Alcune importanti imformazioni sullo stalking

Stalking, per fermarlo bisogna riconoscerlo

Baldry Psicologa e criminologa, dirige il Centro Studi Vittime di Reato ed è responsabile dello Sportello Antistalking della Provincia di Roma.

Cosa trasforma un uomo, molto più raramente una donna, da ex amore in persecutore?

Spesso il filo conduttore è la non accettazione che l’altra persona possa essere qualcuno di “altro da sé”. Con una sua vita, una sua indipendenza, dei suoi progetti. Non oggetti d’amore, ma proprietà: alla stregua di una macchina.

Come si arriva dalle persecuzioni, dalle aggressioni, all’omicidio?

L’omicidio è l’atto finale: il più estremo di chi può decidere della tua vita. E quindi della tua morte.Chi sono le donne che si presentano allo sportello Astra?Nella stragrande maggioranza dei casi sono donne che hanno interrotto una relazione. E spesso sono rapporti brevi, non destinati a sfociare in matrimonio.

Cosa le raccontano?

Percepiscono da subito che c’è qualcosa che non va. Raccontano una gelosia morbosa, una possessività pervicace, un controllo ossessivo delle loro vite che le spingono a interrompere la relazione. Da lì cominciano le persecuzioni.

C’è un filo conduttore che lega i comportamenti degli stalker?

Sì. All’inizio l’uomo tenta di riconquistare la ex partner: dice che la ama, che non può vivere senza di lei. Quando vede i suoi tentativi fallire, scattano allora i comportamenti di persecuzione. Centinaia di chiamate in un giorno, appostamenti, inseguimenti, mail e sms nella maggior parte farneticanti.

Come reagiscono le vittime?

Questi comportamenti inducono ovviamente un vero e proprio stato di ansia, di paura. Le vittime sono obbligate a cambiare scheda del telefono, uscire accompagnate da qualcuno, guardarsi costantemente alle spalle.Bisogna denunciare subito i comportamenti persecutori?Assolutamente sì. Non bisogna aspettare. Perché prendere tempo non fa altro che rafforzare il comportamento del proprio persecutore. Parlare con uno stalker, cercare di farlo ragionare, cercare di mediare pensando che, in fondo, a quella persona si è voluto bene, è pericoloso.La richiesta di vedersi, al termine di una relazione, di parlare, di chiarire, può essere naturale.

Esattamente, quando si comincia a parlare di stalking?

A fare la differenza è quando questi comportamenti di persecuzione, che possono assumere varie forme, ledono la persona incutendole un vero e proprio stato di paura e terrore.

Facendo riferimento alla sua esperienza, in che proporzione si presentano i casi di stalking?

Lo sportello Astra è aperto dall’ottobre 2007, ben prima dell’entrata in vigore della legge anti-stalking. Dei 250/260 casi che da allora ho seguito la maggior parte, direi l’80% circa, coinvolgono donne. Gli uomini perseguitati sono una parte residuale, minima: circa il 5-10%.

Si tratta di un fenomeno trasversale per età ed estrazione sociale?

Tra i casi che mi si sono presentati, la vittima più giovane aveva 16 anni: è venuta allo sportello accompagnata dalla madre perché era perseguitata da un ex. La più anziana, una donna di 70 anni: un caso di stalking condominiale. Il range principale comprende per lo più donne: dai 22 ai 40 anni. Di tutti i ceti sociali, e con un sensibile aumento nella fascia delle single 40-45enni.

Pensa che la legge in vigore sia efficace nel prevenire e punire lo stalking?

Premesso che tutto è perfettibile, quello che secondo me manca davvero in Italia è un approccio più incisivo, non solo in termini giudiziari ma anche “trattamentali”, nei confronti degli stalker. Serve un messaggio chiaro sulla gravità del reato. E poi è importante la sensibilizzazione.Recentemente è stata lanciata a Milano e Roma l’agenda anti-stalking.

Di che si tratta?

L’agenda è uno strumento pensato sia per le vittime, che segnandosi ogni giorno, e se necessario ogni ora, senza omettere fatti e circostanze, quello che accade, possono riacquistare forza e controllo sul loro dramma, che per aiutare il lavoro di investigatori e magistrati. Per ora l’agenda è distribuita, in via sperimentale, solo a Milano e Roma: ma si può scaricare dal sito www.sara-cesvis.org. L’agenda serve anche a noi operatori: mi ricordo di un caso in cui lo stalker sparì per intere settimane…E…Un caso: forse era andato via per lavoro. Per quella che è la mia esperienza, a meno di denuncia, ordine di allontanamento o arresto, lo stalker non smette la sua condotta persecutoria. Anzi: la peggiora. In gravità e frequenza.

Quali consigli darebbe a una donna minacciata di stalking?

Quando si comincia a capire che la relazione con l’ex mette ansia e paura, primo: non rispondere mai a nessuna richiesta di comunicazione (telefonate, mail, sms); secondo: rivolgersi alle forze dell’ordine (112 e 113), senza vergognarsi di raccontare il proprio dramma, nemmeno in caso di relazioni extraconiugali; terzo: chiamare il Numero Verde 1522, attivo 24 ore su 24.

http://city.corriere.it/2010/07/05/interviste.shtml 

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