SEI IMPUTATI COINVOLTI NELLA SCOMPARSA E NELL’OMICIDIO DELLA DONNA
Donna sciolta nell’acido, la figlia:
«Con orgoglio contro mio padre»
La figlia 19enne di Lea Garofalo parte civile nel processo in Corte d’Assise: «Una scelta di libertà»
MILANO – «Orgogliosa testimone di giustizia». Così si sente Denise, 19 anni, la figlia di Lea Garofalo. Sua madre, collaboratrice di giustizia, scomparve tra il 24 e il 25 novembre 2009 a Milano, dove si era trasferita per stare vicino alla figlia, rinunciando al programma di protezione. Si scoprì poi che era stata sciolta in 50 chili di acido dall’ex compagno e padre di Denise, Carlo Cosco, affiliato alla ‘ndrangheta, per punirla per la sua collaborazione con la giustizia. Denise, inserita nel programma di protezione, non ha potuto essere presente in aula ma le sue parole sono state riportate dalla sua legale, Vincenza Rando. Davanti alla Prima Corte d’Assise di Milano ha chiesto di costituirsi parte civile nel processo che si è aperto a carico dei 6 imputati coinvolti, secondo l’accusa, nella vicenda. Tra questi compare anche il padre.
SOTTO PROTEZIONE – La ragazza segue costantemente, a distanza, gli aggiornamenti del caso. «Dall’esito del processo riparte la sua nuova speranza» ha affermato la legale, ribadendo che la 19enne è orgogliosa della «scelta di libertà», anche «contro il padre. Con forza vuole giustizia», ha spiegato. L’avvocato inoltre ha chiarito che la ragazza «ha sempre percepito» che quelle persone che le stavano accanto, tra cui il padre Carlo Cosco, avevano ucciso la madre con un metodo da «lupara bianca». Denise è convinta del quadro accusatorio formulato dalla procura milanese, secondo cui anche il suo ex fidanzato avrebbe concorso nell’occultamento del cadavere della madre. «Aveva percepito – ha sottolineato il legale – che per un po’ era stata con persone che potevano essere coinvolte nella scomparsa della madre». Oggi, davanti alla Corte non è stata l’unica a chiedere di costituirsi. Lo stesso ha fatto il Comune di Milano, che rivendica in sostanza un danno all’immagine, in quanto la città è futura sede dell’Expo, ma anche la Regione Calabria, come parte danneggiata e la provincia di Crotone.
LA SCOMPARSA – Lea Garofalo, originaria di Petilia Policastro (Crotone) era collaboratrice di giustizia dal 2002. Scomparve fra il 24 e 25 novembre 2009, dopo che nel 2002 aveva deciso di testimoniare sulle faide interne tra la sua famiglia e un’altra rivale ed era finita sotto protezione (programma poi revocato nel 2006). Nell’ottobre dello scorso anno l’ex compagno, due suoi fratelli, e altre tre persone, vennero arrestate.
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