Minaccia di far saltare una palazzina con il gas
PAURA IN VIA PORTILE. Pretendeva la restituzione di una somma di denaro dalla donna
I carabinieri fanno irruzione nell’abitazione e lo bloccano L’uomo arrestato per stalking ed estorsione all’ex convivente
S’era barricato in casa, minacciando di far esplodere l’intera palazzina con il gas. Voleva 300 euro dall’ex convivente: questo il motivo che aveva scatenato l’ira di Gaetano Cicoria, 47 anni, di origine pugliese, nullafacente, residente in città, in via Portile, che ha creato ore di grande tensione e paura. I carabinieri, però, sono riusciti dapprima a prevenire il pericolo maggiore, quello di una possibile esplosione e poi, con un’irruzione studiata nei minimi particolari e piuttosto complessa, a bloccare l’uomo. È accaduto venerdì, fra la tarda mattinata e le prime ore del pomeriggio. A guidare l’irruzione, il capitano dei carabinieri Danilo Lacerenza.
L’uomo è finito in manette con due accuse: estorsione e stalking ai danni della donna che aveva vissuto con lui fino allo scorso luglio, G.B., 40 anni, bassanese: stanca dei continui litigi, ha deciso di interrompere la relazione. Da quel momento non ha avuto più pace, in un crescendo di tensioni e minacce. È stata pedinata, tormentata da una serie continua di messaggi al cellulare e perfino presa a calci anche in strada. Il 19 settembre, giorno dell’adunata degli alpini del Triveneto, i carabinieri sono stati chiamati da alcuni passanti che avevano visto notato l’uomo mentre, lungo il tratto della ferrovia che sormonta Ca’ Baroncello, si puntava al collo un grosso coltello. Minacciava di uccidersi e s’era ferito all’avambraccio. Sembra che con la stessa arma poco prima avesse inseguito l’ex convivente. I militi l’hanno calmato e poi denunciato per stalking.
Giovedì scorso, di sera, Cicoria ha raggiunto la donna davanti all’abitazione nella quale si era rifugiata, colpendola con due calci.
La mattina successiva G.B., disperata, s’è presentata alla caserma dei carabinieri dove lo stesso Cicoria ha telefonato, dopo che non poteva più raggiungere l’ex compagna al cellulare spento. Al telefono, il maresciallo Antonio Bellanova ha cercato di calmare l’uomo che continuava a reclamare i 300 euro e che asseriva di voler fare saltare la palazzina con il gas. Intuita la gravità della situazione, una decina di uomini è accorsa in via Portile, allertando gli altri due nuclei familiari residenti nella palazzina del pericolo e a facendoli uscire. I carabinieri sono riusciti, dall’esterno a chiudere i rubinetti del gas, disinnescando il gravissimo pericolo di un’esplosione. Il maresciallo Bellanova, salito al primo piano della palazzina, è riuscito a parlare, attraverso una finestra, con l’uomo e a seguirne le mosse. Gaetano Cicoria aveva un coltello, un accendino, dell’alcool, una spranga. Ad un certo punto ha gettato il coltello sul pavimento e con l’accendino s’è avvicinato al fornello a gas. A quel punto Bellanova ha dato il segnale ai colleghi che hanno sfondato la porta, scardinandola dapprima con un piede di porco e poi buttandola giù a spallate. Non è stato facile perché l’uomo aveva addossato un tavolo tra la stessa porta e ad uno dei muri.
Una volta dentro, i militi l’hanno disorientato spruzzandogli dello spray al peperoncino. In un batter d’occhio l’hanno immobilizzato e portato in caserma, ma nemmeno lì il protagonista s’è calmato. Quindi l’arresto e il trasferimento al carcere di Vicenza. L.Z.
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