#59 – Donna uccisa e gettata in un fosso

Avezzano, giovane uccisa e gettata in un fosso
Forse massacrata di botte o investita: mistero su un’auto bruciata, ritrovata una borsetta. La donna (nella foto) lavorava in un locale della Valle Roveto. Era sparita da giovedì

AVEZZANO. «C’è una donna morta in un fosso». Sono le 14,15 quando la concitata voce di un passante chiama la sala operativa dei carabinieri di Avezzano. Comincia da qui il mistero di Cese, frazione alle pendici del monte Salviano. Quel corpo disteso tra il verde dei Piani Palentini, a piedi nudi, con indosso un paio di pantaloni neri, la maglietta leggermente sollevata è di Mariana Marku. Scomparsa da giovedì. Aveva 30 anni. A Natale dell’anno scorso era arrivata dall’Albania. Lavorava in un locale notturno di Civitella Roveto.

Agli inquirenti, coordinati dal capitano dei carabinieri Michele Borrelli, basta poco per capire che si tratta di un omicidio. «È l’ipotesi privilegiata» conferma anche il sostituto procuratore di Avezzano, Guido Cocco. Che aggiunge: «Il corpo presenta varie ecchimosi, non ci sono lesioni da arma bianca o da fuoco».

Il cadavere della donna è stato scaraventato al di là del guard-rail di via Pietro Marso. All’arrivo del medico legale si scoprirà che ci sono anche fratture a un braccio, a una gamba e una ferita alla testa. Altre conferme potrebbero arrivare dall’autopsia affidata all’anatomopatologo Cristian D’Ovidio. Esame che forse verrà eseguito tra oggi e domani.

Nel campo sono state trovate le scarpe e la borsetta della donna, sequestrate dai carabinieri del Reparto operativo dell’Aquila. Tre le ipotesi degli investigatori. La giovane potrebbe essere stata massacrata di botte. O forse potrebbe essere stata investita e uccisa al c
ulmine di una lite (in una delle ferite ci sarebbero anche frammenti del vetro di un’auto). Non si esclude neanche l’investimento da parte di un’auto pirata, anche se il medico legale farebbe risalire la morte a 48 ore prima (il giorno della sparizione?), mentre il corpo sarebbe stato abbandonato in zona in un periodo successivo (venerdì?). Anche per questo, ieri, la strada è rimasta chiusa al traffico per 7 ore. I rilievi si sono conclusi dopo le 21.

Ieri mattina, il fratello della vittima, Valentino, ha denunciato la scomparsa di Mariana al commissariato di polizia di Avezzano. Dunque poche ore prima del ritrovamento del corpo. La donna, madre di un bambino di 11 anni, viveva in una casa di Cese proprio con il fratello e la cognata. Prima di trasferirsi nella Marsica aveva lavorato in un locale di Alatri (Frosinone). Da qualche mese era impiegata all’Orchidea blu di Civitella Roveto. Il fratello, il gestore del locale e una collega di lavoro sono stati ascoltati dai carabinieri per ricostruire le ultime ore di vita di Mariana Marku. Verranno esaminati anche i tabulati del telefonino della giovane.

Ma per chiarire il giallo c’è da capire se c’entra qualcosa la carcassa della Mercedes trovata giovedì sulla stessa strada e a non più di 300 metri dal punto in cui ieri è stato scoperto il corpo senza vita. Un’auto ridotta a un tizzone, parcheggiata sul ciglio di via Pietro Marso e poi bruciata. Qualcuno voleva nascondere qualcosa? Una strana coincidenza? La Mercedes, sotto sequestro in un deposito di Trasacco, è risultata rubata qualche giorno fa a Cerveteri (Roma). Sull’auto, ieri pomeriggio, la Scientifica ha eseguito nuovi rilievi. Perché per gli stessi carabinieri sembrano troppi due misteri per non fare sembrare assurda una coincidenza simile nella piccola Cese.

http://ilcentro.gelocal.it/laquila/cronaca/2012/05/06/news/avezzano-giovane-uccisa-e-gettata-in-un-fosso-5789969

Omicidio Avezzano, Mariana picchiata prima di morire
Emergono nuovi particolari dopo gli accertamenti medico-legali
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AVEZZANO. Picchiata con violenza e colpita ripetutamente con calci e pugni. Poi investita. Mariana Marku, prima di essere gettata in un fossato di via Pietro Marso a Cese, sarebbe stata picchiata. Un particolare che emergerebbe dagli accertamenti medico-legali.

Il mistero sulla morte della giovane intrattenitrice albanese ritrovata sabato scorso in un campo della frazione di Avezzano, vicino alla sua abitazione, si fa sempre più intricato. Gli inquirenti stanno ascoltando alcuni clienti che frequentavano il night club privato di Civitella Roveto, dove la ragazza faceva l’intrattenitrice ma si batte anche la pista albanese e l’omicidio per vendetta.
Per stabilire cosa sia accaduto quella notte (giovedì 3 maggio) a poche decine di metri dal centro abitato del paese, vicino a una strada sterrata, è fondamentale l’esito degli accertamenti sul corpo della vittima.

L’ipotesi di un investimento accidentale sembra perdere sempre più consistenza col passare dei giorni. Al contrario la tesi di una lite furibonda prima dell’abbandono del corpo e forse dell’investimento successivo a una lotta prende sempre più piede. I lividi trovati in alcuni punti del corpo dell’albanese non sarebbero compatibili con un investimento. Soprattutto per quanto riguarda i lividi trovati sull’addome. Questo significherebbe che prima di essere investita la ragazza avrebbe avuto una colluttazione. Un’auto avrebbe fatto il resto, causando le fratture di una gamba e di un braccio, oltre ad alcune ferite alla testa che presentava alcuni vetri sulla cute.

Uno scenario complesso quello che i carabinieri stanno analizzando. Di certo c’è solo il ritrovamento di una Mercedes carbonizzata rubata pochi giorni prima a Cerveteri.
Continuano le indagini, intanto, anche per stabilire chi ha inviato l’sms alla donna: «Vengo a prenderti». Dai messaggi partiti e ricevuti da Mariana Marku è emerso che la ragazza si sarebbe incontrata con un uomo nella notte tra giovedì e venerdì. Finora sono stati ascoltati anche il fratello e una collega di lavoro della giovane. Ieri mattina il corpo della ragazza è stato trasferito a Fiumicino dall’agenzia funebre di Antonio Rossi. Questa mattina è previsto l’imbarco sul volo per l’Albania.

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Avezzano, Mariana Marku sarebbe stata uccisa per vendetta

Non sarebbe stato un incidente stradale ma si tratterebbe di un omicidio.
Mariana Marku, l’albanese di 30 trovata morta il 5 maggio scorso in località Cese di Avezzano sarebbe stata uccisa. Ma da chi? I carabinieri, che sin dal primo momento hanno avuto dubbi sulla dinamica dell’investimento, non si sono fermati

a quella che sembrava l’ipotesi più accreditata ma hanno continuato a scavare, giungendo a questa importante svolta.
Coordinati dal sostituto procuratore presso la Procura della Repubblica di Avezzano, Guido Cocco, gli uomini dell’Arma, dopo aver cercato tra i clienti del pub di Civitella Rovereto dove la donna lavorava – gli ultimi ad aver visto ancora in vita la donna – hanno concentrato le loro attenzioni sui tabulati e le celle telefoniche per riuscire a risalire alle chiamate effettuate e ricevute da Mariana. E proprio da questi esami che si è fatta strada, con sempre maggior prepotenza, l’ipotesi dell’omicidio. Tanto più che l’auto con la quale l’albanese è stata travolta, una Mercedes, rubata a Cerveteri, in provincia di Roma, fu ritrovata bruciata, lo stesso giorno della scomparsa di Mariana, giovedì 3 maggio, e presentava ammaccature compatibili con l’investimento. Dalla lettura dei tabulati sarebbero stati scoperti dei messaggi che Mariana, giunta in Italia da poco più di un anno, avrebbe avuto con una persona proprio nelle ultime ore di vita. Non è escluso che Mariana avesse ricevuto un sms con il quale veniva fissato un appuntamento, proprio nel punto in cui è stata travolta e uccisa, a poche centinaia di metri da casa sua. Secondo alcune indiscrezioni, nei giorni precedenti la morte di Mariana, sarebbero arrivati ad Avezzano alcuni connazionali della vittima, di cui poi si sono perse le tracce nelle ore seguenti la scomparsa della donna. I carabinieri danno molto rilievo a questa concomitanza: Mariana avrebbe potuto avere un conto in sospeso nel suo paese con qualcuno e sarebbe stata uccisa per vendetta.

http://www.abruzzoquotidiano.it/cronaca/2012/06/14/avezzano-mariana-marku-sarebbe-stata-uccisa-per-vendetta.html

Delitto di Cese a una svolta decisiva, la giovane albanese sarebbe stata uccisa per vendetta
Avezzano. Gli omicidi di Mariana Marku, l’intrattenitrice albanese uccisa ai primi di maggio all’età di 30 anni vicino casa, avrebbero le ore contate. Infatti la pista albanese, che i carabinieri di Avezzano stanno seguendo da giorni, sembra aver portato a dei risultati e avrebbe permesso di individuare dei sospettati. Si tratterebbe di una banda albanese presente nella Marsica, e in particolare ad Avezzano, nei giorni del delitto. Quattro persone sarebbero arrivate dall’Albania per mettere in atto una vendetta, un sorta di regolamento di conti nei confronti della ragazza per essere fuggita dall’Albania lasciato il marito, un pregiudicato che sta scontando una pena. In Albania vige ancora un codice d’onore che se violato, da parte della donna, può portare a gravi conseguenze. Così un caso che apparentemente era destinato a essere catalogato come un incidente stradale e come un investimento causato dalla scarsa visibilità e da carenza di illuminazione sembra ora vicino a una soluzione di tutt’altra portata. Gli accertamenti incrociati dei tabulati telefonici e le indagini dei carabinieri e della procura della Repubblica di Avezzano sarebbero arrivati a scoprire la presenza ad Avezzano di un gruppo di albanesi, forse quattro, che sarebbero rimasti in città, ospitati da un connazionale, soltanto nel periodo in cui è avvenuto l’omicidio. Poi sarebbero ripartiti per il loro Paese. Sulle indagini c’è il massimo riserbo ma di certo l’ipotesi del delitto passionale o dopo una lite, legato magari al night e a qualche cliente, sembra perdere di consistenza man mano che le indagini vanno avanti. Il corpo della ragazza è stato trovato con una gamba e un braccio spezzati a poche centinaia di metri da casa, in un campo lungo la strada che porta alla frazione di Cese. L’albanese aveva anche una ferita alla testa e a varie ecchimosi all’addome. Secondo gli esperti, potrebbe trattarsi di traumi causati da un investimento. Un investimento non incidentale, ma voluto. Probabilmente chi ha investito Mariana conosceva i suoi movimenti, sapeva a che ora usciva e quale percorso faceva. Dalla ricostruzione dei movimenti della ragazza gli investigatori hanno tentato di ricostruire cosa è accaduto quella sera. Sembra non tenersi più in piedi l’ipotesi di un investimento scaturito da una lite. A pochi metri dal luogo dei ritrovamento del cadavere c’è una strada sterrata dove solitamente si appartano le coppiette. E a circa cinquanta metri si trova l’abitazione della vittima. Forse i suoi movimenti erano stati studiati dagli assassini visto che la ragazza sembra percorresse abitudinariamente quella strada. Forse doveva incontrare qualcuno ma non c’è riuscita. Dagli ultimi sms sul cellulare della vittima risulta infatti che un uomo la stava cercando. Forse aveva un incontro con lui. Lei doveva aspettarlo vicino ai binari. Lui, però, gli avrebbe mandato una altro sms chiedendole dove fosse, perché lì probabilmente non la trovava. Forse la ragazza albanese a quell’appuntamento non è mai arrivata. Forse quando quell’uomo la cercava era già morta. Era già stata investita con la Mercedes rubata e poi trovata bruciata lo stesso giorno della scomparsa a trecento metri dal luogo dove si trovava il cadavere. Un’auto che presentava ammaccature, come quelle causate da un investimento. E se così fosse l’ipotesi di un incidente causato dalla strada poco illuminata non regge. Difficilmente un investimento incidentale avviene con un’auto rubata. La Mercedes è risultata rubata a Cerveteri, in provincia di Roma, qualche giorno prima. Forse era stata rubata proprio da quella banda di albanesi e proprio per portare a termine il delitto su commissione. Non è escluso che nei prossimi giorni possa esserci un colpo di scena.

http://www.marsicalive.it/?p=29651

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