#30 (Donna) #9 (Uomo) – Lui uccide moglie, fratello, cognata e un vicino di casa

Napoli, armato di fucile si barrica in casa e uccide tre persone, sei i feriti
Tra le vittime la moglie che si trova nell’appartamento con lui. Giulio Murolo ha sparato all’impazzata ferendo prima la donna, poi un poliziotto, un carabiniere e una terza persona dal balcone della sua abitazione di Secondigliano. Si è arreso

Si è arreso alle forze dell’ordine Giulio Murolo, 48 anni, l’uomo che sparando dal balcone di un appartamento a Napoli, quartiere Secondigliano, ha ucciso tre persone, tra cui un tenente della polizia municipale di Napoli, suo vicino di casa. Ci sono anche sei feriti tra cui due poliziotti e un carabiniere.

L’uomo si era barricato nel suo appartamento di via Napoli a Capodimonte nel primo pomeriggio,ha sparato alla moglie con un fucile a pompa e ha cominciato a sparare all’impazzata dal balcone. La donna sarebbe ferita, e feriti sono anche due poliziotti, un carabiniere e un altro agente della municipale, nonchè un passante. L’uomo si era circondato da una serie di bombole a gas e minaccia di far saltare in aria l’abitazione, mentre alcuni feriti venivano trasportati in ospedale.

La strada è stata chiusa al traffico e transennata. Giornalisti, operatori e curiosi vengono tenuti ad oltre 500 metri di distanza dalla palazzina che è circondata dalle forze di polizia. Sul posto sono state fatte affluire alcune ambulanze. Un elicottero della polizia sta sorvolando la zona.

http://napoli.repubblica.it/cronaca/2015/05/15/news/litiga_con_moglie_e_le_spara_poi_dal_balcone_spara_in_strada-114437277/

Napoli, armato di fucile si barrica in casa e uccide quattro persone tra cui la cognata e il fratello. Almeno sei i feriti
All’origine della strage, una lite per il bucato steso in cortile. Giulio Murolo ha aperto il fuoco in casa prima contro la donna che abitava accanto. Poi ha sparato all’impazzata dal balcone freddando il fratello, un capitano dei vigili e un passante che andava in scooter. “Non mi sparate” ha detto agli agenti. Annullata l’inaugurazione della metropolitana di piazza Municipio, lutto cittadino

Una banale lite per il bucato steso in cortile all’origine della strage avvenuta oggi a Miano, alla periferia nord di Napoli. Nel consegnarsi alle forze dell’ordine ha detto: “Non mi sparate”. Giulio Murolo, un infermiere di 48 anni senza precedenti penali, ha ucciso quattro persone, tra cui la cognata e il fratello sparando all’interno del suo appartamento e poi dal balcone di casa. Se i feriti tra cui due poliziotti e un carabiniere. “Ho fatto una cazzata, ho fatto una cazzata..” ha dichiarato l’uomo agli inquirenti appena giunto in questura, per poi chiudersi nel piu assoluto mutismo.
Napoli, spara all’impazzata dal balcone dopo aver colpito fratello e cognata: quattro morti e cinque feriti

Un pomeriggio di inferno cominciato forse con una lite con la cognata Concetta, la prima a cadere sotto i colpi del fucile a pompa. Poi l’uomo ha cominciato a sparare all’impazzata dal balcone. Il fratello resosi conto di quello che stava avvenendo, gli ha gridato dalla strada di fermarsi, urlando “Che stai facendo”, ma in risposta Murolo gli ha sparato con una pistola, uccidendolo come racconta una testimone oculare, Maria Martucci, titolare di un negozio di fronte alla casa da cui l’infermiere.

Oltre al fratello, ha tentato di intervenire anche il tenente della polizia municipale Francesco Brunel di 45 anni, i balconi della cui abitazione sono attigui a quello della casa da cui Murolo sparava, ma anche lui è stato freddato senza pietà. La quarta vittima è Luigi Cantone, un fioraio che passava per strada a bordo di uno scooter, deceduto mentre si tentava di rianimarlo in un furgone dei carabinieri. Sei i feriti, due carabinieri, due poliziotti, un passante, un anziano che è andato da solo a farsi medicare all’ospedale San Giovanni Bosco, ed un altro agente della polizia municipale, Vincenzo Cinque, il più grave dei feriti. Murolo ha utilizzato tre armi: una pistola, un fucile e un fucile a pompa regolarmente detenuti per uso sportivo. Secondo i testimoni la sparatoria è durata per un’ora e mezza. Durante le fasi concitate della sparatoria, dalla caserma Reggimento Campania dei carabinieri, che è proprio a Miano, è stato fatto uscire un blindato che ha protetto dai colpi dell’infermiere due persone ferite che erano in strada e non era possibile soccorrere.

I primi due omicidi sono avvenuti nel ballatoio del cortile interno del palazzo, poi Giulio Murolo si è trasferito sul balcone dal quale, con un fucile regolarmente detenuto, ha scacciato chiunque si avvicinasse a quello che ormai si intuiva essere il luogo di un delitto.

Murolo si era poi circondato da una serie di bombole a gas e minacciava di far saltare in aria l’abitazione, mentre alcuni feriti venivano trasportati in ospedale. Poi in seguito a una lunga trattativa, si è consegnato alla polizia.

Le testimonianze. “E’ stata una sequenza di colpi violentissima” racconta un testimone oculare, Luigi Mele, titolare di un negozio di ortopedia. “Erano le 15.15 quando abbiamo sentito le detonazioni. Tante, almeno una quindicina. Inizialmente – spiega Mele – ho pensato che potesse essere una fiction, perché ieri a poche decine di metri da qui hanno girato un episodio della serie Gomorra. Poi ho visto un ragazzo sul motorino, riverso a terra, e l’uomo armato di fucile che entrava e usciva dal balcone della sua abitazione sparando all’impazzata. Ho abbassato la saracinesca come hanno fatto tutti gli altri commercianti e sono scappato. Poi ho cominciato a telefonare ai miei figli e a tutti quelli che conoscevo per dire loro di non avvicinarsi alla zona”.
‘Marescià, marescià, hanno sparato a ‘u collega vuost”. Salvatore Cella, 49 anni, portinaio, richiamato anch’egli come tanti dal trambusto e dalla concitazione, viene scambiato per sottufficiale dei carabinieri da una donna che urla la sua angoscia. “Stavo rincasando – racconta – quando ho sentito sirene della polizia e dei carabinieri e ho visto tanta gente. Mi sono diretto verso la zona degli spari e, improvvisamente, ho visto la donna correre verso di me urlando. Mi ha preso per un carabiniere in borghese e ha chiesto l’intervento immediato”.
In realtà i soccorsi erano in corso pur nella concitazione del momento. Salvatore, in ogni caso, si è subito avvicinato alla casa e ha cercato di dare una mano in qualche modo: ad un poliziotto che aveva soccorso il carabiniere, ferito ad un braccio, ha offerto il suo telefonino per ulteriori chiamate di emergenza. Nel frattempo, spiega, alcuni ragazzi su un motorino – uno dei quali si è tolto la maglietta per tamponare la ferita – hanno preso a bordo il ferito e lo hanno portato in ospedale.

Il killer. Giulio Murolo lavorava nel reparto di Chirurgia toracica dell’ospedale Cardarelli di Napoli. Lo riferisce il direttore sanitario dell’ospedale Franco Paradiso. “Non lo conoscevo molto bene – spiega – ma non avevamo mai avuto segnalazioni di problemi relativi al suo operato all’interno dell’ospedale”. “Incensurato, non ha problemi psichici o patologie pregresse. A dirlo in conferenza stampa il questore di napoli, Guido Marino, tentando di tracciare la personalità dell’uomo che ha ucciso 4 persone e ferite altre 6. L’uomo, che viveva solo aveva, con molta probabilità già delle tensioni pregresse con il fratello e la cognata che vivevano sullo stesso pianerottolo.
“Quella che si è scatenata è una follia per una ragione raccapricciante e sconcertante”, ha dichiarato il questore. “C’è stata una risposta corale da parte di tutte le forze dell’ordine anche se quello che è avvenuto ci lascia con l’amaro in bocca”, ha proseguito il comandante provinciale dei carabinieri Antonio De Vita. Oltre all’operatore del 113 che ha tentato di tranquillizzare e poi ha convinto Murolo a consegnarsi è entrato in azione anche il reparto volo della polizia che ha monitorato l’intera zona. Le forze dell’ordine hanno, inoltre, dovuto evitare un vero e proprio linciaggio nei confronti dell’assassino da parte di almeno 500 persone che si sono radunate sotto lo stabile e hanno inveito contro l’uomo nel momento in cui è stato portato via dai poliziotti e condotto in questura.

Lutto cittadino, annullata l’inaugurazione della metro Municipio. “Esprimo la vicinanza e la massima solidarietà ai familiari delle vittime e a chi, ogni giorno, opera in condizioni complicate per strada ed ha cercato di intervenire per salvare altre vite umane” ha dichiarato Luigi de Magistris che ha deciso di annullare la cerimonia d’inaugurazione della stazione della metropolitana di piazza Municipio in programma per domani alla presenza del presidente del Consiglio Matteo Renzi e ha proclamato lutto cittadino da domani fino al giorno dei funerali.

Il questore di Napoli, Guido Marino, il comandante Interregionale, Franco Mottola, e quello provinciale, Antonio de Vivo, hanno fatto visita in ospedale, raggiungendo il nosocomio San Giovanni Bosco, ai due poliziotti e i due carabinieri feriti.

Salvato dal linciaggio. Giulio Murolo non ha problemi psichici o patologie pregresse. A dirlo è il questore di Napoli, Guido Marino, tentando di tracciare la personalità dell’uomo che ha ucciso 4 persone e ferite altre 6. Murolo, che viveva solo in uno stabile di via Napoli a Capodimonte nel quartiere Miano, aveva, con molta probabilità già delle tensioni pregresse con il fratello e la cognata che vivevano sullo stesso pianerottolo.

“Quella che si è scatenata è una follia per una ragione raccapricciante e sconcertante”, ha dichiarato il questore. “C’è stata una risposta corale da parte di tutte le forze dell’ordine anche se quello che è avvenuto ci lascia con l’amaro in bocca”, ha proseguito il comandante provinciale dei carabinieri Antonio De Vita. Oltre all’operatore del 113 che ha tentato di tranquillizzare e poi ha convinto murolo a consegnarsi è entrato in azione anche il reparto volo della polizia che ha monitorato l’intera zona. Le forze dell’ordine hanno, inoltre, dovuto evitare un vero e proprio linciaggio nei confronti dell’assassino da parte di almeno 500 persone che si sono radunate sotto lo stabile e hanno inveito contro l’uomo nel momento in cui è stato portato via dai poliziotti e condotto in questura.

Per poter capire esattamente cosa sia accaduto sono ancora al lavoro gli investigatori, che stanno eseguendo un accurato sopralluogo all’interno dell’abitazione di murolo e facendo un censimento delle armi che l’uomo deteneva legalmente in casa.

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Terrore a Secondigliano, infermiere
spara all’impazzata: 4 morti e 6 feriti
Ha usato un fucile a pompa del suo «arsenale». Catturato dopo una lunga trattativa
È un dipendente dell’ospedale Cardarelli. Banale il movente della strage: il filo della biancheria. Annullata la visita del premier Renzi per l’inaugurazione del metrò

Un uomo armato di fucile a pompa, fucile da caccia e pistola, Giulio Murolo, incensurato di 48 anni, infermiere all’ospedale Cardarelli di Napoli (reparto chirurgia toracica), ha sparato all’impazzata in casa e poi da un balcone al primo piano di via Napoli Capodimonte, nel quartiere di Secondigliano. Infine dopo alcune ore di trattativa si è arreso alla polizia. Il bilancio finale di un pomeriggio di follia è terribile: quattro morti e sei feriti.

Le vittime
Prima vittima del raptus omicida, secondo la ricostruzione resa nota dal questore Guido Marino – è stata la cognata, Concetta Uliano, 51 anni, poi è stato colpito il fratello, Luigi Murolo, 52 anni. La prima parte della carneficina si è svolta all’interno della palazzina a due piani in via Miano. Poi l’infermiere, cacciatore e titolare di una licenza di tiro a segno, si è spostato sul balcone ed ha cominciato – secondo le parole del questore di Napoli – «il tiro al bersaglio su chiunque si muovesse». Sono caduti così il tenente della polizia municipale Francesco Bruner, 60 anni, vicino di casa dell’infermiere, e un fioraio, Luigi Cantone, 59 anni, che era alla guida di uno scooter. Sei i feriti. Il più grave è un agente della polizia municipale, che stava provando a fermare il traffico per proteggere i passanti dal fuoco dei proiettili ed è stato colpito alla gola: per lui, ricoverato in rianimazione, la prognosi riservata. Nessuno degli altri feriti è in pericolo di vita.

Al telefono con l’operatore del 113
Il 48 enne infermiere si è arreso alla fine di una lunga trattativa e di un blitz di polizia. In casa trovate numerose armi, regolarmente denunciate, un vero e proprio arsenale. Murolo, celibe, era infatti un appassionato di caccia. L’uomo si è consegnato alla polizia dopo una lunga conversazione con l’operatore del 113, al quale ha aveva telefonato lui stesso: «Sono quello che sta facendo il macello a Miano», ha detto al poliziotto. L’ agente ha cercato di trattenerlo al telefono. Sono seguite altre due telefonate di Murolo al 113. In totale, 40 minuti di conversazione con il poliziotto che lo ha convinto a deporre il fucile di caccia ed a consegnarsi dopo essersi sfilato la maglietta per mostrare che non era più armato. A tratti il colloquio è stato concitato: l’ uomo ha minacciato anche di fare saltare alcune bombole di gas che aveva in casa. Alla fine ha aperto la porta e si è consegnato ai poliziotti.
Rischia il linciaggio

L’auto della polizia circondata dalla folla inferocita (Pressphoto)
Ha rischiato il linciaggio l’uomo che ha sparato. Gli agenti lo hanno arrestato dopo aver fatto irruzione nell’abitazione, portandolo fuori vivo. L’uomo è stato poi fatto entrare nell’auto della polizia ed è lì che la comunità di residenti si è scagliata contro la vettura per colpirlo. A fatica la volante è riuscita ad uscire dall’imbuto di gente creatosi ed al caos della ressa.
L’assassino: «Ho fatto una ca…..»
In questura Murolo si è chiuso in un impenetrabile silenzio. Ha solo sibilato agli agenti: «Ho fatto una cazzata».
Il banale movente: un filo del bucato
Il movente della strage sarebbe banalissimo: una lite per il filo della biancheria. Da questo sarebbe scaturita una furiosa discussione con il tragico epilogo. Una lite innestata su vecchi dissapori per questioni di interesse tra Murolo e il fratello.
Il testimone: ha sparato per un’ora e mezza
Murolo ha sparato all’impazzata per circa un’ora e mezza. Lo racconta un testimone oculare, Giovanni, titolare di una vicina spaghetteria. «Mi sono barricato nel negozio», racconta Giovanni che si trovava nella spaghetteria insieme alla moglie e alle figlie. Dal negozio Giovanni ha visto Murolo portato via dalla polizia su una volante. «Era freddo, di ghiaccio», racconta. Un colpo di pistola e uno di fucile sono stati esplosi da Murolo proprio in direzione della spaghetteria e del portone del civico 56. I fori sono visibili sul muro.
Il commerciante: credevo fosse una fiction
Luigi Mele, proprietario di un negozio di ortopedia, parla di «una sequenza di colpi violentissima. Erano le 15.15 quando abbiamo sentito le detonazioni. Tante, almeno una quindicina. Inizialmente ho pensato che potesse essere una fiction perché ieri a poche decine di metri da qui hanno girato un episodio della serie Gomorra. Poi ho visto un ragazzo sul motorino, riverso a terra, e l’uomo armato di fucile che entrava e usciva dal balcone della sua abitazione sparando all’impazzata».
Annullata visita di Renzi. Il sindaco: tragedia enorme
La cerimonia d’inaugurazione della stazione metropolitana di Napoli, in programma per sabato alla presenza del Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi, è stata annullata. Il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, ha proclamato il lutto cittadino. «Siamo sconvolti, è una tragedia enorme», dice il primo cittadino. «È una tragedia che colpisce direttamente la città e il Comune – aggiunge – Stiamo seguendo quello che è accaduto ed esprimo subito vicinanza e solidarietà massima alle vittime e a chi opera ogni giorno per strada e oggi è intervenuto per salvare vite umane». «Abbiamo informato subito Palazzo Chigi – conclude- e abbiamo deciso di annullare l’inaugurazione di domani con Renzi».
Sospesa campagna elettorale a Napoli
Sospesa a Napoli la campagna elettorale a Napoli. Lo hanno deciso autonomamente sia Vincenzo De Luca che Stefano Caldoro per la strage di Secondigliano.

http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/cronaca/15_maggio_15/terrore-secondigliano-uomo-spara-balcone-quattro-feriti-4f65c484-fb0c-11e4-9884-9a4321bf576f.shtml

Napoli, 48enne spara e uccide 4 persone: “Ho fatto una cazzata”. Almeno cinque i feriti

Uccisi moglie, fratello, cognata e un vicino tenente dei vigili. Giulio Murolo, infermiere al Cardarelli, avrebbe sparato prima alla cognata e poi aperto il fuoco in strada dalla propria abitazione, colpendo all’impazzata. Il raptus per un filo del bucato. Tra le vittime il capitano della Polizia municipale di Napoli, Francesco Bruner intervenuto per soccorrere un collega. Grave un carabiniere. Il killer si è arreso

Un uomo armato di fucile a pompa, Giulio Murolo, incensurato di 48 anni, infermiere all’ospedale Cardarelli di Napoli (reparto chirurgia toracica), ha sparato all’impazzata in casa e poi da un balcone al primo piano di via Napoli a Capodimonte, in zona Secondigliano. Dopo alcune ore di trattativa si è arreso. Il bilancio finale è terribile: quattro morti e sei feriti.

Le quattro vittime sono un ufficiale dei vigili urbani, il fratello di Murolo e la moglie di questi (tutti uccisi nella casa) e un passante. Feriti un altro vigile, due carabinieri, due poliziotti e un passante. Questi ultimi sei – nessuno dei quali in pericolo di vita, anche se il vigile è in condizioni critiche – sono stati già portatati in ospedale. Il 48 enne si è arreso alla fine di una lunga trattativa e di un blitz di polizia. In casa sono state trovate numerose armi, regolarmente denunciate, un vero e proprio arsenale. Murolo era infatti un appassionato di caccia.

Ha rischiato il linciaggio l’uomo che ha sparato. Gli agenti lo hanno arrestato dopo aver fatto irruzione nell’abitazione, portandolo fuori vivo. L’uomo è stato poi fatto entrare nell’auto della polizia ed è lì che la comunità di residenti si è scagliata contro la vettura per colpirlo. A fatica la volante è riuscita ad uscire dall’imbuto di gente creatosi ed al caos della ressa.

Per proteggere le persone rimaste ferite in strada dai colpi sparati da Giulio Murolo è stato fatto intervenire un blindato del Reggimento Campania dei Carabinieri che si è frapposto tra l’assassino barricato nell’abitazione e le persone già colpite dai suoi proiettili. In questura Murolo si è chiuso in un impenetrabile mutismo. Ha solo sibilato: “Ho fatto una cazzata“.

Il movente della strage sarebbe banalissimo: una lite, quanto pare, per il filo della biancheria. Da questo sarebbe scaturita una furiosa discussione con il tragico epilogo. La cerimonia d’inaugurazione della stazione metropolitana di Napoli, in programma per sabato alla presenza del Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi, è stata annullata. Il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, ha proclamato il lutto cittadino.

Murolo ha sparato all’impazzata per circa un’ora e mezza. Lo racconta il titolare di una vicina spaghetteria che ha assistito alla tragedia. “Mi sono barricato nel negozio”, racconta “Era freddo, di ghiaccio”, racconta. Un colpo di pistola e uno di fucile sono stati esplosi da Murolo proprio in direzione della spaghetteria e del portone del civico 56. I fori sono visibili sul muro, a terra i bossoli.

“Siamo sconvolti, è una tragedia enorme”, dice il primo cittadino. “È una tragedia che colpisce direttamente la città e il Comune – aggiunge – Stiamo seguendo quello che è accaduto ed esprimo subito vicinanza e solidarietà massima alle vittime e a chi opera ogni giorno per strada e oggi è intervenuto per salvare vite umane”. “Abbiamo informato subito Palazzo Chigi – conclude- e abbiamo deciso di annullare l’inaugurazione di domani con Renzi”.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/05/15/napoli-spara-dal-balcone-con-fucile-e-uccide-3-persone-poi-si-arrende/1687275/

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