Non c’è bisogno dell’istat per il femminicidio

CARA MINISTRA, NON C’E’ BISOGNO DELL’ISTAT

Roma, 11 luglio. La Ministra Elsa Fornero dichiara: “Abbiamo commissionato all’Istat un rapporto sulla violenza di genere, sulla quale dobbiamo avviare una riflessione senza pregiudizi, per conoscere e capire le radici di questa violenza”.

Avrei qualche domanda per la gentile Ministra:

Gentile Ministra,
1. Lei sa che esiste ed è operante una Rete di CENTRI ANTIVIOLENZA in possesso di dati numerici e testimonianze? Dovrebbe saperlo: fa parte del Dipartimento Pari Opportunità (Servizio Telefonico 1522).
http://www.antiviolenzadonna.it/
http://www.antiviolenzadonna.it/index.php?page=menu_servizio/documenti/studi-ricerche (per studi e ricerche Italia, UE, USA)

2. Lei sa che presso i suddetti CENTRI ANTIVIOLENZA sono presenti psicologhe più che competenti che possono fornire tante spiegazioni sulle “radici di questa violenza”?
Esempio. Progetto Arianna (dal 2006):
http://www.antiviolenzadonna.it/menu_servizio/progetto/Arianna2010_2012.pdf

3. Lei sa che esistono ricerche e studi sulle “radici di questa violenza” effettuati da sociologhe, giornaliste, scrittrici ed altre professioniste preparate ?
Tanto per citare solo due autrici (e mi perdonino le altre):
Occhi di maschio”, Daniela Brancati, Donzelli editore
Il silenzio degli uomini”, Iaia Caputo, Feltrinelli editore.

4. Lei sa che noi donne, professioniste o meno del settore psico-sociologico, abbiamo da tempo avviato una “riflessione senza pregiudizi”? (…..così, per spirito di sopravvivenza innato e comune ad ogni essere vivente).

NO. Forse Lei non lo sa: perché è un Tecnico. Preferisce parlare con l’Istat.

da http://www.dols.it/?p=9704

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Una risposta a Non c’è bisogno dell’istat per il femminicidio

  1. Care amiche di Bollettino di guerra, questa volta non condivido affatto la vostra nota polemica.

    Il problema principale in Italia è la mancanza di dati sulla violenza maschile sulle donne.
    L’assenza di dati ufficiali rende possibile il persistere di pregiudizi relativi alla precisa entità del fenomeno e delle sue caratteristiche.

    Un esempio: è proprio l’assenza di dati ufficiali sulle denunce presentate per violenza sessuale, se nei confronti di partner, ex partner, persona conosciuta o sconosciuta che ha reso possibile la creazione nel 2009 del mito del prevalere dell’incidenza degli stupri su strada rispetto agli stupri in casa e la strumentalizzazione politica di questo mito a fini securitari.

    Sicuramente già le Istituzioni conoscono, riconoscono e (anche se sempre meno) finanziano la raccolta dei dati, da parte dei centri antiviolenza, nell’ambito della rete del 1522.

    Ma non è certo sufficiente.
    Care compagne, cosa ci dicono questi dati di quante di quelle chiamate si sono trasformate in denunce, e quante di quelle denunce in ordini di protezione, misure cautelari, condanne?
    E’ evidente che serve una raccolta di dati ufficiali, e, ancor prima, la creazione di un sistema omogeneo e uniforme di raccolta dei dati da parte di forze dell’ordine e magistratura, a livello nazionale, sistema compatibile possibilmente con i data base europei che consenta ricerche comparate, ad oggi non possibili.
    Anche sul resto mi astengo.
    Non mi piace il post, è pieno di odio. Forse invece era la prima volta che la Fornero diceva qualcosa di sensato sul tema.
    Le avete lette le raccomandazioni della relatrice speciale dell’ONU all’Italia? Leggetele, troverete molti stimoli interessanti.
    Un abbraccio e a presto.

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