Affigge manifesti dell’amata in cittàe lei lo denuncia per stalkingDue anni di inferno fra pedinamenti e telefonate, poi l’affissione di cartelli con la sua foto in tutto il centro. Lei, una donna di 53 anni, si è sentita perseguitata e ha denunciato ai carabinieri lo spasimante respinto. L’uomo si difende: "Ero innamorato, ricambiato, di lei"
REGGIO EMILIA. Per lei è solo un amico più giovane, ma pian piano lui cerca d’entrare sempre più nella sua vita: regali non graditi, lunghe telefonate, sms a raffica, appostamenti sotto casa. Un’amicizia morbosa che, agli occhi di un’impiegata pubblica 53enne, non è più apparsa tale quando cartelli con la sua foto sono stati affissi in centro.Per Maria – usiamo un nome di fantasia per tutelarne la privacy – quando viene avvertita dagli amici di quei cartelli, è un duro colpo, un mix fra vergogna e rabbia.
Saranno proprio gli amici ad aiutarla a togliere quelle affissioni sgradite: in bell’evidenza una foto della 53enne e sotto frasi denigratorie.E’ la classica «goccia che fa traboccare il vaso», la donna ha più di un sospetto su chi può aver ideato quei cartelli e presenta una denuncia tramite l’avvocato Claudio Vincetti, con l’intenzione di non farla passare liscia a chi le sta rendendo la vita un inferno (imboccando la strada della costituzione di parte civile).Siamo nell’estate scorsa e da allora viene avviata un’inchiesta – coordinata dal sostituto procuratore Maria Rita Pantani – che coinvolge i carabinieri di Reggio e La Spezia.Accertamenti liguri, con tanto di perquisizione a casa, dettati dal fatto che l’amico insistente – il 46enne Paolo Baldoni, che lavora come interprete – è spezzino.
E per gli inquirenti è lui la persona che ha affisso i cartelli, è sempre lui che molesta la 53enne dimostrando un atteggiamento invasivo che la donna non regge a tal punto da non sentirsi più sicura a girare da sola, preferendo farsi accompagnare dagli amici più fidati.Da qui all’accusa di stalking il passo è breve, inoltre per lo spezzino arriva anche un foglio di via da Reggio.Secondo la ricostruzione dell’Arma, nel biennio 2008-2009 quella casuale amicizia al mare poi protrattasi a Reggio era diventata sempre più fastidiosa per la donna con tanto d’aggressione – nel marzo 2009 – davanti a casa: l’impiegata avrebbe cercato d’andarsene vedendolo, ma lui per trattenerla, l’avrebbe colpita con il casco.Sempre secondo gli investigatori, telefonate, messaggini (contenenti anche minacce) e tentativi d’incontro erano diventati intollerabili per la donna, al centro di ansie e paure che le avevano cambiato la vita, facendola sentire sempre più vulnerabile.
Ma perché tante insistenze, visto che fra i due – a detta della donna – non ci sarebbe mai stato nulla se non un’amicizia superficiale? E le stranezze, in questa storia, non sono finite, perché il 46enne avrebbe cercato anche d’allacciare dei rapporti con i vicini di casa, chiedendo così informazioni, facendo credere di essere nel giro delle amicizie più strette della 53enne.A tutto ciò Baldoni ha una risposta sicura, cioè che si era innamorato, ricambiato, di quella donna. E lo dirà anche nel processo ormai vicino, visto che la procura ha già chiuso le indagini, mandando direttamente davanti ad un giudice l’interprete, ritenendo più che chiare responsabilità e fatti avvenuti nel giro di due anni.Un processo che si prospetta laborioso, dato che in aula saranno sentiti non pochi testimoni.
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