Pedofilia, nonno accusatoSi scava nel passatoRapporti tesissimi tra la famiglia dell’accusato e quella della vittima. Il sessantenne ha già subito un’indagine ed è stato processato con l’accusa di "ratto sessuale a fini di libidine"
Sarzana, 22 luglio 2010 – E’ in cella nel carcere di Villa Andreini alla Spezia, il settantenne accusato di avere molestato sessualmente la nipote di 10 anni e una sua amichetta. E in attesa che il presunto pedofilo sia interrogato, questa volta alla presenza del suo avvocato, i carabinieri continuano le indagini. Ieri è emerso un particolare molto importante.Nei primi anni Sessanta l’uomo venne prima indagato e poi processato con l’accusa di "ratto sessuale a fini di libidine". Era uno dei reati previsti dal Codice Rocco, che puniva "chiunque con violenza, minaccia o inganno sottrae una donna".
Questo tipo di reato, dalla formulazione ormai arcaica, venne successivamente abrogato negli anni Novanta e sostituito, nel nuovo codice penale, con i reati che perseguono la violenza sessuale.Ma negli anni Sessanta, secondo l’accusa, l’imputato aveva violentato una ragazza a Montemarcello. Alla fine del dibattimento, l’uomo venne assolto per insufficienza di prove. Adesso gli investigatori stanno continuando a setacciare l’ambiente familiare del presunto pedofilo. L’obiettivo è verificare se in passato qualche donna o qualche bambina hanno subito attenzioni ‘particolari’ da parte dell’uomo.Oppure se sono state soggette ad atti di violenza fisica o verbale. Domande non molto diverse vengono via via poste agli altri abitanti del paese della vallata del Magra dove abitano l’uomo e la sua famiglia.
Famiglia che, a quanto pare, si starebbe schierando a difesa del presunto pedofilo. E questo avrebbe già causato vivaci discussioni tra la moglie dell’uomo e i genitori della bambina che avrebbe subito gli abusi sessuali. Non a caso i carabineri sarebbero già intervenuti in almeno due occasioni per placare gli animi ed evitare il peggio.Adesso comunque la ‘palla’ è ai magistrati. Il Gip Brusacà nell’ordinanza che dispone la custodia cautelare a Villa Andreini ha fatto chiaramente intendere che la scelta della carcerazione è motivata dall’esigenza di evitare il ripetersi delle violenze. L’eventuale concessione degli arresti domiciliari, infatti, riporterebbe l’uomo nell’abitazione accanto a quella della bambina. Con tutti i possibili rischi del caso.
http://www.lanazione.it/laspezia/cronaca/2010/07/22/360028-pedofilia_nonno_accusato.shtml