia come ospite della sorella, Naila aveva già vissuto un episodio di rifiuto per la propria credenza religiosa: “Avevo trovato un’occupazione come sarta – ha raccontato – Mi hanno detto che ero bravissima ma che per lavorare avrei dovuto togliere il velo”.

http://roma.repubblica.it/cronaca/2012/03/30/news/giovani_tirano_il_velo_ad_una_donna_musulmana_in_italia_non_devi_portarlo_vai_nel_tuo_paese-32451109/

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