Vittorio Veneto. Vuole bruciare la mamma, arrestato
Cosparge di benzina la madre e minaccia di bruciarla se non vende la casa e non gli consegna i soldi: un disoccupato con problemi di alcolismo, Giancarlo Zanetti, 47 anni, è stato arrestato per tentato omicidio
Sua madre si è barricata in camera per cercare di sfuggire a quella violenza assurda, ma lui ha sfondato la porta a calci. L’ha aggredita, picchiata. L’ha cosparsa di benzina, un atto premeditato con lucida follia. «Ti ammazzo! Ti ammazzo!». Le ha puntato contro un accendino, come un folle boia pronto a colpire.
Tutto per soldi, i soldi che voleva per comprarsi la droga. Eroina, in particolare, il mostro burattinaio che lo ha riempito di istinto omicida. Voleva che sua madre vendesse la casa per “finanziarlo”.
La donna è miracolosamente riuscita a scappare dalla furia del figlio e a rifugiarsi dai vicini, che hanno chiamato i carabinieri.
Giancarlo Zanetti, 43 anni, è ora in carcere a Treviso. Tentato omicidio, questa l’accusa nei suoi confronti.
Un’aggressione folle, terrificante. La donna, L.V., 75 anni, è vedova. Vive con il figlio, Giancarlo Zanetti, a Ceneda di Vittorio Veneto, in via Francesconi. Una convivenza sofferta, piena di dolore. Lui si droga, la picchia. Già nel 2008, in aprile, Giancarlo aveva aggredito selvaggiamente l’anziana madre: anche il quel caso voleva soldi. Lavorava come operaio in una ditta di Colle Umberto, ma il suo stipendio non gli bastava mai in quel pozzo nero e profondissimo della dipendenza. Per quell’aggressione era finito in carcere: tentata estorsione, due anni e sei mesi di condanna. Con un leggero sconto sulla pena, era uscito di prigione da un paio di mesi.
Ma i fantasmi della droga lo hanno seguito e perseguitato, fino a trasformarlo in un mostro pronto a uccidere la madre pur di trovare i soldi per le dosi, eroina ma anche cocaina, per non parlare dell’alcol.
Mercoledì sera è tornato a casa ubriaco, con la bottiglia in mano. La madre temeva una serata di ordinaria violenza, non sapeva che stava per succedere addirittura di peggio. Lui ha iniziato a insultarla. Devi vendere questa casa, le urlava, e darmi i soldi. Giancarlo non è figlio unico, ha una sorella che però non vive con loro.
La madre non voleva cedere al ricatto: la casa è tutto quello che ha. Lui ha insistito, è passato alle mani, l’ha picchiata. Lei si è barricata in camera da letto, al primo piano. Si è chiusa dentro. Lui non ha desistito, anzi. E’ andato in garage. Ha preso la tanica di benzina, gialla, quella che usa per il decespugliatore. Ha salito le scale. Si è diretto verso la camera, e quando ha trovato la porta chiusa a chiave, la sua rabbia è esplosa definitivamente.
L’ha sfondata a calci, una scena agghiacciante per la madre, in trappola come nel film Shining. Lui le è piombato addosso, l’ha colpita ancora, ha iniziato a versarle addosso la benzina. «Ti ammazzo! Ti ammazzo!». Le ha mostrato l’accendino, un «bic» nero. Un messaggio più che chiaro: non sto scherzando.
Lei ha trovato le forze per scappare, sfuggire alla sua morsa, correre giù dalle scale. E’ andata dai vicini, sconvolta, terrorizzata. Loro hanno capito subito cosa stava succedendo. Hanno chiamato i carabinieri, che in pochi minuti hanno messo fine all’incubo.
Anche alla presenza dei militari, però, Giancarlo ha continuato a cercare di aggredire la madre: «Ti ammazzo! Guarda, è colpa tua se adesso ci sono anche i carabinieri». Una tragedia evitata, dicono i capitani dei carabinieri Vincenzo Nicoletti e Giancarlo Carraro. Sperando sia l’ultima, per la povera donna.
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