Trieste, carabiniere accusato di violenza sessuale su una collega
La vittima ha dichiarato di essere stata molestata nella caserma di Guardiella e durante i servizi esterni di pattuglia. Indagato anche dalla Procura militare, il maresciallo è stato subito trasferito
TRIESTE Il nome di un maresciallo capo dei carabinieri in servizio fino a poco tempo fa alla stazione di Guardiella, periferia di Trieste, è iscritto nel registro degli indagati della Procura. Si chiama Fabrizio Innocenti, 48 anni. Il sottufficiale è accusato di violenza sessuale e molestie nei confronti di una collega e abbandono di servizio. A tiralo in ballo è stata la stessa collega. Si tratta di una giovane carabiniere donna. In due occasioni ha denunciato il maresciallo capo Innocenti direttamente al comandante della compagnia di via dell’Istria. Così anche senza la querela il procedimento è scattato d’ufficio.
E immediatamente sono state aperte due inchieste, sia da parte della procura ordinaria (coordinata dal pm Massimo De Bortoli), ma anche da parte di quella militare di Verona per quanto concerne l’a spetto delle violazioni disciplinari. Le accuse nei confronti del sottufficiale sono pesanti. La donna carabiniere ha dichiarato di essere stata molestata sia nella caserma di Guardiella dove prestava servizio sia durante i servizi esterni di pattuglia; gli episodi si sarebbero verificati nei mesi di marzo e dicembre dello scorso anno. Ma al momento – è bene chiarirlo – gli unici elementi sono costituiti solo dalle dichiarazioni della vittima.
Tuttavia nella sua relazione la militare ha indicato numerosi messaggi sms dal contenuto hard con tanto di foto molto eloquenti che il maresciallo capo Innocenti le avrebbe inviato. Ha riferito poi di avances culminati in palpeggiamenti messi in atto da parte del collega più alto in grado. Allo scopo, così emerge dagli atti, di convincerla ad avere un rapporto sessuale. In ufficio, stando alle accuse, il sottufficiale si sarebbe appoggiato e strofinato contro di lei più volte mimando un rapporto sessuale. Ma c’è di più. Dalle indagini è emersa anche una sorta di ”fuga sul Carso” avvenuta durante un servizio di pattuglia antitaccheggio al centro commerciale Il Giulia.
La donna ha dichiarato, nel rapporto inviato al Comando, che il maresciallo capo le ha ordinato di abbandonare il servizio. I due militari sono saliti nell’auto privata del sottufficiale per dirigersi in un posto isolato sulla strada per Opicina dove l’uomo avrebbe chiesto in maniera esplicita al carabiniere donna di avere un rapporto sessuale. A questo punto il maresciallo capo – sempre secondo la denuncia – avrebbe messo le mani addosso alla collega. «Ti prego, fammi sognare…», queste le sue parole appassionate, per nulla apprezzate.
La carabiniera ha resistito. Dopo poche ore ha scritto un rapporto al comando. “I fatti sono tutti da accertare. Posso confermare che che due relazioni sono state inviate alla procura militare e a quella ordinaria sulla vicenda. In via provvisoria il sottufficiale è stato trasferito”, ha dichiarato il comandante provinciale Carlo Tartaglione. L’avvocato Teresa Vassallo di Verona, difensore del maresciallo Innocenti, non ha voluto fare dichiarazioni
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