Volontaria esercito denuncia
molestie sessuali durante missioni
Secondo l’esposto presentato a Napoli e Catania, la donna sarebbe stata fatto oggetto di numerosi ‘atti di natura sessuale’ nel corso di attività militari in Sicilia e all’estero. La donna, di religione musulmata, sarebbe stata anche costretta a partecipare a funzioni religiose cattoliche
di SALVO PALAZZOLO
Prima, le avrebbe chiesto di trascorrere la licenza insieme. Poi, l’avrebbe palpeggiata, in caserma. Una volontaria dell’Esercito ha denunciato il maresciallo che comanda la sua squadra alla magistratura ordinaria e a quella militare. Lei ha 24 anni, è siciliana figlia di extracomunitari ed è di religione musulmana, ha il grado di caporale e presta servizio nella provincia di Catania. Alla Procura etnea e a quella militare di Napoli ha denunciato anche un tenente donna, che nel corso di una missione in Kosovo, due anni fa, l’avrebbe voluta coinvolgere in un rapporto sessuale di gruppo con due militari stranieri. Per il suo “no”, la soldatessa sarebbe stata mobizzata.
“In un’altra occasione – racconta l’avvocato Giorgio Carta – la giovane è stata comandata a partecipare ad alcune funzioni religiose cattoliche, in qualità di corista. Un oltraggio al suo sentimento religioso”.
Nella denuncia è anche finito il nome di un altro superiore del caporale, un capitano. “Avevamo chiesto che la giovane potesse essere impiegata in una caserma diversa da quella dei tre molestatori – prosegue il legale – ma la richiesta è rimasta inascoltata. Adesso, sarà la magistratura a fare chiarezza”.
A fine gennaio, comunque, anche il comandante del reggimento dove presta servizio il caporale si era rivolto alla magistratura militare. Dopo aver ricevuto la giovane, aveva trasmesso il suo esposto alla Procura. Così, spiegano fonti militari.
L’avvocato Carta dice ancora: “Dispiace comunque che qualcuno dei superiori della giovane non l’abbia creduta e l’abbia anzi invitata a lasciare perdere. Cosa che ha fatto una collega del caporale, vittima delle stesse avances”.
La soldatessa è una volontaria in ferma quadriennale, dunque una “precaria” , la cui permanenza nell’esercito è strettamente legata alle “note caratteristiche” scritte dai suoi superiori. Le ultime, per il caporale, sarebbero state del tutto negative. “Purtroppo – dice l’avvocato Carta – questo non è un caso isolato. E’ almeno il terzo episodio che mi viene sottoposto da una donna militare e dispiace constatare che negli altri due casi la vittima delle molestie si sia convinta a non denunciare gli abusi proprio per timore di non poter stabilizzare il proprio rapporto di lavoro”.
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