127 donne ammazzate. Perchè gli uomini odiano le donne!

L’INCHIESTA
Il sacrificio delle morte ammazzate
Perché gli uomini odiano le donne
La Casa delle donne ha svolto un’indagine sul femicidio in Italia. Nel solo 2010 le vittime sono state 127. Nel 23% dei casi, a uccidere è un ex compagno. E il più delle volte la tragedia si consuma in un luogo familiare
di GIULIA CERINO

Il sacrificio delle morte ammazzate Perché gli uomini odiano le donne I dati sul femicidio in Italia
Nel 2010 sono state uccise
centoventisette donne
UOMINI che odiano le donne. Oppure le amano troppo e quindi le ammazzano. Francesca Bova, 34 anni, madre di un bambino di 8 mesi. Jenny Dal Vecchio, 33 anni. Filomena Rotolo, 42 anni. Giovanna Piattelli, 59 anni, dirigente dell’ufficio istruzione e sport di Montecatini uccisa da Silvano Condotti, ex autista 55enne, perché ritenuta responsabile del suo licenziamento. E poi Atif Zineb, marocchina, 20 anni appena fatti ma già sposata. Da qualche mese voleva tornare in Marocco. E’ morta prima. Anzi, è stata ammazzata il 25 febbraio dal marito. Quel giorno leggevamo di lei sulle pagine della cronaca veneta. Ma in tutto il 2010 abbiamo letto di tante altre donne: tre con meno di 18 anni, nove tra i 18 e i 25, ventuno tra i 26 e i 35, ventotto tra i 36 e i 45, trentaquattro tra i 46 e i 60, sedici tra i 61 e i 75 e sedici con più di 75 anni. Centoventisette in totale. Otto in più rispetto al 2009. Ma forse molte di più ancora perché spesso accade che i casi di donne scomparse si risolvano solo dopo due, tre, dieci giorni, mesi, anni con il ritrovamento di un cadavere che sulla stampa non fa più notizia.

Non c’è mimosa che tenga. La Casa delle donne 1 ha deciso di diffondere proprio oggi, 8 marzo, i risultati dell’indagine sul femicidio in Italia nel 2010. Per raccontare la storia di Elsa Bellotto, 45 anni, Daniela Mirza, romena 28 anni, Francesca Gattuso morta in un incidente stradale rivelatosi un delitto di genere ma anche quella di Simona Melchionda, 25 anni,
Silvana Scarlata e Anna Spiridigliotti. L’indagine è un’accurata rassegna di trafiletti e articoli di cronaca nera raccolti durante tutto l’anno passato. E’ un’occasione per ricordarle tutte e 127 queste donne d’Italia uccise per mano degli uomini per motivi di genere.

Nel 23% dei casi, ad agire sono ex mariti, ex amanti, ex conviventi, ex partner. Il dato in sé contiene una costante e una novità rispetto alle ricerche degli anni precedenti. L’omicidio della moglie da parte del marito è sempre stato ricorrente. Ma quest’anno è l’ex ad aver ucciso di più. Tra il 2006 e il 2010 la percentuale e salito: dall’11 al 23%. Conoscenti e colleghi hanno agito 17 volte sul totale. I figli delle donne che nel 2010 hanno eliminato con la violenza le loro madri sono 14. Solo in un caso è stato un fratello ad ammazzare la sorella. Uomini ossessivi, malati, perseguitati. Assassini. Italiani nel 79% dei casi. Tra gli esecutori del 2010 ci sono solo un pakistano, un ucraino, un croato, un filippino, un bosniaco, un marocchino, un ecuadoregno, un rom, un romeno, un albanese, un argentino e un bulgaro. Gli altri, tutti uomini di casa nostra.

Maschi che nella maggior parte dei casi hanno tra i 36 e i 60 anni e annientano per un motivo: impedire che si affermi la volontà femminile. Evitare che sia lei, una donna, a porre fine alla relazione affettiva. La separazione è infatti causa del 19% dei femicidi avvenuto in Italia. Seguono nella stessa percentuale la conflittualità e il cosiddetto ‘raptus’ (12 e 13%). Poi ci sono le ragioni economiche, i problemi psichici, la gelosia (10% dei casi) o il rifiuto di lei di fare l’amore (2%). L’atto di uccidere arriva sempre alla fine. Prima di impugnare l’arma, di solito, si scatenano violenze domestiche, minacce, discussioni che lasciano pensare al peggio. Subito dopo, invece, il 29% degli uomini si suicida o tenta di farlo. Il 24% confessa il delitto mentre nel 20% dei casi nascondono tutto, vergognandosi come cani, e dannandosi senza potersi redimere. Altri fuggono. Abbandonano la zona del crimine: la casa.

Gli uomini che odiano le donne non uccidono per strada. Il 70% delle regine di questo 8 marzo 2011 è stato massacrato in un luogo familiare, senza nemmeno avere il tempo per rendersene conto. Il 25% degli uomini ha agito tra le mura domestiche: nello stesso luogo dove aveva appena finito di fare l’amore, mangiare, guardare la televisione o lavarsi i denti guardandosi, l’un l’altro, allo stesso specchio. Spesso il femicidio avviene a casa di lei (36%) o nell’appartamento dei parenti (9%). In cucina magari. Usando un’arma da taglio (26%) o un’arma da fuoco (31%). Alcuni uomini le soffocano (25%). Poi, c’è anche chi sfoga la propria frustrazione ammazzandole di botte (7%), prendendole a calci, a pugni. Sbattendole per terra.

Su 127, 61 sono morte al nord, 25 al centro, 23 al sud e 12 nelle isole. Le vittime sono quasi tutte donne italiane (78%). Otto le romene, tre le albanesi, due le polacche, le brasiliane e le filippine. Tutte morte in Italia, questa terra straniera.

http://www.repubblica.it/cronaca/2011/03/08/news/donne_uccise-13323727/?ref=HREC1-1

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