Una donna uccisa, un’altra ferita. Accusato il nipote

Anziana uccisa nel brescianoFerita un’altra donna. Omicida in fuga, sarebbe un parente17 luglio, 14:40Anziana uccisa nel bresciano

(ANSA) – BRESCIA, 17 LUG – Una donna e’ stata uccisa, un’altra e’ rimasta ferita in un’aggressione a Prevalle (Brescia). In fuga l’omicida, sarebbe un parente.La donna morta ha 80 anni, l’altra e’ stata ricoverata in ospedale in gravi condizioni. L’omicida sarebbe un parente della donna uccisa ed e’ ora in fuga. Indagano i carabinieri della compagnia di Brescia.

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2010/07/17/visualizza_new.html_1853201143.html 

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BRESCIADonna uccisa, un’altra è graveil nipote arrestato per omicidioL’uomo, 35 anni, era uscito da circa un anno da una comunità per il recupero di tossicodipendentiLa rabbia di parenti e conoscenti: "Era un delitto annunciato, nessuno ha fatto niente per evitarlo"Ha ucciso la zia e ferito gravemente la cugina. Le ha prese a sprangate ed è fuggito. I carabinieri l’hanno arrestato alcune ore dopo.

Emiliano Dolcetti, 35 anni, parte dei quali devastati dalla cocaina, è entrato nella casa dei parenti, a Prevalle (Brescia), il paese in cui vive, quando era da poco passato mezzogiorno. Ha detto che doveva "consegnare una lettera". Invece, con quello che secondo la ricostruzione dei carabinieri della scientifica potrebbe essere una sorta di piede di porco, ha colpito con violenza inaudita. Carla Ruffatto, 83 anni, è morta, la figlia Franca Dolcetti, di 54, è ricoverata in ospedale.E’ stata Franca a chiamare al telefono la cugina Flora e a chiederle aiuto. "Quando ho aperto la porta – racconta Flora Dolcetti – c’era sangue ovunque". Carla era in cucina, colpita in diverse parti del corpo. Le sprangate che hanno ucciso, con ogni probabilità, sono state quelle vibrate alla testa, poco sopra un orecchio. Emiliano Dolcetti è fuggito poi in auto. A Prevalle, comune tra Brescia e il lago di Garda, si parla di "tragedia annunciata".

L’uomo era stato in una comunità per tossicodipendenti, nella bassa Bresciana, ma anche negli ospedali psichiatrici giudiziari di Castiglione delle Stiviere (Mantova) e a Reggio Emilia.Nel paesino tutti sapevano dell’astio dell’omicida nei confronti della zia. Si sapeva dei "suoi sogni, delle sue visioni". Ed erano sogni in cui la zia "aveva la testa dello zio in mano". La droga, in passato e ora una personalità disturbata, sembrano essere elementi imprescindibili di un dramma fra parenti che non ha nulla a che fare con il denaro. Al punto che durante la fuga dell’omicida si è temuto anche per la sorte della madre ed è stato disposto un sevizio di protezione da parte dei carabinieri.

Quando la tragedia era avvenuta da alcune ore, nell’abitazione in via San Pietro è arrivato Paolo, figlio della donna rimasta ferita. "E io adesso cosa posso fare?", ha detto, lo sguardo sconvolto, rivolto ai parenti, ai carabinieri e ai giornalisti.In quella domanda, tutto il dramma di chi ha vissuto la tragedia come un epilogo evitabile, se solo le condizioni di salute di Emiliano Dolcetti fossero state valutate diversamente, anche in tempi piuttosto recenti. E un’anziana del paese conferma:" L’ho visto pedalare in bicicletta. Era scalzo, girava in tondo, lo sguardo smarrito".

http://milano.repubblica.it/cronaca/2010/07/17/news/donna_uccisa_un_altra_grave_un_parente_in_fuga_dopo_il_delitto-5645168/?ref=HREC1-9 

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