Cronache di un processo per l’omicidio di una donna

A processo il 45enne che uccise la donna che voleva lasciarlo

MARCHENO. Il delitto fu commesso il 27 luglio scorso nell’abitazione che la coppia aveva diviso in via Zanardelli 8. Il prossimo 17 settembre davanti al gup R. B. risponderà anche di «stalking». Al vaglio le dichiarazioni del figlio: «Fui pressato»

29/05/2010

L’abitazione di Marcheno dove lo scorso anno avvenne il delittoMarcheno. Il 27 luglio dello scorso anno ha ucciso con una fucilata la donna con cui aveva vissuto per una quindicina d’anni e che da un mese aveva deciso di lasciarlo, per andare a vivere da sola. R. B., 45 anni, originario di Napoli, ieri mattina, assistito dall’avvocato Stefano Forzani, è comparso davanti al gup Ciro Iacomino per rispondere dell’omicidio della ex, Rossana Di Leva, che aveva 37 anni e venne freddata nell’abitazione in via Zanardelli 8 a Marcheno, la casa in cui la coppia aveva vissuto per diversi anni.

ACCUSATO di omicidio volontario premeditato e di stalking, l’imputato ha chiesto di essere processato con rito abbreviato, condizionato però dall’esame del figlio M., di vent’anni, che «accusa» di aver subito pressioni dopo l’omicidio, mentre il padre era in fuga, prima di costituirsi la sera stessa del delitto ai carabinieri di Rozzano. Il ragazzo contesta agli investigatori di non essere stati sufficientemente chiari e di non aver capito che poteva anche rifiutarsi di rispondere. Dichiarazioni pesanti, tanto che la procura sta valutando se prendere provvedimenti nei confronti del ragazzo. Il giudice ha respinto la richiesta di abbreviato condizionato e Brandi finirà davanti al gup il prossimo 17 settembre per un processo celebrato con rito abbreviato «secco».

A processo anche F. S., l’uomo accusato di aver venduto a B. il fucile a canne mozze rubato, usato dal 45enne contro la ex convivente, ma che nega tutto. L’uomo, assistito dall’avvocato Angela Peluso del Foro di Bari, sarà processato a novembre per ricettazione e per violazione della legge sulle armi.Il delitto aveva scosso la piccola comunità di Marcheno dove la coppia era conosciuta. Con B. e Rossana viveva anche M., figlio del 45enne. Il ruolo del figlio non è secondario nella ricostruzione del delitto, perchè è stato il ragazzo a dare l’allarme chiamando i carabinieri, dopo aver incontrato il padre che si è limitato a dirgli, prima di dargli dei soldi e di sparire con l’auto della donna: «Ho ucciso Rossana».

B. ha ammesso la sua responsabilità nell’omicidio, ma davanti al pm e al gip nell’udienza di convalida, ha sempre dichiarato di aver perso la testa. «Ho preso il fucile – è stata la sua dichiarazione – e l’ho minacciata puntandole l’arma al ventre, ma non volevo sparare, ero sicuro che ci fosse la sicura». Ma alla versione del «delitto d’impeto» non ha creduto il pm Silvia Bonardi, che all’imputato contesta anche la premeditazione, oltre che lo stalking, perchè pare che la donna si fosse recata dai carabinieri per dire che l’ex non la lasciava in pace.E la mattina del 27 luglio B. è riuscito a far passare da casa la ex convivente, approfittando del fatto che il figlio usciva per andare al lavoro alle 9. L’aggressione deve essere stata immediata, l’uomo ha preso il fucile calibro 16 e ha sparato un solo colpo; poi ha chiamato il figlio, ha confessato il delitto e fino a sera è rimasto latitante. Ora è chiamato a rispondere della morte dell’ ex compagna.

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