Donna denuncia persecuzione a mezzo stampa

«Così sono diventata vittima dello stalking di Ciarrapico»Manuela Petescia, la giornalista presa di mira dagli articoli dell’editore, per cui i pm hanno chiesto il rinvio a giudizio

ROMA — In ordine sparso e lasciando perdere le espressioni più pesanti: «gallina», «telepitonessa d’antan», «telebefana », «cubista», «esperta in filo interdentale», «esperta di ginocchiere». Quasi ogni giorno, sempre in prima pagina. Da quattro anni. Alla fine Manuela non ce l’ha fatta più: ha chiesto aiuto al suo avvocato e ha portato a galla il primo caso di stalking a mezzo stampa. Il presunto molestatore non è uno qualunque ma Giuseppe Ciarrapico, re delle cliniche, senatore del Pdl, nella fattispecie editore di Nuovo Molise oggi. Per lui—oltre che per direttore e condirettore del quotidiano — la Procura di Cassino ha appena chiesto il rinvio a giudizio. La vittima, invece, è un volto conosciuto solo in Molise: Manuela Petescia, direttore della tv privata Telemolise e moglie di Ulisse Di Giacomo, un altro senatore del Pdl. Dal punto di vista tecnico il caso è davvero unico. L’avvocato Francesco Fimmanò, il legale della donna, ha appena terminato di spiegare il tutto ad un gruppo di interessatissimi ricercatori di Cambridge. Niente telefonate nel cuore della notte ma articoli di giornale. Niente minacce ma vignette a sfondo sessuale. Niente sms ma velenose allusioni disponibili in tutte le edicole. Eppure l’ansia e la paura sono le stesse degli altri 5 mila casi di stalking registrati in Italia da quando, un anno fa, è entrata in vigore la nuova legge.Questa brutta storia comincia nel 2005. Manuela Petescia e Ciarrapico si conoscono per lavoro. Tv e giornale si stanno per alleare, l’accordo sembra fatto. Per lei si parla di un ruolo importante nel nuovo gruppo: «Forse direttore responsabile — racconta — forse direttore editoriale». Poi succede qualcosa. «C’è stata la rottura di un rapporto personale», dice lei. E c’è chi sospetta qualche avance insistente di Ciarrapico. Fatto sta che da quel giorno cominciano gli attacchi. «Da un momento all’altro — aveva raccontato Gianni Tomeo, allora direttore del giornale, poi morto — l’editore ci ha chiesto di distruggere Manuela», una cosa che «non ha nulla a che vedere con la cronaca, con i fatti, con il diritto di critica ». E così — aggiunge lei — «sono diventata la vittima di una campagna di aggressione selvaggia, fatta di notizie false e insinuazioni». Qualche esempio. Vignetta della primavera 2008: «Taglio i posti letto», dice suo marito Ulisse Di Giacomo, allora assessore alla Sanità. «Perché tagli?» risponde lei. «No, no—ribatte lui — solo la Sanità, gli altri sono tutti tuoi». Articolo del 27 giugno 2009, siglato G.C., che parla sempre del marito della giornalista: «Caro sciacallo, tu sei abituato alla menzogna, non fosse altro per il tuo felice o infelice matrimonio con chi di menzogne se ne intende. Ma poca fretta, perché potresti farti male, e prima o poi male ti farai! ». A volte il meccanismo è più raffinato. Il 20 aprile 2009 il Nuovo Molise spara il titolone in prima pagina: «Clamoroso! Terremoto nel mondo dell’informazione. Commistione tra giornalisti, mondo politico ed economico». L’articolo dice che Manuela Petescia è coinvolta nell’inchiesta sull’apertura di una centrale. È stata interrogata in procura, anzi circolano voci che stia per essere arrestata. Tutto falso. Lei in procura ci va davvero. Non per essere interrogata ma per denunciare Ciarrapico

http://www.corriere.it/cronache/10_marzo_09/salvia-stalking-ciarrapico_10611280-2b59-11df-bcb9-00144f02aabe.shtml 

Questa voce è stata pubblicata in Stalking. Contrassegna il permalink.