Ragazzo vittima di stalking dal suo ex, vuole creare ass.ne antiviolenza anche per gay

Un ragazzo di vent’anni minacciato per settimane

Il compagno lo lascia “Se lo fai io ti uccido”
Stalking in coppia gay

Sorpreso con un altro e massacrato di botte
La vittima ha presentato denuncia in polizia

Roso dalla gelosia per essere stato lasciato dal suo convivente, lo perseguita per settimane. Contro di lui scrive messaggi di minaccia su Facebook e li ripete con gli sms. Alla fine gli tende almeno tre agguati e lo massacra di botte. L’ultimo lontano da Torino, a Milano, dove la vittima si era rifugiata per sfuggire al suo stalker.
Prostrato, terrorizzato, anche per sua madre, alla quale sono state destinate altre minacce, un ragazzo di appena vent’anni ha varcato la soglia di uno studio legale e ha chiesto aiuto all’avvocato Loredana Gemelli.
Da qui la querela e la richiesta all’autorità giudiziaria di intimare al suo ex compagno di 28 anni, di non avvicinarsi alla abitazione della vittima.
Un caso di stalking come molti, solo che entrambi i protagonisti della vicenda sono due ragazzi omosessuali. Un amore folle e morboso quello dello stalker che ancora fa bella mostra nella galleria fotografica di Facebook di immagini che lo ritraggono con quel giovane con il quale ha convissuto per quasi cinque mesi. “Ho deciso di interrompere il rapporto – dice la vittima – perché con il tempo gli atteggiamenti del mio compagno erano diventati assillanti e violenti”. Una rottura che il ventottenne non ha mai accettato, morbosamente legato com’era al suo più giovane amico.
E così si consuma la prima intemperanza, in un negozio di abbigliamento di Via Cibrario dove i due lavoravano come commessi: “Mi ha spinto, mi ha fatto cadere a terra. Ho sbattuto la testa e sono svenuto”, il tutto di fronte a due colleghe e ai clienti. “Ti devi licenziare, altrimenti ti renderò la vita impossibile, se non lo farai ti spaccherò la faccia e ti ridurrò come i tuoi abiti”, è il contenuto di un sms con allegata la fotografia di magliette e pantaloni fatti a pezzi, gli abiti che la vittima ancora non aveva ritirato dalla casa che condivideva con il compagno.
Alla fine la vittima cede, si licenzia, ma l’ossessione continua e l’aggressore lo sorprende per strada insieme con un altro giovane, figlio di un noto professionista torinese. La gelosia è cieca e induce l’aggressore a lanciarsi contro i due ragazzi per “lavare l’onta del tradimento” a calci e pugni. Arriva la polizia, lui la fa franca, gli altri due si fanno curare in ospedale. Il ventenne è terrorizzato, lascia la città e fugge a Milano. Ma neppure due sere dopo il suo arrivo nel capoluogo lombardo, mentre si stava recando in un locale notturno, si trova di fronte il suo ex: sono ancora botte, pugni, calci e poi la fuga, con il cuore in gola, fino a salire sul primo taxi: “Sei un bastardo, un infame, ti devo ammazzare, non sei degno di vivere sulla faccia della terra, sei un porco lurido”, sono gli epiteti urlati a squarciagola all’indirizzo della vittima.
Infine, il ritorno a Torino: “Inutile fuggire, mi troverà sempre, meglio affrontare la realtà, specie dopo le minacce arrivate anche a mia madre”, da qui la richiesta di sostegno legale all’avvocato Gemelli e l’idea di creare una associazione per assistere le vittime di violenza, anche nella galassia gay.

Da: Cronaca Qui

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