Uccisa a fucilate dall’anziano marito
VENERDÌ 14 MAGGIO 2010 07:50
Mesagne (Br) – Le aveva chiesto di parlare, di risolvere i problemi di coppia che da qualche tempo stavano minando la serenità famigliare. Al rifiuto della donna ha imbracciato il fucile e l’ha uccisa, puntando la canna al volto, quasi a bruciapelo. Angelo D’Elia, pensionato di 71 anni ha ucciso la moglie ieri, poco prima di mezzogiorno, con due colpi di fucile a canne mozze, un’arma che, per quanto ha riferito alla polizia, nascondeva in casa da più di vent’anni, tenuta illegalmente. Maria Antonietta Calò, 54 anni, non si è neppure accorta che il marito le stava puntando contro il fucile. Era stesa sul divano. Aveva i tappi alle orecchie e non è escluso che fosse sotto effetto di ansiolitici.
Quando il volto della donna è divenuto una maschera di sangue, l’uomo ha realizzato di aver appena compiuto un delitto e ha chiamato al centralino del commissariato di polizia di Mesagne, dicendo ai poliziotti di correre in via Dante, numero 63. E ha spiegato le ragioni di quella richiesta d’intervento. Angelo D’Elia e Maria Antonietta Calò erano entrambi alla seconda esperienza matrimoniale. L’uxoricidio è stato compiuto nel rione Arco Ferraro, un quartiere molto popolato dove i coniugi abitavano da quando si erano sposati, dieci anni fa. Al momento gli inquirenti non riescono a darsi una spiegazione dei motivi della tragedia; gli investigatori, tuttavia, parlando con alcuni parenti, sarebbero venuti a conoscenza che l’uomo ultimamente abusava di sostanze alcoliche. Una ipotesi, però, tutta da verificare, dalla quale potrebbe partire il pubblico ministero Silvia Nastasia che sta lavorando sul caso.Sul posto per gli accertamenti di routine è giunto il medico legale Antonio Carusi. Le indagini sono affidate agli agenti della Squadra Mobile di Brindisi, diretti da Francesco Barnaba che hanno rapidamente chiuso il caso, con l’apporto dei colleghi mesagnesi. Chiaro il movente. D’Elia ha raccontato tutto con lucidità: da qualche tempo i due avevano dei problemi. Spesso e volentieri avevano discusso. Ma non si trattava di litigi dovuti alla gelosia, bensì di screzi come tanti se ne verificano in tutte le famiglie. Il pensionato ha riferito di aver perso la ragione quando, all’ennesimo tentativo di ricucire, avrebbe incassato un “no” secco: “Se vuoi è così, se no te ne vai”, questa sarebbe stata la risposta.
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Pensionato uccide la moglie
14 maggio 2010 – 06:19
Ha ucciso la moglie con due colpi di fucile a canne mozze modificato. L’arma, molto probabilmente, era tenuta illegalmente. Angelo D’Elia, pensionato di 71 anni, ha sparato alla moglie, Maria Antonietta Calò, 54 anni, a bruciapelo, in faccia, da poco più di un metro. Quindi ha telefonato al Commissariato di polizia. La povera donna è passata dalla vita alla morte sul colpo, con il viso completamente devastato. Angelo D’Elia e Maria Antonietta Calò erano entrambi alla seconda esperienza matrimoniale.Il grave fatto di sangue è accaduto ieri, intorno alle ore 11.30, in via Dante, nel rione Arco Ferraro, un quartiere ad alta densità demografica dove i coniugi abitavano da quando si erano sposati.
Al momento gli inquirenti non riescono a darsi una spiegazione dei motivi della tragedia; gli investigatori, tuttavia, parlando con alcuni parenti, sarebbero venuti a conoscenza che l’uomo ultimamente abusava di sostanze alcoliche. Una ipotesi, però, tutta da verificare, dalla quale potrebbe partire il Pubblico Ministero dott. Pierpaolo Montinaro che sta lavorando sul caso. Sul posto per gli accertamenti di routine è giunto il medico legale dott. Antonio Carusi.La coppia, dal loro matrimonio, non aveva avuto figli. Angelo D’Elia era vedovo e si era risposato non molti anni addietro con Maria Antonietta Calò, più giovane di lui di 17 anni.Quando sono giunti sul posto gli agenti del locale commissariato assieme alla dirigente dott.ssa Sabrina Manzone, dinanzi ai loro occhi si è presentata una scena agghiacciante.
La donna era riversa su un divano, in un mare di sangue. Un particolare: aveva dei tappi nelle orecchie.Angelo D’Elia, nativo di Brindisi, insieme alla seconda moglie viveva una vita tranquilla. Tutti concordano nel sostenere che non avevano mai dato motivo di dissidio tra loro. La gente del quartiere li descrive come gente normale, senza grilli per la testa. In gioventù l’uomo aveva fatto diversi mestieri, dall’operaio all’agricoltore. E, come hanno confermato i parenti che sono accorsi sul luogo del delitto, era un uomo che aveva sempre lavorato con impegno. Nel garage è rimasta parcheggiata una vecchia Fiat Panda che Angelo D’Elia utilizzava per recarsi in campagna. Una coppia al di fuori di ogni sospetto, che viveva in una bella casa, ammobiliata con gusto.Il movente del delitto è un mistero.
Non è escluso che prima dell’omicidio i due coniugi abbiano litigato e che la donna, per non sentire più il marito, abbia messo i tappi nelle orecchie. Ma sono solo valutazioni fatte al momento che dovranno essere approfondite quando Angelo D’Elia, si sarà ripreso e potrà essere interrogato dagli inquirenti.Dalla posizione in cui è stato trovato il cadavere della donna si potrebbe anche pensare che la donna non si sia accorta di nulla e che stesse riposando. Non è da escludere, pertanto, che possa essere stata uccisa mentre dormiva. E questo potrebbe aggravare la posizione dell’omicida ed indurre gli inquirenti a ritenere che il folle gesto fosse premeditato. Il divano nella sala da pranzo-cucina dove la coppia viveva gran parte del tempo quando erano in casa era inondato di sangue.Angelo D’Elia aveva un piccolo precedente datato 1987, ma di scarso significato. Maria Antonietta Calò, invece, aveva vissuto un terribile dramma quando aveva perso un figlio di 19 anni avuto dal precedente matrimonio. La salma, in attesa dell’esame autoptico, è stato composto presso la camera mortuaria dell’ospedale Perrino di Brindisi dove è a disposizione dell’autorità giudiziaria.
http://mesagnesera.mesagne.me/pensionato-uccide-la-moglie/0005683.html