Sentenza: condannato un uomo che aveva usato espressioni spregiative al femminile in termini di etica sessuale!

Multe a chi mette in discussione l’etica sessuale delle donne

Mai mettere in discussione l’«etica sessuale» delle donne. Lo intima la Cassazione (sentenza 23202/11) nel promettere multe a chi manchi di rispetto alle donne in fatto di costumi sessuali. Il principio vale anche se il messaggio irriverente viene veicolato per interposta persona.

Il caso
La Suprema Corte ha convalidato una multa di 300 euro per ingiuria nei confronti di un cinquantenne che aveva mandato sms alla sua ex moglie scrivendole espressioni «spregiative in tema di etica sessuale» sul conto della madre. Condannato per ingiuria dal giudice di pace di Lecco, ha tentato di alleggerire la sua posizione, sostenendo che non aveva mai incaricato la figlia di riferire il contenuto dei messaggi alla madre. La Cassazione, bocciando il ricorso, ha evidenziato che è stato appurato «l’invio di sms al telefono cellulare della figlia contenenti espressioni spregiative al femminile in tema di etica sessuale».

Non solo: «di tali fatti il giudice ha tratto la razionale conclusione che il mittente fosse consapevole che necessariamente e inevitabilmente le espressioni sarebbero state portate a conoscenza della moglie separata, per il tramite dell’innocente messaggera». La conclusione «trova diretta conferma nel messaggio in cui si contrappone, nello scenario familiare, la figura del padre amoroso e premuroso a una figura, apparentemente anonima, ma inequivocabilmente allusiva, di una vacca». Per avere ferito l’«etica sessuale» della ex moglie l’uomo, oltre alla multa, pagherà anche le spese processuali.

http://www3.lastampa.it/i-tuoi-diritti/sezioni/responsabilita-sicurezza/news/articolo/lstp/407925/

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