Uccide due persone e si suicida
Tre morti in un raptus familiare a Verona
Tragedia nel Veronese. Il sessantenne autore del doppio omicidio ha ucciso la moglie e il padre invalido. Gli investigatori stanno ricostruendo la dinamica e le ragioni del folle gesto
VERONA – Tre persone sono morte stamattina tra Verona e la vicina Negrar per un doppio omicidio e suicidio. Gli inquirenti hanno ricostruito che un uomo di 66 anni, ha sparato e ucciso la moglie nella loro abitazione di Negrar.
Successivamente si è recanto a Verona dal padre invalido di 99 anni, e non dal suocero come si era appreso in un primo momento, uccidendolo. In casa era presente anche la badante dell’anziano che però si trovava in un’altra stanza della villetta bifamiliare.
“Qui c’è un cadavere, e fra un po’ ce ne sarà un altro…” ha detto l’uomo al telefono avvisando la Polizia. Poi ha rivolto l’arma contro sè stesso togliendosi la vita. A Verona, luogo del secondo omicidio, si è recato il magistrato di turno mentre agenti della squadra mobile e della polizia scientifica sono al lavoro nelle due abitazioni dove sono stati compiuti i delitti; già rinvenuta l’arma del delitto.
http://www.repubblica.it/cronaca/2012/11/21/news/uccide_moglie_suo_padre_e_si_suicida_tre_morti_per_un_raptus_familare_verona-47105120/
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Uccide la moglie e il padre invalido
Poi chiama il 113 e si ammazza
L’uomo ha 66 anni, la moglie 74 e l’anziano padre 99. La registrazione del 113: «Qui c’è un cadavere, fra un po’ ce ne sarà un altro». Nelle lettere si parla di problemi di salute
VERONA – Tre persone sono morte tra Verona e la vicina Negrar per un doppio omicidio e suicidio. Un uomo, Dario Fusini, 66 anni, ha ucciso con tre colpi di pistola la moglie Luciana Roveda, 74 anni, nella propria abitazione in via Perez a Negrar. Poi avrebbe preso l’auto, una Toyota Avensis e sarebbe andato nella bifamiliare dove il padre Luigi Fusini, 99 anni, invalido e in carrozzella, viveva con la badante. Il figlio avrebbe sparato al padre (mentre la badante era in un’altra stanza) altri tre colpi e poi avrebbe rivolto l’arma contro se stesso.
Ammazza moglie e padre, poi si uccide
Prima di farlo avrebbe avvisato il 113. «Qui c’è un cadavere, e fra un po’ ce ne sarà un altro…» ha detto al centralino della questura. La pistola usata per la strage è stata trovata accanto al corpo dell’omicida. Pare che dietro il gesto ci possano essere problemi legati alla salute dell’anziana coppia (per entrambi era il secondo matrimonio) e del padre invalido.
Luciana Roveda è stata uccisa nella taverna di casa, una bifamiliare signorile nella quale conviveva da una decina d’anni, pare in armonia, con il nuovo consorte. I vicini di casa non hanno sentito il rumore degli spari. Roveda era una casalinga, Fusini un commerciante. Dell’uomo non risulta in passato alcuna segnalazione alle forze dell’ordine: deteneva regolarmente la pistola semiautomatica calibro 45 usata per la strage. I carabinieri del reparto operativo di Verona hanno trovato la donna riversa supina sul pavimento, vestita, e con tre ferite allo stomaco. Sopra le due lettere nelle quali Dario Fusini spiega di aver pianificato il suo gesto facendo riferimento a problemi gravi di salute che avrebbero minato il suo fisico, ma anche la moglie e il padre. Le missive sono state raccolte dalla sezione investigazione scientifica dell’Arma, assieme ad altri reperti che saranno oggetto del fascicolo che verrà unificato assieme a quello della polizia e consegnato al magistrato.
http://corrieredelveneto.corriere.it/verona/notizie/cronaca/2012/21-novembre-2012/uccide-moglie-padre-invalido-poi-chiama-113-si-toglie-vita-2112805554620.shtml