UNO SPORTELLO ANTIVIOLENZA PER LE DONNE DEL VESUVIANO
[Il centro Lilith] La recente cronaca ci ha mostrato una società ancora violenta nei confronti del mondo femminile. Spesso, ma non a torto, si guarda verso mondi lontani, perdendo però l’attenzione verso quello che accade proprio sotto i nostri occhi.
L’ultimo caso in ordine cronologico, quello di Teresa Buonocore, ci ha immesso tragicamente in una realtà sconcertante, e che sembra mettere a confronto due distinte concezioni di famiglia. La prima, quella visceralmente legata all’amore filiale e pronta a difendere fino alle estreme conseguenze la progenie e appunto rappresentata dalla coraggiosa donna di Portici. L’altra è invece rappresentata da chi, anche se donna, moglie e probabilmente madre, pare abbia scelto il cammino del familismo più torbido, quello che fornisce l’humus migliore alla logica camorristica. Una sorta di mutua protezione che, anche davanti alle palesi aberrazioni dei propri familiari, tira dritto prendendosela proprio con chi ne era invece vittima.
È dunque importante focalizzare l’attenzione sulla situazione delle donne e cercare di capire perché una madre coraggio muore e la moglie di un pervertito procura la morte di una della sue vittime invece di rinnegare l’infame consorte, trattandolo quasi come se fosse stato lui a subire le impensabili angherie di cui s’è fatto partecipe.
La cronaca, si sa, accende i suoi riflettori solo quando il caso è eclatante e quindi non svelerà mai completamente quanto di nascosto e violento esiste nel perimetro delle mura domestiche. Ecco perché è fondamentale la presenza sul territorio di strutture che forniscano ausilio e assistenza a tutte coloro che ne abbiano bisogno.
In tutto il Vesuviano esiste attualmente un’unica realtà che da pochi mesi fornisce, a San Sebastiano al Vesuvio, un servizio di ascolto per le donne in difficoltà, è lo sportello antiviolenza Lilith.
Lilith dal nome della prima moglie di Adamo, prima di Eva. Secondo le tradizioni talmudiche e musulmane e quelle della Cabbalah, colei che rifiutò di soggiacere col primigenio e che per questo fu condannata a lasciare l’Eden e divenire una sorta di demone, sinonimo di lussuria e adulterio ma anche per questo, in seguito, simbolo di emancipazione femminile.
Abbiamo incontrato Vera Guida, direttrice dello sportello, che nasce in seno all’associazione di commercio equo e solidale “Sott’e’Ncoppa” e abbiamo discorso con lei sulle loro attività.
«Innanzitutto bisogna considerare che di sportelli antiviolenza in zona c’è solo questo, se si esclude un altro a Napoli in zona Posillipo. Le nostre quattro operatrici di San Sebastiano sono dell’associazione le Cassandre di Ponticelli ma comunque non esistono altre strutture tali da poter assistere come il nostro sportello».
Che tipo di consulenza offrite?
«Offriamo consulenza alle donne vittime di violenza con una prima accoglienza, poi, a seconda dei casi, a seconda dell’analisi dei bisogni della persona che ci interpella, offriamo consulenza legale, psicologica e di orientamento al lavoro».
Come vi finanziate?
«Questo è un progetto che noi come associazione avevamo in mente già da parecchio. Negli ultimi due anni abbiamo fatto un percorso specifico di riflessione prima con il progetto in Perú, dove siamo entrati in contatto con questa realtà di commercio equo gestita da sole donne. Lo sportello nasce all’interno di questo percorso l’8 marzo scorso, grazie a un finanziamento del Centro Servizi per il Volontariato. Nel 2009 hanno fatto questo bando di perequazione sociale e abbiamo deciso di concretizzare questa nostra idea. I CSV, che nascono in tutta Italia, sono delle fondazioni bancarie obbligatorie, le banche, per legge, devono versare un tot per la loro gestione. Lo sportello è l’azione centrale ma il nostro è un progetto che portiamo avanti con un’altra associazione di Caserta, “Spazio donna”, che nasce come telefono rosa e che dagli anni novanta è riuscita a gestire due case d’accoglienza».
Dall’8 marzo ad oggi, quante persone hanno chiesto il vostro aiuto?
«Purtroppo tante! Al momento abbiamo 20 utenti che seguiamo. Ci sono persone che seguono il percorso di psicoterapia, altre che hanno fatto riferimento solo al servizio legale piuttosto che di orientamento al lavoro, altre che hanno usufruito di tutte e tre i servizi. Purtroppo, la famiglia, spesso risulta essere il luogo di maggiore disagio. Su 20 utenti, 19 vengono da situazioni di violenza all’interno delle mura domestiche e uno solo è un caso di mobbing».
Come agite nell’ambito della società civile?
«Noi siamo in rete con la polizia, grazie all’aiuto all’interno dei comandi di persone sensibili e formate sull’argomento…».
Soltanto donne?
«Le nostre referenti sono donne ma abbiamo trovato molto aiuto anche da poliziotti. Comunque uno sportello non può che lavorare in rete, con i consultori, con i prontosoccorsi…».
E per l’orientamento al lavoro?
«Spesso le donne che si rivolgono a noi cadono nell’equivoco, scambiando il nostro servizio con un centro per l’impiego, noi siamo tutt’altro, non diamo il contatto per fare un lavoro, lavoriamo in maniera specifica sulla donna e sulla consapevolezza delle proprie capacità. Infatti una donna che ha subito violenza è una donna che non ha capacità di valutarsi. Donne che non si sono mai iscritte al centro per l’impiego, che non sanno neanche cosa sia. Noi innanzitutto cerchiamo di capire la donna in che condizioni sia, cercare un lavoro, è un lavoro che spesso non riesce ad affrontare. C’è da affrontare a monte un lavoro di riqualificazione, e capire le propensioni, le attitudini, i desideri, per darle degli strumenti tali da poter cercare lavoro».
Qual è il vostro obiettivo, il vostro sogno?
«Una casa d’accoglienza, non ce ne sono in zona».
(Fonte foto: www.sportellolilith.it)
Lo sportello di ascolto per le donne in difficoltà “Lilith”, si trova in via Luca Giordano 24, San Sebastiano al Vesuvio.
Mail: info@sportellolilith.it
www.sportellolilith.it
Orari di prima accoglienza:
Lunedì: 10,00-13,00
Giovedì: 15,00-18,00
http://www.ilmediano.it/aspx/visArticolo.aspx?id=11140