Molestie: vittime 10,5 mln italiane
Istat, piu’ a rischio donne del Nord-Est e Nord-Ovest
Molestie: vittime 10,5 mln italiane (ANSA) – ROMA, 15 SET – Una donna su due tra i 14 e 65 anni – ossia 10 milioni 485 mila persone – ha subito nel corso della sua vita almeno una molestia sessuale. Oppure un ricatto sul lavoro a sfondo sessuale. Piu’ diffuse le molestie verbali(26%), i pedinamenti(21,6%), la molestia fisica(19%).
Piu’ a rischio – rileva l’Istat – le donne delle grandi citta’(64,9%) e dei comuni periferici(58%). Valori sopra la media(51,8%) per quelle del Nord-Ovest(57,2%) e del Nord-Est(54,3%); in particolare in Piemonte(58,9%).
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2010/09/15/visualizza_new.html_1763187724.html
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META’ DI NOI HA SUBITO VIOLENZA
Cronaca
Secondo l’indagine Istat metà delle donne in Italia ha subito molestie. Negli ultimi tre anni circa 350mila donne ha subito violenza o ricatti sessuali sul luogo di lavoro.
Circa la metà delle donne nella fascia di età fra i 14 e i 65 anni hanno subito nell’arco della loro vita ricatti sessuali sul lavoro o molestie in senso lato, circa 10milioni di donne nel nostro paese. Le più esposte alle molestie o ai ricatti sessuali sul lavoro, secondo l’indagine dell’Istat presentata oggi, sono le donne che abitano nei centri delle aree metropolitane (64,9 per cento) e nei comuni periferici delle stesse (58 per cento). Valori sopra la media si evidenziano per le donne del Nord-Ovest (57,2 per cento) e del Nord-Est (54,3 per cento). Le informazioni presentate oggi si riferiscono alle molestie e ai ricatti sessuali subiti dalle donne nel corso della vita e nei tre anni precedenti l’intervista, effettuata nell’ambito dell’Indagine multiscopo dell’Istat sulla “Sicurezza dei cittadini”.
Prendendo in considerazione le sole molestie fisiche, ovvero le situazioni in cui la donna è stata avvicinata, toccata o baciata contro la sua volontà, è possibile osservare che la maggior parte di esse sono state perpetrate da estranei (59,4 per cento) o da persone che si conoscono di vista (14,1 per cento).
Considerando solo il mondo del lavoro, sono un milione 224 mila le donne che hanno subito molestie o ricatti sul posto di lavoro, pari all’8,5 per cento delle lavoratrici attuali o passate, incluse le donne in cerca di occupazione. Negli ultimi tre anni, 347 mila donne (il 2,4 per cento) ha subito questi episodi. I ricatti e le richieste di disponibilità costituiscono il 68,8 per cento del totale, con una quota di circa il 35 per cento costituito dalle sole richieste di disponibilità sessuale. Questa sezione dell’indagine è stata sviluppata grazie alla convenzione stipulata tra l’Istat e il Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio.
http://www.cnrmedia.com/cronaca/newsid/11844/meta-di-noi-ha-subito-violenza.aspx
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Lavoro, molestie e ricatti sessuali per 1 milione 224mila donne
Indagine Istat, vittime l’8,5% delle lavoratrici
Roma, 15 set. (Apcom) – Nel mondo del lavoro sono 1 milione e 224mila le donne che hanno subito molestie sessuali o ricatti sul posto di lavoro, l’8,5% delle lavoratrici, attuali o passate, incluse le donne in cerca di occupazione. Negli ultimi tre anni 347mila donne (il 2,4%) ha subito molestie e ricatti. Lo rivela l’Istat nello studio condotto nel 2008-2009 nell’ambito dell’indagine sulla ‘Sicurezza dei cittadini’. Le molestie rappresentano il 31,2% di queste situazioni, mentre i ricatti e le richieste di disponibilità costituiscono il restante 68,8%. Mentre una quota del 35% è costituito dalle sole richieste di disponibilità sessuale.
Tra le donne più giovani, 14-34 anni, è maggiore la percentuale di coloro che hanno subito molestie fisiche o ricatti sessuali sul lavoro; negli ultimi tre anni il tasso è pari al 3,6% per le donne che hanno tra i 14 e i 24 anni e al 4,3% per quelle dai 25 ai 34 anni. Il tasso è maggiore anche per le laureate, 3,8%. Al Sud si registra il maggior numero di vittime, 3,2%. Tassi più elevati della media emergono anche nei comuni piccoli (3,4% per quelli fino a 2mila abitanti) e più grandi, sono infatti il 2,9% le vittime che vivono nei centri delle aree metropolitane.
http://notizie.virgilio.it/notizie/cronaca/2010/09_settembre/15/lavoro_molestie_e_ricatti_sessuali_per_1_milione_224mila_donne,26052903.html
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Ricatto sessuale per 842mila donne
La ricerca Istat sul mondo del lavoro
Negli ultimi tre anni, secondo i dati dell’istituto di statistica, 227 mila donne (l’1,6%) hanno subito violenza psicologica. Quasi nessuna delle vittime ha denunciato l’episodio alle forze dell’ordine
ROMA – E’ molto più ampio di quanto si possa credere il fenomeno delle molestie sessuali sul lavoro della richiesta, più o meno velata, di “disponibilità” a donne che devono essere assunte o che devono mantenere il posto o vogliono un avanzamento di carriera. Lo si comprende guardano i dati contenuti nel rapporto Le molestie sessuali e i ricatti sessuali sul lavoro, diffuso dall’Istat. Dal quale emerge che le donne fra i 15 e i 65 anni che nel corso della vita sono state vittime di “pressioni” sono 842 mila: al 5,9% è accaduto sul posto di lavoro, all’1,7% quando dovevano essere assunte, all’1,7% quando si è presentata la necessità di mantenere il posto o fare un passo avanti nella carriera professionale. In tutto, le donne alle quali è stata chiesta una “disponibilità sessuale” al momento della ricerca del lavoro sono quasi mezzo milione, pari al 3,4%.
Negli ultimi tre anni, secondo i dati raccolti dall’Istat, sono state 227 mila (l’1,6%) le donne che hanno subìto ricatti sessuali; all’1% è stata richiesta la disponibilità sessuale al momento dell’assunzione (per un totale di 140 mila donne), lo 0,4% è stato ricattato per essere assunto (per un totale di 61 mila donne) e lo 0,5% per mantenere il posto di lavoro o avanzare di carriera (per un totale di 65 mila donne).
Ciò che caratterizza maggiormente le vittime di ricatti sessuali, è il fatto di avere un titolo di studio elevato: le donne che presentano il tasso di vittimizzazione più basso hanno, infatti, al massimo la licenza elementare (1,8% nella vita e 0,1% negli ultimi tre anni).
Nel 75,9% dei casi, la vittima subisce un solo ricatto dalla stessa persona, ma la frequenza è molto diversa a seconda del tipo di ricatto: tra i ricatti per assunzione, il 19,1% delle vittime ne ha subìto più di uno dalla stessa persona, mentre per le richieste di disponibilità, la quota delle donne che ha avuto più di un episodio è pari al 16,6%, contro il 43,3% dei ricatti sessuali per carriera o per mantenere il posto di lavoro.
Evidentemente, la vicinanza vittima-carnefice favorisce l’intraprendenza del secondo. Quando una donna subisce un ricatto sessuale, nell’81,7% dei casi non ne parla con nessuno sul posto di lavoro (80,2% negli ultimi tre anni). Solo il 18,3% di coloro che hanno subìto ricatti nel corso della vita ha raccontato la sua esperienza, soprattutto ai colleghi (10,6%).
Quasi nessuna delle vittime ha denunciato l’episodio alle forze dell’ordine. A questo proposito, la motivazione più frequente è la “scarsa gravità dell’episodio” (28,4%), seguita dall’essersela cavata da sole o con l’aiuto dei familiari (23,9%), dalla mancanza di fiducia nelle forze dell’ordine o dalla loro impossibilità di agire (20,4%) e dalla paura di essere giudicate e trattate male al momento della denuncia (15,1%).
http://www.repubblica.it/cronaca/2010/09/15/news/ricatto_sessuale_per_842mila_donne_la_ricerca_istat_sul_mondo_del_lavoro-7108645/
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IL RAPPORTO DELL’ISTAT | SONO UN MILIONE E 200 MILA
Molestate in ufficio, 8 su 10 tacciono
Ricattate per l’assunzione o per fare carriera. Nel mirino impiegate e commesse
Sagome a Torino nel 2009 contro la violenza sulle donneMILANO – Postazione di un call center o salotto aziendale, per lei cambia poco. Dalla catena di montaggio a quella di comando, il risultato è simile: il luogo di lavoro è ancora, per lui, lo spazio ideale per liberare fantasie sessuali, proposte indecenti e tormentoni osceni. Per lei, di subire o (raramente) denunciare.
Un milione e 224 mila donne, secondo Istat, è oggetto di violenza o pressione, in una gamma di umiliazioni che, dalla telefonata hard può raggiungere lo stupro. La consapevolezza d’essere in presenza di un reato ancora non aiuta, visto che, documenta l’Istat, l’80% delle vittime-lavoratrici non solo non denuncia ma addirittura neppure si confida, tenendo tutto per sé.
Le ragazze, ma anche le adulte molestate (giacché fascino e sopraffazione non hanno niente a che spartire), sono pari all’8,5% della forza lavoro femminile, incluse quelle che, al momento, sono escluse dal mercato, in cerca magari di un’altra assunzione. «In Italia il numero delle donne che subisce molestie sul luogo di lavoro è praticamente stabile dal 2002 – spiega Maria Giusi Muratore, ricercatrice dell’Istituto di statistica – dopo un calo del fenomeno dalla seconda metà degli anni Novanta, quando i casi erano oltre un terzo in più». E qui il merito va alla legge del 1996 sulla violenza alle donne che ha «rotto il silenzio creando un clima sociale e un’attenzione mediatica che ha contribuito a inibire comportamenti molesti» dicono gli esperti di statistica.
Nella ricerca, commissionata dal ministero delle Pari Opportunità, l’istogramma più alto spetta al settore impiegatizio, pubblico e privato, con il 40% di dipendenti molestate. Al secondo posto quello commerciale con il 24% di lavoratrici, vittima di aggressioni di varia natura. «Da quelle più soft – spiega la ricercatrice – alla vera violenza». In mezzo c’è anche il ricatto. E qui, sottolinea l’avvocato Grazia Volo: «Chi minaccia il licenziamento per ottenere favori sta compiendo un’estorsione. E questo, purtroppo, nella situazione attuale, con le difficoltà presenti, è un fenomeno trasversale ai sessi». Dice la Volo: «Premesso che non credo alla questione femminile trattata in modo “statistico burocratico” vorrei dire che: in primo luogo il molestatore è una persona che mette in atto comportamenti deviati. Secondo: una donna trova il modo di evitare esperienze del genere».
Alcune delle percentuali Istat sono impressionanti. Ad esempio la reiterazione del ricatto sessuale che, nel 43% dei casi, si ripete ogni giorno. La molestia è grosso modo trasversale: «Il 14,3% delle donne molestate lavorava in attività immobiliari e informatiche, il 10,3% nelle attività manifatturiere, il 18% in professioni tecniche, il 7,8 in professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione, come ad esempio legislatori, imprenditori, dirigenti».
Molestie interclassiste insomma. Quanto alla percentuale bassissima di denunce, l’avvocato Volo, tra le motivazioni resiste «la paura». Timore d’essere «giudicate male» ad esempio. Mentre nel 9,3% dei casi l’intervistata chiama in causa «indecisione, vergogna, auto-colpevolizzazione» per spiegare il tentativo di rimuovere la vicenda, senza parlarne apertamente. Il senso d’impotenza assume un risvolto per così dire «istituzionale» laddove l’intervistata parla di «mancanza di fiducia nell’operato delle forze dell’ordine o della loro impossibilità di agire». Oltre il 20% delle vittime.
http://www.corriere.it/cronache/10_settembre_16/sacchettoni-molestie-ufficio-donne-otto-su-dieci-tacciono_f7d480d4-c154-11df-96dc-00144f02aabe.shtml
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