Litigano e le dà un pugno
infermiera finisce in coma
Un pregiudicato 20enne è stato arrestato. Gravi le condizioni della donna, cittadina romena di 32 anni, operata e ricoverata al policlinico Casilino. L’aggressione nella stazione della metropolitana Anagnina, dove la donna è rimasta a terra tra l’indifferanza dei passanti
Una banale lite per un biglietto nella stazione della metropolitana, lui le dà un pugno in faccia e lei, infermiera professionale di 32 anni, finisce in coma. Dopo essere rimasta a lungo a terra, nei corridoi della stazione, tra l’indifferenza dei passanti. L’autore dell’aggressione, un 20enne romano pregiudicato è stato arrestato.
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Il tutto è accaduto all’interno della stazione metropolitana Anagnina. Il ragazzo e la donna si trovavano in fila per fare il biglietto, quando tra i due è nato un diverbio. In un secondo momento, quando la cosa sembrava finita, la lite si è riaccesa mentre i due si erano allontanati dallo sportello. Dalle parole il 20enne è passato ai fatti colpendo violentemente con un pugno la donna, che è caduta all’indietro priva di sensi.
Immediato l’intervento dei carabinieri della stazione di Cinecittà che, con i militari del 6° Reggimento
Genio Pionieri impegnati nell’operazione ”strade sicure”, dopo avere raccolto le testimonianze dei presenti hanno rintracciato e arrestato l’aggressore. La donna prontamente soccorsa e trasportata d’urgenza presso il policlinico ”Casilino” è stata operata per le gravissime lesioni riportate al cranio ed è ancora in coma. Il pregiudicato è stato condotto presso il carcere romano di Regina Coeli, a disposizione dell’autorità giudiziaria.
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Lite alla biglietteria del metrò,
donna finisce in coma per un pugno
L’aggressione in pieno giorno al capolinea Anagnina: arrestato un ventenne romano, già ai domiciliari. La 32enne a terra tra l’indifferenza della gente. Ricoverata
ROMA – Stava facendo la coda alla biglietteria. Come tante volte. Poi all’improvviso la discussione con un ragazzo, motivi futili, come «c’ero prima io», «no, toccava a me». I toni si alzano, vola qualche insulto. Poi tutto sembra finire lì. E la 32enne, romena, infermiera professionale, si avvia verso la metropolitana. Anche il ragazzo, un ventenne romano, che non ha precedenti condanne, ma qualche denuncia per lesioni personali.
L’AGGRESSIONE – E la discussione riprende. Di nuovo qualche parola tra i due. Insulti forse. Ancora una volta sembra che si allontanino, ma poi lei si riavvicina, lui sembra che le sputi addosso, lei reagisce, risponde, gli dà una spinta. Lui allora butta sul pavimento quello che ha in mano, si gira e le tira un pugno in piena faccia. La donna cade a terra come un sacco e lì resta immobile. Lui si allontana. Intorno, la gente passa. Qualcuno guarda quel corpo esanime e poi tira avanti. Per molto tempo nessuno si ferma a soccorrere la signora stesa a terra. Ognuno va avanti per la propria strada a prendere il metrò. Ora l’infermiera è ricoverata al Policlinico Casilino in coma farmacologico dove è stata operata per le gravissime lesioni riportate al cranio.
Lite alla biglietteria, in coma per un pugno
CAPOLINEA – È successo venerdì pomeriggio a Roma, al capolinea della metropolitana Anagnina, linea A, intorno alle 16. La lite e l’aggressione davanti a tutti. E sotto l’occhio delle telecamere interne alla stazione che hanno ripreso tutto, dall’inizio alla fine. Nelle immagini si vede infatti il pugno, la caduta a terra, il giovane che si allontana. Ma un uomo lo blocca, parlano insieme e si riavvicinano alla donna ancora stesa a terra. Sono intervenuti poi i carabinieri della Stazione di Roma Cinecittà in collaborazione con i militari del 6° Reggimento Genio Pionieri che l’hanno arrestato e portato nel carcere di Regina Coeli. Si chiama Alessio Burtone, ha 20 anni. Nel video colpiscono alcune persone che passano nell’indifferenza più totale ma, spiegano i militari che sono intervenuti, «molti cittadini che si trovavano lì hanno collaborato con noi e sono stati determinanti: hanno richiesto immediatamente i soccorsi e hanno collaborato con i carabinieri per fermare l’aggressore fornendo testimonianze», ha sottolineato il capitano Domenico Albanese, comandante della compagnia Roma Casilina.
IL TESTIMONE – «Ho sentito un tonfo e sono uscito dall’ufficio. La donna era sdraiata per terra, poco distante c’era un uomo che, mantenendo un giovane per un braccio, chiedeva aiuto. Ho temuto che potesse morire e sono andato a chiamare soccorsi». A parlare è un dipendente Atac, tra i primi a assistere all’episodio di venerdì nel piazzale della metro Anagnina. «Non capivo cosa stava succedendo – ha aggiunto – il ragazzo ripeteva che era stato importunato. All’inizio quando sono uscito non c’era nessuno accanto alla donna, sono stato tra i primi a vederla. Poi carabinieri e vigili hanno allontanato le persone per consentire i soccorsi».
CONDIZIONI STAZIONARIE – Le condizioni della vittima, un’infermiera romena, H.M., sono stazionarie, è ancora in prognosi riservata. La donna ha riportato una lesione al cranio ed è stata sottoposta a un delicato intervento chirurgico che è durato tre ore e mezzo. Adesso è ricoverata al reparto di neurochirurgia del Policlinico Casilino, in coma farmacologico. Non ha al momento ripreso conoscenza dal coma, ma i medici sono «ottimisti sulle condizioni generali». Il primario di rianimazione del policlinico Casilino Giorgio D’Este, a Sky Tg 24 ha detto: «Speriamo di avere un miglioramento entro pochi giorni» ha aggiunto. Alla domanda se la donna sia ancora in pericolo di vita ha replicato: «Non si esclude nulla, troppo poco tempo è passato. Complicanze ce ne possono essere tuttora, purtroppo».
«LESIONI VOLONTARIE GRAVI»- Lesioni volontarie gravi: questo il reato ipotizzato nel fascicolo aperto dal pm Antonio Calaresu nei confronti di Alessio Burtone. Il gip Sandro Di Lorenzo ha disposto, nella giornata di lunedì, gli arresti domiciliari per il ragazzo che, secondo quanto afferma il suo legale, l’avvocato Fabrizio Gallo, non ha precedenti penali. I carabinieri precisano che Burtone non ha precedenti condanne, ma qualche denuncia per lesioni personali
LA VERSIONE DEL LEGALE DELL’AGGRESSORE – «Voglio subito dire che il ragazzo non è pregiudicato. È un lavoratore ed è una persona perbene. Il Gip, su mia richiesta, ha deciso di concedergli gli arresti domiciliari», ha dichiarato l’avvocato Fabrizio Gallo, legale di Alessio Burtone. L’avvocato aggiunge che «nel video si vede chiaramente che era la donna a inseguire il ragazzo. Alessio mi ha detto che lei gli avrebbe rivolto parole offensive e lo avrebbe provocato dicendogli ‘”Te la faccio pagare” e “Ti faccio cadere quando arriva la metro”. Quando si è avvicinata lui ha avuto paura che lei avesse un’arma, si è girato per divincolarsi ma poi all’ennesimo insulto le ha dato un pugno». Nel video, si vede uno sputo: «La donna ha sputato per prima, lui le ha sputato a sua volta», sostiene l’avvocato che sottolinea che il ragazzo non si sarebbe «assolutamente reso conto di quello che aveva fatto, lui se ne andato via dopo il pugno, lo hanno fermato subito dopo, un militare, che gli ha detto che la dona era a terra. Ora è impaurito». Il video, diffuso martedì, non sarebbe stato visionato dal giudice. «E’ una novità», ha spiegato il legale di Burtone, l’avvocato Fabrizio Gallo. «Quando ieri in carcere, prima che gli concedessero i domiciliari – aggiunge l’avvocato – ho detto ad Alessio che la donna era in coma, ha avuto un momento di sconforto. Non pensava di aver fatto una cosa tanto grave, l’ha detto agli inquirenti. Aveva paura che fosse armata. Anche i genitori del ragazzo sono delle brave persone e sono costernati per l’accaduto. Farò un’istanza al pm per la riammissione in libertà». Più tardi l’avvocato ha riferito di aver parlato anche con la famiglia. «Come lui – aggiunge Gallo – anche la famiglia chiede scusa. Sono tutti costernati e sono preoccupati per le condizioni della donna. La famiglia ha detto: ’Se possiamo fare qualcosa noi siamo pronti. Nessuno – continua l’avvocato – né Alessio, né i familiari credevano che quel gesto potesse avere simili conseguenze. Chiedono scusa. Alessio ora sta molto male, adesso che sta realizzando quello che è successo, che si sta rendendo conto si è chiuso in un mutismo completo, piangendo». Mentre sotto casa – sottolinea l’avvocato – si stanno assiepando i giornalisti.
ALEMANNO – «Mi hanno riferito di un video orribile che mostra l’indifferenza con cui alcune persone hanno assistito all’aggressione di una donna nella metro Anagnina, senza prestarle soccorso quando l’hanno vista a terra. Chiederò di vedere il video e, se corrisponde a al racconto che mi hanno fatto, valuterò una denuncia all’autorità giudiziaria per omissione di soccorso». Così il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha commentato la notizia da Pechino, dove si trova in visita. «Non è accettabile che in una città come Roma avvengano cose del genere, non è peraltro possibile che accadano tra l’indifferenza della gente». Una denuncia verso ignoti per omissione di soccorso è stata annunciata anche dal Codacons.
OPPOSIZIONE – «La ragazza aggredita a pugni sotto la metropolitana è l’ennesimo atto di una violenza dilagante che registriamo negli ultimi periodi a Roma», ha dichiarato Marco Miccoli, coordinatore del Pd Roma, che prosegue: «Al di là dei freddi dati diffusi ogni volta da questa Amministrazione Comunale, la città appare più insicura e intollerante. Incattivita. Le immagini del video sull’aggressione in metro che mostrano anche l’incuranza di tanti romani di fronte alla giovane colpita al volto non sembra appartenere alla nostra città. Tutte le forze politiche e istituzionali – conclude Miccoli – devono mobilitarsi perchè Roma sta cadendo in un pozzo senza fondo».
http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/10_ottobre_12/donna-aggredita-metro-finisce-coma-1703931880338.shtml
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«Corteo contro violenza»
Anagnina, dove vive la paura
Dopo l’episodio della ragazza in coma per un pugno, gli attivisti per i diritti civili indicono una manifestazione
Un momento dell’aggressione (Foto LaPresse)ROMA – C’è chi si indigna, chi invita a scendere in piazza contro la violenza, chi racconta che la stazione della metropolitana di Anagnina è una “zona franca”, un crocevia per stranieri, dove tutti hanno paura di tutti. E c’è chi alza i toni: «Mettiamo l’Esercito a garantire la sicurezza» ha detto Giordano Tredicine, presidente della Commissione Politiche Sociali e Famiglia della giunta di Alemanno. «Proporrò al sindaco, appena rientrerà dalla Cina, di stipulare un protocollo d’intesa con il Ministero della Difesa» ha detto Tredicine. Ma al termina ci sono già i militari: «Siamo in cinque, tre militari e due carabinieri, a presidiare ogni giorno l’area della stazione metropolitana Anagnina a Roma» ha detto un militare che presidia da quando due anni fa, è partito il progetto «strade sicure». «Ma non abbiamo assistito alla lite perchè in quel momento ci trovavamo in un’altra zona della stazione». E intanto stasera i cittadini intanto sono invitati a scendere in piazza per dire no alla violenza.
(Foto LaPresse)LA MANIFESTAZIONE – «Questa sera, alle 18.30-19.00, si svolgerà una manifestazione cittadina autorganizzata, apartitica. Sono invitati uomini e donne sensibili al problema. Protestiamo contro l’ennesima violenza sulle donne, da parte degli uomini senza distinzione di nazionalità. Porteremo le nostre lenzuola insanguinate per sensibilizzare l’opinione pubblica, sulla violenza contro le donne, soprattutto per futili motivi e in casa». Lo comunica Valentina Vandilli, attivista per i diritti civili. «L’odio verso le donne alimentato da stampa, tv e dalla cultura maschilista italiana – aggiunge – deve essere eliminato attraverso forme di educazione nelle scuole e in famiglia».
IL TERMINAL E’ DIVENTATA «ZONA FRANCA» – Altri episodi di violenza sono stati denunciati dai cittadini nei pressi della stazione Anagnina a Roma, dopo l’episodio della donna finita in coma per un pugno. In molti oggi raccontano che il terminal è diventata una sorta di ‘zona franca’ dove si ha paura di tutto. «Ieri, sull’autobus della linea 20 c’erano quattro ragazzi che tiravano dal finestrino, a passanti e automobilisti, carte appallottolate e incendiate con l’accendino – ha raccontato una cittadina -. L’autista, ignaro di tutto perchè era al volante dell’autobus, ad un certo punto ha dovuto fermarsi dopo essere stato avvisato da me. Poi non so come sia andata a finire perchè io sono scesa. La gente ha paura di reagire perchè poi rischia la propria vita immischiandosi. Non si può vivere così». Quella dell’Anagnina è una zona considerata il crocevia per tanti stranieri, soprattutto romeni, che qui arrivano con i pullman dal proprio Paese. Al capolinea della metro, fin dall’ alba, passano molti extracomunitari che vivono nella periferia della capitale e prendono la metro per andare a lavorare in centro. I militari che presidiano la stazione sono in servizio durante l’orario di funzionamento della metro. Nel piazzale della stazione c’è anche un ufficio distaccato della polizia municipale. «Per fortuna adesso ci sono i militari – dice un agente della Polizia municipale – prima a qualsiasi ora c’erano rapine, furti scorribande di zingari. Ora, a parte questo episodio, c’è raramente qualcuno che dice di essere stato derubato del portafogli».
«ESERCITO PER GARANTIRE SICUREZZA» – «Proporrò al sindaco Alemanno, appena rientrerà dalla Cina, di stipulare un protocollo d’intesa con il Ministero della Difesa che preveda l’ausilio dell’Esercito per garantire la sicurezza sul territorio ma anche nei campi nomadi che invece ora sono sorvegliati da istituti di vigilanza privata». Giordano Tredicine, presidente della Commissione Politiche Sociali e Famiglia, è intervenuto ai microfoni di Radio Ies sull’aggressione. «Sono necessarie maggiori risorse da destinare agli organismi preposti al mantenimento della sicurezza. Sono sconcertato dall’indifferenza della gente mostrata dal video dell’aggressione. Bisogna assolutamente recuperare e favorire la solidarietà e l’aiuto reciproco». Dal Pd Gianpiero Cioffredi ha risposto: «La proposta dell’esercito? propaganda e demagogia» «A Roma serve si l’esercito ma quello fatto da educatori sociali e culturali per una città in cui prevalgano gli elementi della convivialità rispetto a quelli del conflitto».
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Alemanno furioso per l’aggressione
I residenti: “Questa è zona franca
Il sindaco da Pechino: “Inaccettabile l’indifferenza della gente. Farò una denuncia per omissione di soccorso contro ignoti”. Pomarici: “Rivedendo le immagini qualcuno dei passanti si dovrebbe vergognare”. Tredicine: “Occorre l’esercito”. Il Pd: “Tutte le forze politiche e istituzionali devono mobilitarsi”. Stasera manifestazione dei cittadini: “C’è paura di reagire perché poi si rischia la vita”
Gianni Alemanno
Non si sono fatte attendere le reazioni da parte di cittadini e mondo politico, dopo l’aggressione ai danni di una donna che adesso è in coma farmacologico. Il governatore Renata Polverini e il presidente della Provincia Nicola Zingaretti condannano l’accaduto e il sindaco Alemanno addirittura minaccia di denunciare per omissione di soccorso le persone che non si sono fermate a soccorrere la malcapitata, mentre in serata ci sarà una manifestazione contro la violenza. Ma altri episodi sono stati denunciati dai cittadini, sempre nei pressi della stazione Anagnina: “Questa è una zona franca”.
La manifestazione. “Questa sera si svolgerà una manifestazione cittadina autorganizzata, apartitica. Sono invitati uomini e donne sensibili al problema. Protestiamo contro l’ennesima violenza sulle donne, da parte degli uomini senza distinzione di nazionalità. Porteremo le nostre lenzuola insanguinate per sensibilizzare l’opinione pubblica, sulla violenza contro le donne, sopratutto per futili motivi e in casa”, ha fatto sapere Valentina Vandilli, attivista per i diritti civili. “L’odio verso le donne alimentato da stampa, tv e dalla cultura maschilista italiana – ha aggiunto – deve essere eliminato attraverso forme di educazione nelle scuole e in famiglia”.
Ma altri episodi di violenza sono stati denunciati dai cittadini nei pressi della stazione Anagnina. In molti oggi hanno raccontato che il terminal è diventato una sorta di ‘zona franca’ dove si ha paura di tutto. “Ieri, sull’autobus della linea 20 c’erano quattro ragazzi che tiravano dal finestrino, a passanti e automobilisti, carte appallottolate e incendiate – ha raccontato una donna – L’autista, ignaro di tutto, ad un certo punto ha dovuto fermarsi dopo essere stato avvisato da me. Poi non so come sia andata a finire perché io sono scesa. La gente ha paura di reagire perché poi rischia la propria vita immischiandosi. Non si può vivere così”. Quella dell’Anagnina è una zona considerata il crocevia per tanti stranieri, soprattutto romeni, che qui arrivano con i pullman dal proprio Paese. Al capolinea della metro, fin dall’alba, passano molti extracomunitari che vivono nella periferia della capitale e prendono la metro per andare a lavorare in centro.
Le reazioni. “Mi hanno detto dell’esistenza di un video orribile che mostra indifferenza rispetto all’aggressione avvenuta all’interno della metro Anagnina ai danni di una donna; vedrò questo video e se ciò che mi hanno detto è vero mi rivolgerò all’autorità giudiziaria per una denuncia per omissione di soccorso contro ignoti”. Lo ha detto da Pechino il sindaco di Roma, Gianni Alemanno,
Per Alemanno “non è accettabile che in una città come Roma avvengano cose del genere e, tanto più, non è possibile che ci sia una tale indifferenza nei confronti di episodi del genere”.
IL VIDEO DELL’AGGRESSIONE
“Mi auguro che non succeda più, tra l’altro in una città come Roma che ha una storia fatta di accoglienza”, ha detto il presidente Regione Lazio, Renata Polverini. “Bisogna recuperare un senso di solidarietà e di umanità e non bisogna aver paura – ha continuato la Polverini – forse siamo tutti spaventati da chi ci è vicino. Come istituzioni dovremmo mandare dei messaggi in questo senso, che avvicinino le persone e non le allontanino. Perchè al di là dell’aspetto della sicurezza – ha concluso – qui si parla di persone e quindi c’è qualcosa di più su cui fare pressione, che è l’aspetto culturale”.
“E’ un fatto grave e drammatico. Un’esplosione di violenza che si commenta da sola”, ha dichiarato il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti che ha fatto gli auguri alla ragazza affinchè “possa riprendersi al più presto”.
Sulla vicenda è intervenuto anche Marco Pomarici, presidente dell’Assemblea capitolina: “Lo scioccante episodio dell’Anagnina è un aberrante esempio non solo di una banalità del male che purtroppo si sta diffondendo nella società e che porta anche a uccidere o mandare in coma per futili motivi – ha detto Pomarici – ma, soprattutto, di un’assuefazione al male che sfocia in cinismo e indifferenza, come quelli dei passanti che hanno lasciato agonizzante la donna ferita, senza porsi alcuno scrupolo. Penso che rivedendo le immagini qualcuno si dovrebbe vergognare”.
LA FOTOSEQUENZA
“Ho parlato con il sindaco collegato in videoconferenza da Shanghai – ha detto Giordano Tredicine, presidente della commissione Politiche sociali e famiglia di Roma Capitale – è necessario un suo ritorno immediato. Servono maggiori risorse per le forze dell’ordine e, a questo proposito, proporremo un protocollo che prevede l’ausilio dell’esercito per il mantenimento dell’ordine pubblico. Lo proporremo non appena il sindaco farà ritorno dalla Cina”.
Il Pd. Per Marco Miccoli, coordinatore del Pd Roma, è “l’ennesimo atto di una violenza dilagante che registriamo negli ultimi periodi a Roma. La città è incattivita, in preda a pulsioni egoistiche che mai avevano avuto cittadinanza nella Capitale. Al di là dei freddi dati diffusi ogni volta da questa amministrazione comunale, la città appare più insicura e intollerante. Le immagini del video sull’aggressione in metro che mostrano anche l’incuranza di tanti romani di fronte alla giovane colpita al volto non sembra appartenere alla nostra città. A questo punto tutte le forze politiche e istituzionali devono mobilitarsi perché Roma sta cadendo in un pozzo senza fondo”.
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Pugno nel metrò, Maricica in coma irreversibile
La famiglia: “Facile chiedere scusa adesso”
Le condizioni di salute dell’infermiera colpita venerdì scorso e ricoverata al policlinico Casilino sono peggiorate drasticamente. Il marito della vittima dopo la lettera con cui l’aggressore chiede perdono: “Troppo comodo”. Ricorso della procura per chiedere la custodia in carcere di Burtone
Si sono aggravate le condizioni di Maricica Hahaianu, l’infermiera 32enne aggredita venerdì scorso alla stazione Anagnina. La donna è in coma irreversibile. Lo ha spiegato il direttore sanitario del policlinico Casilino ai microfoni del Tg1 a chi chiedeva se alla luce degli ultimi sviluppi clinici si possa parlare di coma irreversibile: “Sì”, ha confermato la dottoressa. Nel pomeriggio le condizioni di Maricica si erano di nuovo aggravate ed evolute “in modo drammatico”, recitava l’ultimo bollettino medico, tanto di essere considerate ormai “di estrema gravità” a causa di una lesione tronco encefalica che dai precedenti esami non era emersa. L’infermiera, dopo essere stata ricoverata d’urgenza venerdì al policlinico Casilino e sottoposta a intervento neurochirurgico, si era svegliata dal coma farmacologico martedì pomeriggio, ma non ha mai ripreso conoscenza. Oggi il “drastico peggioramento”, riferito da Cesira Piscioneri, portavoce del Policlinico Casilino di Roma dove la donna è stata ricoverata.
“Le condizioni cliniche della signora Maricica Hahaianu ricoverata presso il reparto di Anestesia e rianimazione – si legge nel dettaglio del bollettino medico delle 17.30 – si sono improvvisamente aggravate. La risonanza magnetica di controllo, eseguita nel pomeriggio, ha evidenziato un incremento dell’edema cerebrale e una estesa lesione del tronco encefalico, evoluti in modo drammatico rispetto ai precedenti controlli. Le condizioni della paziente sono da considerarsi di estrema gravità”.
Alessio Burtone, il 20enne agli arresti domiciliari con l’accusa di lesioni, ha scritto una lettera per chiedere perdono. “Chiedo umilmente scusa alla signora Hahaianu Maricica – si legge nel testo indirizzata alla donna – per il gesto violento che le ha provocato questa grave situazione. Da quando l’ho saputo dal carcere non riesco più a dormire. Non mi interessa di quello che mi accadrà perché mi assumerò le mie responsabilità ma ciò che più mi interessa oggi è che la signora possa riprendersi. Prego ogni giorno perché lei possa ristabilirsi e porterò sicuramente un rimorso per tutta la vita”.
Ma per la famiglia della vittima, è “troppo facile, troppo comodo chiedere scusa adesso. Di queste scuse possiamo solo prenderne atto”. Lo fa sapere l’avvocato della donna, Alessandro Di Giovanni, puntualizzando che “al momento al marito della donna non è giunta alcuna lettera di scuse”. “Guardando il video – spiega il penalista – appare chiaro che il giovane sferri un colpo mancino al volto, con una tecnica quasi da boxeur. La donna, colpita al mento, ha perso subito i sensi ed è crollata a terra a corpo morto”.
“Il marito di Maricica è distrutto – dicono i medici del policlinico Casilino – e la sua sofferenza ha messo a dura prova anche la sensibilità dei dottori che generalmente sembrano essere abituati a fronteggiare situazioni simili. Poche volte abbiamo visto un uomo così provato. Comunque gli è stata data assistenza psicologica”. “E’ un uomo piegato dal dolore – raccontano – la sua situazione in queste ore è difficilissima. Lui e Maricica in Romania hanno anche un bimbo di tre anni”.
La Procura di Roma ha fatto ricorso al tribunale del riesame per chiedere l’emissione della custodia cautelare in carcere per Burtone. Già in sede di convalida dell’arresto avvenuto venerdì il pm Antonio Calaresu si era opposto alla richiesta di arresti domiciliari per Burtone. Il gip, comunque, aveva deciso di concedere al giovane la misura più attenuata. In base a quanto si apprende la decisione della procura sarebbe maturata anche alla luce del video in cui si vedono le fasi dell’aggressione alla donna.
Per quanto riguarda il precedente di Burtone (una lite scoppiata in strada nell’aprile scorso), il procedimento è stato trasmesso da diverse settimane dal tribunale all’ufficio del giudice di pace. Il reato ipotizzato nel fascicolo, che inizialmente era quello di lesioni, è stato derubricato in percosse. “E’ una vicenda che non può esser considerata un precedente, un qualcosa che indichi il normale comportamento del mio assistito – ha spiegato il difensore, l’avvocato Fabrizio Gallo – domani prenderò visione di quell’indagine e avrò modo di capire cosa è successo”.
Nel pomeriggio, più di 500 persone hanno partecipato alla preghiera promossa dalla Comunità di Sant’Egidio alla stazione Anagnina. Siamo qui, hanno spiegato i giovani della Comunità ai viaggiatori, “per ricordare che non si passa oltre una persona ferita, in evidente difficoltà e che occorre disarmare i cuori non solo dalla violenza ma anche dall’indifferenza”. Don Gino Bolchini parroco di San Gaudenzio ha guidato il momento di preghiera che si è ripetuto più volte tra le 17,30 e le 19.
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