WWW.CENTOMOVIMENTI.COM – 1 OTTOBRE 2010
Rinviato a giudizio per violenza carnale uno dei torturatori a Bolzaneto
Sergio Bagnoli
Condannato a tre anni e due mesi di reclusione per le violenze compiute in quel lager provvisorio in cui fu trasformata, nel Luglio del 2001, la Caserma del Reparto Celere della Polizia di Genova Bolzaneto e tuttora ancora in organico nei ruoli dello Stato, il quarantaseienne Massimo Pigozzi si sta incamminando verso un’altra possibile condanna.
Il Giudice per l’indagine preliminare del Tribunale di Genova Roberta Bossi lo ha infatti rinviato a giudizio, il processo si svolgerà il prossimo primo Dicembre, per il reato di violenza sessuale nei confronti di due giovanissime, poco più che diciottenni, romene sorprese dalla polizia nel corso di un pattugliane in Via di Francia, proprio nei paraggi della celebre Lanterna, a prostituirsi. I fatti si svolsero al principio dell’estate del 2005. Le due giovani, avvenenti ragazze vestite in abiti molto succinti furono rinchiuse in una delle celle di sicurezza della Questura genovese in quanto, clandestine, non avevano ottemperato a precedenti espulsioni comminate in via amministrativa nei loro confronti. Ai tempi, infatti, la Romania non apparteneva ancora all’Unione europea e, dunque, la disciplina giuridica cui erano sottoposti i suoi cittadini in Italia era regolata dalla Legge Bossi- Fini sull’immigrazione extra-comunitaria. Nella notte in cui le due giovani furono costrette a rapporti sessuali contro la loro volontà, in servizio di guardia alle camere di detenzione provvisoria della Questura di Genova c’era proprio Pigozzi che le fece uscire dalla cella e le portò nello spogliatoio maschile dove avvenne il fattaccio. Pigozzi, difeso dagli avvocati Nicola Scodnik e Alessandro Vaccaio, respinge ogni addebito ed asserisce che le due rumene si siano inventato tutto. Pigozzi per il fatto che il prossimo dicembre sarà esaminato dal Tribunale del capoluogo ligure fu anche arrestato su richiesta del Sostituto Procuratore procedente Ranieri Vittorio Miniati nel 2007 e trascorse un po’ di tempo agli arresti domiciliari nella Caserma della Celere a Bolzaneto, proprio dove nei roventi giorni di quel dannato Luglio 2001, durante il tristemente famoso G8, torturò con ferocia un manifestante cinquantenne arrestato durante il blitz alla Scuola Media Diaz, sede del Genoa Social Forum, spezzandogli le dita di una mano dopo avergliele divaricate con inaudita violenza. Oggi Pigozzi è sospeso dal servizio, si trova cioè in aspettativa, e svolge attività di volontariato in una Pubblica Assistenza ma comunque figura ancora in organico fuori ruolo nella Polizia italiana. Un torturatore condannato sia in primo grado che in appello a tre anni e due mesi, dunque, che si mostra come un salvatore di vite umane. Rimane sbalorditivo il fatto che dietro a questo palese caso di sdoppiamento della personalità alberghi, forse, il tentativo di influenzare benignamente la Corte che lo dovrà in futuro giudicare per le violenze alle giovani romene. Qualche anno fa, poi, Pigozzi fu pure invischiato in un caso di spaccio e consumo di cocaina per il quale furono messi sotto inchiesta molti poliziotti appartenenti a varie questure italiane. L’inchiesta prese spunto proprio da un’intercettazione telefonica fatta sull’utenza di Pigozzi. Il prossimo primo Dicembre una delle vittime delle supposte attenzioni deviate di Pigozzi si costituirà parte civile così come parte civile si costituirà il Ministero degli Interni che lamenta di essere stato danneggiato dalla condotta criminale del poliziotto sia sotto il profilo dell’immagine che, molto più banalmente, per il fatto che questi abbandonò il posto di servizio per violentare le giovanissime donne di vita. Solamente qualche giorno fa altri due tutori dell’ordine, questa volta finanzieri, a Milano sono stati condannati per aver abusato di una giovanissima meretrice romena. Ora a Genova si replica.
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