Italiano, accusato di stalking nei confronti della ex, del suo nuovo fidanzato, dei suoi familiari

Agguati e violenze alla ex, sotto processo per stalking

Non riusciva ad accettare l’idea che la storia con la sua ragazza fosse finita e così aveva iniziato a perseguitare lei, i familiari, il nuovo fidanzato e un amico

Fermo, 5 ottobre 2010 – Non riusciva ad accettare l’idea che la storia con la sua ex fosse finita e così aveva iniziato a perseguitare lei, i familiari, il nuovo fidanzato e un amico. Alla fine per S. P., 36 anni, ex operatore assistenziale di Porto San Giorgio, erano scattate le manette per il reato che da un paio d’anni viene definito stalking.
Ieri si è aperto il processo davanti al giudice del tribunale di Fermo, Marcello Cozzolino.

Nel corso dell’udienza, le vittime, rappresentate dall’avvocato Nicola Loira, si sono costituite parte civile per chiedere il risarcimento dei danni subiti. Il giudice ha poi ascoltato la testimonianza dell’agente di polizia intervenuto dopo una richiesta di aiuto al 113 da parte della vittima dello stalking – C.V., 31 anni, sangiorgese – e del suo attuale ragazzo, che hanno rischiato di essere speronati da P. Il poliziotto ha riferitio anche la versione fornita dall’imputato, difeso dall’avvocato Simone Gasparroni, che all’epoca dei fatti aveva sostenuto di essere stato urtato dall’auto dei due.

Sta di fatto che nel marzo 2009 l’imputato venne colpito da un duplice mandato di custodia cautelare, emesso dal gip Carla Moriconi, che disponeva gli arresti domiciliari per l’autore della persecuzione e il sequestro della sua auto.
La drammatica vicenda aveva preso il via sei mesi prima, quando la vittima aveva deciso di troncare un flirt con la persona che poi sarebbe diventata il suo incubo.

Dopo la rottura, però, lui aveva inizia a tormentarla con continue telefonate e appostamenti sotto casa. La ragazza aveva allora deciso di rivolgersi alla polizia. Il giovane, dopo una sorta di ammonimento, sembrava aver recepito il messaggio. Invece di lì a poco aveva iniziato un’escalation che era culminata con continui danneggiamenti della casa e dell’auto di lei e dei suoi familiari, lanci di bottiglie contro i vetri dell’abitazione, ingiurie e minacce anche contro il suo nuovo fidanzato e i suoi amici, scritte con bombolette di vernice e ruote squarciate.

La situazione era degenerata sempre più e l’intera famiglia di lei si era trovata a vivere un inferno. La ragazza, a causa del continuo stato di terrore, era addirittura finita in cura da uno psichiatra e aveva dovuto far uso di tranquillanti. Nel frattempo erano scattate ben sette denunce contro l’uomo e, grazie ai rilievi tecnici della Scientifica, la polizia aveva accertato che le impronte digitali rilevate sulle bottiglie usate per sfondare i vetri appartenevano all’ex fidanzato della vittima: nessun dubbio che fosse lui, quindi, l’autore degli atti persecutori seriali elencati nelle denunce.

http://www.ilrestodelcarlino.it/fermo/cronaca/2010/10/05/394647-agguati_violenze_alla_sotto_processo_stalking.shtml

Questa voce è stata pubblicata in Stalking, Violenza maschile. Contrassegna il permalink.