Accoltella la compagna: “Mi sentivo in trappola”L’uomo ha confessato alla polizia il tentato omicidio. Ora è in carcere
“Mi sentivo in trappola”. Con queste parole Massimo Spisani, pensionato ferrarese di 54 anni, avrebbe spiegato agli inquirenti il suo folle gesto. Dieci coltellate alla compagna. Alla schiena, alle mani, al seno, al polmone. La vittima, Louise Renate Heine Maioli, 66 anni, nata in Germania a Rastenberg, ma da sempre in Italia, è gravissima, tuttora in prognosi riservata, ma sembra fuori pericolo.Heine si trovava al lavello, in cucina, ieri mattina intorno a mezzogiorno, nel suo appartamento al piano ammezzato di via Matteo Maria Boiardo 17, in zona San Benedetto.
Lì conviveva da 9 anni con Spisani.Lei è un’ex impiegata di banca. Lui è laureato in pedagogia, ex insegnante oggi in pensione. È seguito da tempo dal Servizio psichiatrico territoriale di Ferrara, ma non aveva mai dato adito al personale che lo aveva in cura di prevedere un simile gesto. Si presentava regolarmente alle visite di controllo, conferma l’Ausl: “il suo comportamento è sempre stato socialmente adeguato e non sono mai giunte al Servizio psichiatrico segnalazioni su comportamenti inadeguati tenuti dal paziente”, riferisce la direzione di via Cassoli.Nel 2008 però gli inquirenti riferiscono di un primo episodio in cui aveva dato in escandescenza: un dettaglio che non aveva però allertato in modo eccessivo gli agenti della volante intervenuta quella volta sul posto, poiché al loro arrivo si era presto calmato e per lui era stata confermata la terapia psichiatrica.
Ieri, invece, in sede di confessione, Spisani avrebbe dichiarato che “le voleva sempre bene”, ma “non poteva andare avanti”. Non vedeva via d’uscita in un rapporto logoro e aveva deciso di farla finita nel modo peggiore: “ho tentato di uccidere la mia compagna. Abito in via Boiardo 17”. Questo avrebbe dichiarato al 113 subito dopo essersi reso conto di quanto aveva compiuto. E poi avrebbe riattaccato la cornetta. Pochi minuti, l’intervento delle volanti della polizia. In mutande, disarmato, sporco di sangue, con lo sguardo perso nel vuoto. Così Spisani ha aperto la porta al personale delle volanti e della squadra mobile.Il condominio di Via BoiardoL’arma, un lungo coltello da cucina, era appoggiato sul tavolo. Era vicino alla donna che, priva di sensi, giaceva su una poltrona. Lì si era accasciata, dopo essersi trascinata dal lavello presso il quale è stata aggredita alla schiena. Lei aveva tentato di difendersi, come emerge dalle ferite alle mani.
Ma un profondo fendente al polmone l’ha ridotta in fin di vita.Fortunatamente il primo intervento dei sanitari del pronto soccorso ha permesso di stabilizzare le condizioni della donna, tamponando la ferita gravissima al polmone, operato in seguito in chirurgia con un intervento di urgenza.Dopo le analisi ematiche, l’uomo sarebbe stato invitato dagli agenti a lavarsi e pulirsi, per essere portato in questura. Mentre soccorrevano la donna, se ne stava seduto sul letto della camera, incapace di proferire verbo.Nessun vicino sostiene di aver sentito le grida della donna. Nel condominio infatti, in quel momento, non c’era nessuno. I negozianti e i residenti dicono che i primi sentori di quello che era successo, li hanno avuti nel momento in cui hanno visto la polizia e l’ambulanza, seguita poi dagli uomini della scientifica che hanno compiuto i rilievi.Ora Heine si trova ricoverata al Sant’Anna, Spisani è in carcere all’Arginone con l’accusa di tentato omicidio aggravato. Il pm Patrizia Castaldini lo ha interrogato insieme agli investigatori della squadra mobile fino alle 17 di ieri pomeriggio. La difesa è affidata all’avvocato Davide Seren, che oggi incontrerà il suo assistito all’interno della casa circondariale. “L’udienza di convalida dell’arresto – ha annunciato il legale – sarà nei prossimi giorni”.
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