Violenza sessuale a prostitute Indagato per dieci episodi
ABUSI/1. Le testimonianze sono concordi. L’aggressore era un uomo brizzolato e mancino che indossava gli occhiali
Lo aveva incastrato una ragazza fotografando il numero di targa dell’auto con il cellulare Altre lo hanno poi identificato
Pretendeva che non lo guardassero in faccia mentre le violentava perchè non voleva farsi riconoscere. Ha ripetuto lo stesso copione fino a dieci volte, puntando la pistola alla tempia delle lucciole, mentre abusava di loro. E poi le rapinava dell’incasso della serata con l’ultimo “invito”: «Stai zitta, altrimenti ti ammazzo». Era lui, dicono in Questura, lo stupratore seriale che ha colpito nove volte tra il dicembre 2009 e il luglio dello scorso anno sempre armato di pistola, impugnata con la mano sinistra e mai trovata.
Lo dicono gli inquirenti della Squadra mobile che ieri hanno annunciato una seconda ordinanza di custodia cautelare, firmata dal gip Monica Sarti su richiesta del pm Elisabetta Labate, a carico di Massimiliano Maria De Antonis, 46 anni, già arrestato il 31 luglio scorso. In quell’occasione la procura lo aveva accusato di rapina e violenza sessuale nei confronti di quell’unica giovane che l’aveva denunciato. Poi, però, altre colleghe si sono fatte forza e si sono recate in questura denunciando la violenza subita. E così si è arrivati ad altre nove ragazze che accusano il De Antonis di violenza sessuale (otto) e rapina (nove). Quell’uomo, riferiscono dalla questura, era diventato una sorta d’incubo per chi esercitava la professione più antica del mondo nei primi mesi dello scorso anno.
Le prima segnalazioni erano arrivate agli agenti della Mobile già a partire dal maggio scorso. Sono stati organizzati così controlli mirati sulle strade del sesso a pagamento tra Verona e provincia. Il De Antonis pur di non farsi intercettare dagli uomini in divisa era solito cambiare spesso la zona di frequenza. E così i controlli si sono estesi oltre che sulla Regionale 11 anche a Ca’ di David, al distributore su viale del Lavoro fino alla strada per andare a Grezzana dove il quarantaseienne avrebbe contattata un’altra lucciola poi violentata e rapinata. In realtà, aggiungono gli inquirenti, coordinati dal dirigente Giampaolo Trevisi, ci potrebbero essere altre vittime, mai recatisi in questura, però, perchè clandestine o non in in regola con la legge. Queste violenze, però, sono destinate a cadere nel silenzio di un’ingiustizia che forse non sarà mai risarcita.
Una volta, però, saputo dell’arresto, le giovani hanno raccontato la loro brutta esperienza, «cristalizzandola» nell’incidente probatorio, svoltosi il 20 ottobre davanti al giudice Laura Donati. Gli inquirenti sostengono che le deposizioni delle vittime sono concordi e ruotano su alcuni elementi comuni. A partire dal fatto di essere un mancino: tutte le giovani avrebbero parlato dell’utilizzo della mano sinistra per impugnare la pistola da parte del De Antonis. E ancora: le vittime hanno parlato di un paio d’occhiali e dei capelli brizzolati, E avrebbe usato sempre la stessa tecnica: prima della violenza, scendeva dall’auto. Posizionava uno straccio o il suo giubbino sulla targa. Poi si presentava al finestrino dell’amica occasionale, le puntava la pistola (mai ritrovata) e la obbligava a sottostare ai suoi desideri sessuali. Una volta finito il rapporto, la rapinava dell’incasso che si aggirava tra i 110 e i 400 euro. Alla fine, si allontanava, facendo perdere le sue tracce. Ma il veronese di professione corriere, considerato insospettabile da colleghi e amici, lasciava alle sue spalle troppi elementi per non risalire alla sua identità, compreso il modello dell’auto, una Toyota grigia. A incastrarlo, però, una ragazza sordomuta che la sera del 31 luglio lavorava sulla Regionale 11. È stata lei a fotografare quel giorno con il telefonino la targa della macchina di De Antonis, riconosciuto per una precedente violenza sessuale. E per gli agenti quella foto ha rappresentato la chiave di volta dell’inchiesta. L’hanno intercettato e dopo un breve inseguimento, l’hanno arrestato. G.CH.
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