Gela stalking contro ex fidanzata: arrestatoIn mattinata i Carabinieri del Reparto Territoriale di Gela
hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP presso il Tribunale di Gela, su richiesta della Procura di Gela, coordinata dalla dott.ssa Lucia Lotti, nei confronti di Saverio Recca (nella foto), di 32 anni, parrucchiere.La misura è stata emessa per il reato di atti persecutori (stalking), posti in essere nei confronti di una sua ex- fidanzata gelese, in particolare, dal momento in cui la ragazza ha chiesto di troncare la loro relazione, intorno all’estate scorsa, fino al mese in scorso, quando con ulteriori minacce, il giovane gelese continuava a rendere impossibile la vita della donna.
Infatti, la condotta persecutoria del Recca, che, dunque, non accettava che la donna, con cui aveva intrattenuto una breve relazione sentimentale, lo lasciasse, è stata un’escalation di violenza, consistita nel porre in essere reiterate condotte minacciose e persecutorie, consistite nel pedinarla nei suoi spostamenti e nel raggiungerla nei luoghi da lei frequentati, (luogo di lavoro, scuola del figlio, abitazione, case di amici ed altro), rivolgendole in ogni occasione espressioni ingiuriose, minacciando di fare del male a lei ed ai suoi genitori e famigliari ovvero di suicidarsi in sua presenza se non avesse riallacciato il rapporto con lui, troncato la scorsa estate, nonché nel tempestarla di telefonate ed sms del medesimo contenuto minatorio (succedutesi dall’agosto 2009 al dicembre 2009), in cui minacciava di fare del male anche alle persone da lei frequentate, nel cercare di farla licenziare dal suo datore di lavoro, tanto da determinare nella donna, vittima di questi violente e persecutorie condotte, uno stato d’ansia ed un fondato timore per la propria incolumità e di quella dei suoi familiari ed amici, tanto da indurla a cambiare le sue abitudini di vita, limitando uscite e frequentazioni.
Come accadde ad esempio nel ferragosto 2009, quando la donna, raggiunta dal Recca presso l’abitazione di suoi amici, veniva invitata insistentemente a lasciare gli amici ed andare con lui, minacciandola perché se non avesse acconsentito avrebbe ammazzato i suoi genitori e l’avrebbe bruciata viva dentro la sua autovettura o quando, mesi dopo, recatasi presso l’abitazione di una sua amica, veniva costantemente pedinata, nel percorso di andata e di ritorno, fino alla sua abitazione ove veniva minacciata di morte a gesti dal Recca stesso.A questi episodi, dunque, si aggiungono altri violenti episodi di minacce e danneggiamenti, relativi all’autovettura a lei in uso ed a quella in uso a suo padre, telefonate e invio di un numero smisurato di sms, a qualunque ora del giorno e della notte, sul proprio telefonino, molti dei quali, avente contenuto ritorsivo tesi a costringere la donna a ritornare a vivere con lui, con chiari riferimenti al fatto che, se ciò non fosse accaduto, l’uomo non avrebbe esitato ad ammazzarla per poi suicidarsi.
Proprio le coraggiose e puntuali denunce della donna, minuziosamente raccontate ai Carabinieri e le diverse chiamate da parte della stessa sull’utenza “112”, Pronto Intervento dei Carabinieri, al fine di prevenire quelli che erano dei tristi presentimenti della donna stessa, seriamente e fondatamente preoccupata, per la propria incolumità e per quella dei suoi familiari e la tempestiva azione cautelare della Procura di Gela hanno probabilmente, data l’escalation di minacce raggiunta in questi giorni da parte del Recca, evitato più spiacevoli conseguenze.L’uomo è ora rinchiuso presso il carcere di Caltagirone, ove nei prossimi giorni sarà ascoltato dai magistrati.
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