Donna trovata uccisa a Catania, fermato l’omicida
E’ un marocchino di 32 anni, i due avrebbero litigato. L’uomo indagato per un assassinio simile anche in Puglia
CATANIA – Risolto in meno di dieci giorni il giallo della morte di una donna alla Plaia. La vittima si chiamava Letizia Agata Giulia Consoli, aveva 50 anni, era vedova, frequentava abitualmente la spiaggia della plaia. Ed era in con il suo assassino. L’uomo che l’ha colpita ripetutamente la notte tra il 6 e il 7 febbraio nel bungalow del camping Europeo col quale la donna aveva un rapporto di frequentazione è un marocchino di 32 anni Zakaria Ismaini , pregiudicato: la polizia lo ha fermato con l’accusa di omicidio pluriaggravato e tentato occultamento del cadavere della donna.
Alle 9 di sabato scorso sono stati i Vigili del Fuoco, assieme a dei pescatori a scoprire il corpo senza vita di Letizia Consoli completamente sfigurata e colpita ripetutamente: era poco distante dal bungalow in fiamme che Zakaria Esmaini, ricostruirà poi la polizia, aveva tentato di bruciare per nascondere le prove del delitto. E’ stata la polizia scientifica a scoprire all’interno copiose tracce di sostanza ematica. Sulla donna vi erano profonde ferite da taglio in varie parti del corpo, nonché altre ferite da taglio superficiali e vaste ecchimosi al viso e sul corpo. Veniva anche sequestrato, tra altri reperti, un pezzo di trave in legno con l’estremità acuminata, sulle quali vi erano tracce di sostanza ematica – poi risultata l’arma letale – ed un accendino di colore giallo; inoltre, si rilevavano chiare tracce di trascinamento sull’arenile dal bungalow in direzione della battigia.
Durante le prime indagini, la stessa sera la Procura della Repubblica disponeva l’intercettazione telefonica dell’utenza dell’indagato apprendendo che l’indagato era sottoposto a intercettazione da parte della Procura di Brindisi per un altro omicidio. Dall’analisi del tabulato di Ismaini emergevano contatti con un’utenza intestata alla vittima, una donna catanese di 50 anni.
Dall’esame dei filmati degli impianti di video-sorveglianza del vicino villaggio “Le Capannine”, luogo ove Ismaini aveva spontaneamente dichiarato di dimorare e dove aveva trascorso la notte tra il 6 ed il 7 febbraio, consentivano di acquisire più che gravi indizi di colpevolezza a carico di del marocchino. Fermato, l’uomo ammetteva le sue colpe. Ismaini è sospettato anche dell’omicidio di Cosimo Mastrogiovanni, il cui cadavere quasi interamente carbonizzato è stato stato rinvenuto all’interno di una villetta di Latiano, in provincia di Brindisi, il pomeriggio del 13 novembre 2014.
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