Veneto. In aumento separazioni e divorzi tra coppie di immigrati
venerdì 01 ottobre 2010
Secondo la Commissione Regionale Pari Opportunità che ha elaborato una statistica sulle donne vittime di violenza nel Veneto, oltre metà delle donne ha subito molestie sessuali, il 53,8% dell’universo femminile tra i 14 e i 65 anni dichiara di essere stata vittima di ricatti sessuali nei luoghi di lavoro.
Più diffuse le molestie verbali che riguardano il 26,6% di donne venete rispetto a quelle fisiche (il 21,1%). Ed il divorzio, cui ricorrono sempre più donne immigrate, sembra davvero rappresentare l’ unica alternativa per sottrarsi a percosse e violenze domestiche e per sfuggire alla segregazione.
Cresce, infatti, la consapevolezza del proprio essere nella società ed il desiderio di rimettersi al centro della propria vita, attraverso il ricorso sempre più esponenziale alla consulenza legale. L’avvocato Martina Meneghello, che segue molti casi di vittime di maltrattamenti e violenza,spiega il costante aumento di donne straniere che hanno deciso di rivolgersi ai Centri Antiviolenza della regione, chiedendo tutela. “La richiesta di separazione è una novità per le comunità straniere.
Le donne che vivono qui sentono parlare di diritti, realizzano che esiste la possibilità di fare una vita diversa. E trovano una rete di supporto che permette loro di fuggire dai mariti e trovare un aiuto legale” aggiunge. Si tratta di una tendenza su cui attualmente non esistono statistiche, ma confermata dai legali veneti che collaborano con i Centri Antiviolenza, secondo i quali “c’è una voglia di autodeterminazione che spinge molte straniere a chiedere la separazione, è un nuovo fenomeno, in crescita”.
Sull’argomento è intervenuto anche Abdallah Khezraji, marocchino, Vice Presidente della Consulta regionale per l’immigrazione che, pur ammettendo le difficoltà nei rapporti tra le coppie straniere, sottolinea come “le responsabilità dei conflitti non sono mai da una sola parte. Bisogna sempre sentire entrambe le versioni, sia la donna che l’uomo”. “E’ vero che tanti matrimoni vengono combinati in fretta dalle famiglie e spesso c’è differenza di età tra i coniugi” aggiunge “ma in fondo succede lo stesso anche in Occidente, perchè scandalizzarsi?”
Più in generale, secondo il Vice Presidente della Consulta, “per gli stranieri è duro cambiare il contesto culturale. La cultura maschilista e conservatrice di tanti uomini immigrati si scontra con la voglia di emancipazione delle loro donne che attraverso la tivù e la quotidianità conoscono un modo diverso di vivere”. Tuttavia, conclude Khezraj, la vera sfida riguarda le nuove generazioni “nate e vissute in Italia, occidentali a tutti gli effetti. Di questo, come genitori ed educatori, dovremo tenerne conto”.
Aumenta, dunque il desiderio di autodeterminazione delle donne immigrate, decise a riconquistare la propria libertà a scapito di antichi retaggi alla ricerca di tutele reali. La “rivolta” di Samia, la giovane che a Vicenza fuggì dal marito denunciandolo, ha certamente rappresentato un primo passo verso l’acquisizione di una nuova coscienza di emancipazione tra le donne immigrate, stanche di soprusi e più che mai decise ad affrancarsi dal padre – padrone.
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