Donna uccisa per aver difeso la figlia di 6 anni da un molestatore!

Uccisa per aver difeso la figlia
Il ragazzo sorpreso a molestare la bambina di sei anni. Ha reagito a colpi di coltello

CAVRIANA. Ha ucciso perché la donna lo aveva sorpreso a imporre le sue effusioni di adulto alla bambina di sei anni. È stato lo stesso Hu Lifei, l’operaio di 22 anni in carcere per l’omicidio della titolare del maglificio di Cavriana (di cui ometteremo le generalità a tutela della figlia minorenne)a raccontare quello che è accaduto la sera del 25 febbraio nella cucina del laboratorio tessile. Il giovane, per giustificare l’aggressione e il feroce assassinio della donna, che aveva 39 anni, ha confessato un altro reato gravissimo.

Secondo la sua versione, l’imprenditrice lo ha colto sul fatto a molestare la bimba. Inferocita, lo ha aggredito con violenza, e lui non avrebbe fatto altro che reagire a quella furia. Ha preso un coltello da cucina e le ha conficcato la lama di venti centimetri nella pancia e nel petto. Una, quella letale, le ha lesionato l’aorta provocando la morte per dissanguamento.
Hu Lifei, che era stato catturato a Manerbio dopo una fuga in macchina di ore, ha ammesso, nel lungo interrogatorio davanti al Gip e al Pm Giulio Tamburini, titolare dell’indagine, sia l’omicidio sia il reato di violenza sessuale nei confronti di una bimba. Scarno il commento del suo avvocato, Paolo Demattè, del Foro di Trento, che afferma che Hu Lifei ha ucciso «per una questione delicata e molto grave che ha a che fare con un membro della famiglia della vittima. Una vicenda complessa di cui per ora non vogliamo parlare». E, per ora, in considerazione della gravità delle accuse che pesano sulla testa del giovane operaio, il legale non ha presentato alcuna istanza al Tribunale del Riesame, ritenendo, molto probabilmente, che i margini per chiedere la scarcerazione siano troppo ristretti. All’orizzonte, però, annuncia, c’è la richiesta di sottoporre il reo confesso ad una perizia psichiatrica. Difficile comprendere la strategia della confessione di Hu Lifei, che, forse, si è sentito accusato ingiustamente dalla madre della bimba e ha reagito con una rabbia feroce.
Una versione, in ogni caso, totalmente diversa da quella dei parenti della donna, che hanno indicato in ragioni economiche il movente del delitto. Non potevano immaginare cosa fosse accaduto alla bimba nella cucina prima dell’accoltellamento.
In questa direzione si erano indirizzate le indagini nelle ore successive all’omicidio, in cui si riteneva che il motore principale fossero i soldi. Gli inquirenti avevano in mano una traccia, che resta valida: i genitori di Hu Lifei erano in procinto di partire per la Cina. A loro nome c’era un volo prenotato per il 2 marzo.
Questo aveva fatto pensare e tuttora, comunque, lascia credere che il viaggio, e il denaro necessario, abbiano potuto costituire motivo di lite tra l’imprenditrice e l’ex operaio, che era tornato a Cavriana quel giorno per ragioni altrimenti inspiegabili. Resta da stabilire se quella sia stata l’unica circostanza in cui il giovane operaio abbia molestato la bambina. Non è escluso che la madre sospettasse di lui già nei mesi precedenti, quando il giovane lavorava al maglificio, e che questo possa essere stato il motivo del suo allontanamento.

http://gazzettadimantova.gelocal.it/cronaca/2012/03/14/news/uccisa-per-aver-difeso-la-figlia-1.3292208

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