Stalking: 10% studenti ha inviato minacce online
(ANSA) – MILANO, 2 AGO – Piu’ di uno studente su 10 ha inviato almeno una volta negli ultimi 6 mesi messaggi online volgari, crudeli o minacciosi a qualcuno. Il 2,5% lo ha fatto oltre 5 volte. Lo sottolinea una ricerca sul ‘cyberbulling’, promossa dalla neoassociazione ‘Occhi Aperti’ che monitora il ‘cyberstalking’ tra giovani. L’indagine ha coinvolto 951 studenti milanesi di eta’ media di 16,5 anni:il 6,7% ha ricevuto messaggi che lo hanno fatto temere per la propria sicurezza, l’8% ha umiliato persone online.
http://it.notizie.yahoo.com/10/20100802/ttc-stalking-10-studenti-ha-inviato-mina-f6763c2.html
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L’INDAGINEIl bullismo dilaga sul web, solo un genitore su tre vigilaParte a Milano l’osservatorio sull’odio in rete: la sua sede sarà in una casa confiscata ai clan
Cresce il bullismo su InternetPartecipano a gruppi online che inneggiano all’odio, al razzismo, all’omofobia. Frequentano regolarmente siti che si auto definiscono apertamente "nazisti". Si lasciano andare ad atti di bullismo e minacce pesanti via chat. C’è una fetta di adolescenti milanesi a cui il lato oscuro del web piace e che, nascosti dietro pseudonimi e avatar, si sentono intoccabili. L’inquietante fenomeno emerge dall’indagine realizzata da "Occhi aperti", il primo osservatorio italiano sul cyberbullismo e il cyberstalking (che ha la sede in via Monti 41, in un appartamento sequestrato alla ‘ndrangheta) costituito dall’associazione Chiamamilano in collaborazione con il liceo Niccolò Machiavelli.
Quasi il 40 per cento dei 951 studenti intervistati, alla domanda "Hai visto o sai di studenti che partecipano a gruppi online di odio?" ha risposto affermativamente, e il 23,5 per cento dei ragazzi ha visto altri compagni pubblicare materiale che "minaccia ed evoca la violenza". Parallelamente a questi comportamenti pericolosi, preoccupa anche lo stalking vero e proprio: più di uno studente su dieci ha inviato almeno una volta negli ultimi sei mesi messaggi volgari, crudeli o minacciosi a qualcuno. E il 2,5 per cento lo ha fatto per più di cinque volte. Le piattaforme su cui odio e razzismo si diffondono più velocemente sono i social network come Facebook, Myspace e YouTube, complice l’anonimato.
"Il cyberstalking è un reato subdolo – piega Milly Moratti, consigliere comunale e presidente di Chiamamilano – il suo proliferare è dovuto alla difficoltà di collegare i messaggi ai singoli individui. Molte volte, poi, i ragazzi non sono consapevoli di compiere veri e propri reati". Per quanto riguarda il "cyberbullying" il 15,1 per cento degli studenti è stato coinvolto da una a quattro volte in una disputa su Internet negli ultimi sei mesi, mentre il 6,1 per cento dichiara di aver umiliato qualcuno pubblicando su Internet pettegolezzi crudeli o materiali offensivi di altre persone.La ricerca di "Occhi aperti" – eseguita su un campione di ragazzi che va dai 14 ai 21 anni di cui il 93,9 per cento italiani e il 4,1 stranieri – non vuole però criminalizzare il web.
Dai dati, infatti, risulta anche che l’80 per cento dei ragazzi usa Internet per comunicare e che le cause di comportamenti a rischio non sono tutte da ricercare in rete: la metà degli intervistati ha dichiarato che i genitori non guardano quello che i figli fanno sul web e nel 66 per cento dei casi non hanno mai visitato il profilo Facebook dei propri ragazzi. "La cosa più urgente da fare è intervenire dal punto di vista della prevenzione – ha spiegato Fabio Roia, giudice del Tribunale di Milano – per questo motivo l’impegno di "Occhi aperti" è un segno di modernità e di civiltà culturale". Sulla stessa linea anche il dirigente scolastico regionale Giuseppe Colosio che, nella lotta al fenomeno, rivendica un ruolo di primo piano proprio per la scuola: "Le relazioni personali su Internet sono andate molto più avanti dell’istruzione e del lavoro.
La nostra istituzione non può più fare a meno dei nuovi mezzi di comunicazione: aprirsi alle novità tecnologiche è il modo migliore per prevenire casi di cyberbullismo". L’osservatorio avrà due obiettivi principali: produrre indagini sulla natura del cyberstalking e costituire un luogo di formazione per gli insegnanti delle scuole.
http://milano.repubblica.it/cronaca/2010/08/03/news/il_bullismo_dilaga_sul_web_solo_un_genitore_su_3_vigila-6027816/