La Conferenza stampa dei centri antiviolenza italiani dice tutto su quello che il governo NON HA FATTO per spstenere la lotta contro la violenza sulle donne.
Prevenzione inefficace, anzi inesistente, come è stato possibile vedere con le conseguenze subite da Eliana Femiano a Terracina così come tantissime altre donne che pure avevano denunciato e che sono state comunque massacrate da uomini violenti. Una lista infinita che non a caso viene documentata in un Bollettino di Guerra.
La violenza sulle donne è diventato anzi tema di speculazione razzista, per definire un fenomico legato alla etnia o alla religione degli assassini. Noi sappiamo perfettamente invece che le donne vengono uccise e subiscono violenza soprattutto in famiglia e soprattutto per mano di italiani.
Il governo ha sottratto fin da subito 20 milioni di euro destinati a questa lotta fondamentale. Tanti proclami su un Piano antiviolenza che non è mai stato approvato o reso minimamente esecutivo e nel frattempo i Centri Antiviolenza, unico luogo di riferimento utile a raccogliere segnalazioni e richieste di aiuto nei territori, chiudono o rischiano di chiudere o vanno avanti con grandissima difficoltà perchè le amministrazioni di centro destra tolgono fondi, non rinnovano convenzioni, le regioni non realizzano leggi adeguate o non applicano quelle che ci sono già.
Come dicono di centri antiviolenza tutto ciò è in contrasto con le richiste di Onu e Parlamento Europeo. E non a caso l’Italia è ultima in Europa per provvedimenti e azioni di contrasto contro la violenza sulle donne e prima in europa per cifre della violenza domestica e della violenza maschile sulle donne.
Che altro si può dire se non che avevamo ragione quando dicevano che la violenza sulle donne non si sconfigge con le parole ma con una politica sociale, di organizzazione del welfare differente, con una politica culturale che responsabilizzi tutti, incluso i maggiori organi di informazione di questo paese che spesso si fanno tramite di misoginia che accentua il problema e istiga ad una vera e propria cultura della legittimazione del femminicidio.
In basso, il comunicato.
DONNE: D.I.RE., FINANZIARIA STRANGOLA I CENTRI ANTIVIOLENZA
(ANSA) – ROMA, 23 NOV – I Centri antiviolenza chiudono l’uno dopo l’altro ”strangolati dai tagli della Finanziaria e dall’ostilita’ degli Enti locali, intanto 19 donne vengono
uccise dai partners o ex partners solo in 26 giorni, tra ottobre e novembre di quest’anno”. E’ quanto denuncia D.I.RE. (Donne in rete contro la violenza), l’associazione che raccoglie 58 centri antiviolenza in Italia, alle soglie della Giornata Internazionale contro la Violenza alle Donne, che ricorre giovedi’ 25 novembre.
In una conferenza alla Casa Internazionale delle Donne di Roma, le rappresentanti dei centri di Palermo, Cosenza, Viterbo, Pescara, Udine, Messina, Napoli e Roma hanno fornito la propria testimonianza per lanciare un allarme sull’inadeguatezza numerica delle strutture di accoglienza rispetto al bisogno generato dal fenomeno della violenza nel Paese e sull’esistenza
di leggi regionali che non vengono finanziate. Secondo D.I.RE., infatti, nel 2009 13.587 donne, il 67% delle quali italiane, si sono rivolte ai centri antiviolenza dell’associazione: il 14,2%
in piu’ rispetto al 2008. Nelle strutture che prevedono la possibilita’ di alloggio, sono state ospitate 576 donne e 514 minori, a fronte di una capacita’ alloggiativa di 393 posti letto.
”La realta’ del nostro Paese – ha spiegato Concetta Carrano, di Differenza Donna – e’ in contrasto con le indicazioni dell’Onu e dell’Unione Europea, i cui standard, fissati nel 1999, prevedono l’esistenza di almeno un centro antiviolenza familiare ogni 10.000 persone e un centro di emergenza ogni 50.000 abitanti”. Durante la conferenza e’ stato sottolineato, inoltre, che i
centri antiviolenza costituiscono un investimento non solo sociale ma anche economico del Paese, perche’ ”una donna accolta in un centro costa sette volte meno rispetto al caso in cui viene assistita dai servizi sociali”. ”Esempi virtuosi – hanno detto le iscritte a Donne in rete – sono i centri di Differenza Donna nel Lazio, fiore all’occhiello dell’amministrazione Zingaretti”. ”Sono anni che il ministero ci assicura l’esistenza di un fondo di 20 milioni di euro – ha concluso Carrano – ma ancora non sono chiari ne’ i tempi ne’ i modi di distribuzione”.