Lecco, tre bambine uccise a coltellate. La madre confessa: “Le ho uccise io”
Si tratta di tre sorelline di origine albanese di 4, 11 e 13 anni. La loro mamma trovata in stato di shock fuori dalla casa con mani e collo sporchi di sangue. Interrogata dagli inquirenti, ha ammesso il triplice omicidio
Tre bambine uccise dalla madre per “evitare loro un futuro di disperazione”. E’ accaduto questa mattina all’alba a Lecco, rione Chiuso, in corso Bergamo. Simona, di 14 anni, Kesi, di 10, e Sidni, di 3, sono state colpite a morte e poi adagiate sul letto matrimoniale. La madre, 37 anni, prima portata in ospedale e poi interrogata dagli inquirenti, ha confessato. A riportarlo sono La Stampa e Il Corriere. Era stata trovata fuori dalla casa con le mani e il collo sporchi di sangue.
A quanto si è appreso, una segnalazione è giunta al 112 alle 6.30 di questa mattina: un vicino infatti avrebbe avvertito le forze dell’ordine dopo avere visto la donna “coperta di sangue”. I carabinieri hanno rintracciato tramite alcuni parenti il padre, che non viveva più con la donna e le piccole. Si trovava in viaggio verso l’Albania, paese natale suo e della moglie. L’uomo, secondo indiscrezioni, aveva programmato il viaggio da tempo ed è estraneo ai fatti. I due si erano separati lo scorso settembre e la moglie e le tre bambine vivevano in condizioni di povertà. L’unico aiuto era il sussidio della Caritas locale.
Il delitto multiplo è “sicuramente avvenuto in più stanze” e le le tracce di sangue “non si concentrano in un solo punto”, ma raccontano di “più fasi” e di più coltellate, inferte con un coltello da cucina, che non hanno lasciato scampo alle tre giovanissime vittime. Infatti, le ferite sarebbero compatibili con tagli procurati nel corso di una colluttazione, con l’assassino o con le bimbe. Un parente che abita nelle immediate vicinanze dell’abitazione risulta essere stato portato in caserma per essere interrogato dagli investigatori. In corso i rilievi scientifici. Sul posto, oltre ai soccorsi sanitari, anche i carabinieri del provinciale di Lecco, per cercare ricostruire quanto accaduto.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/03/09/lecco-tre-bambine-uccise-a-coltellate-ferita-anche-la-madre/907182/
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Lecco, tre sorelline uccise in casa a coltellate. La madre: “Sono stata io, ero disperata”
Le vittime avevano 13, 11 e 4 anni. Fuori dalla casa c’era la madre ferita: le ha ammazzate e ha ricomposto i corpi sul letto matrimoniale. La donna era stata lasciata dal marito per un’altra
Ha tentato il suicidio con lo stesso coltello con cui ha tolto loro la vita. “Sono stata io, le ho uccise io”, ha confessato Edlira Dobrushi, 37enne di origine albanese, poche ore più tardi ai carabinieri di Lecco. Un dramma familiare che ha come scena un appartamento al secondo piano di una palazzina in corso Bergamo 87. Un’abitazione di 60 metri quadrati in cui la donna, che si stava separando dal marito, viveva con la primogenita Simona, Casey e la piccola Sindey. Le vittime avevano 13, 11 e 4 anni.
L’allarme all’alba. La donna è ricoverata in stato di fermo all’ospedale Manzoni di Lecco. L’allarme ai carabinieri è giunto pochi minuti prima delle 6,30, quando il 118 ha avvisato i militari di avere soccorso una donna in una palazzina in evidente stato confusionale e completamente imbrattata di sangue. A chiamare i soccorritori è stato un vicino di casa che ha sentito le grida, ma ha pensato a un litigio. E’ stata poi la donna a suonare alla sua porta: ha usato due coltelli che sono stati trovati nell’appartamento composto dalla camera matrimoniale, da una stanza dei bambini con due letti a castello e da un soggiorno. E ha tentato di tagliarsi le vene, subito dopo, procurandosi profonde ferite agli avambracci.
Le tre vittime. Un omicidio “multiplo, sicuramente avvenuto in più stanze”, spiega il tenente colonnello dei carabinieri Rocco Italiano, che ha guidato le indagini, ma i corpi delle tre sorelline sono state trovati sul letto matrimoniale. Un dettaglio che si aggiunge a quelli di una casa in cui le tracce di sangue “non si concentrano in un solo punto”, ma raccontano di “più fasi” e di più coltellate, che non hanno lasciato scampo alle giovanissime vittime. Una sequenza il cui ordine cronologico resta da definire, ma che non ha complice: “Ho fatto tutto da sola”, dirà la madre rendendo una confessione piena.
“Una famiglia normale”. La donna ha suonato a un vicino di casa, come si è detto, e ad altri condomini. “Era ferita all’addome, era confusa”, dice il vicino. “Ho chiamato l’ambulanza e quando ho capito cosa fosse successo ho chiamato anche i carabinieri”. Poi lei è andata via in ambulanza. Una famiglia “normale” in affitto in quell’appartamento da quattro-cinque anni, “so che il marito lavorava e lei faceva la casalinga. La bimba piccola andava all’asilo, una frequentava la quinta elementare e la più grande la terza media”, racconta incredulo. Lo stesso vicino svela anche un particolare che potrebbe modificare l’orario del delitto: “Alle 2.15 ho sentito delle grida di un litigio forte. Sono uscito sull’androne delle scale, poi sono tornato a letto fino alle 6”.
La separazione dei genitori. Gli amici di Susanna raccontano che la 13enne andava bene a scuola, aveva molti 8 ed è sempre stata molto socievole, ma che negli ultimi tempi capitava di trovarla a piangere chiusa in bagno. Uno dei motivi, dicono, riguarda la separazione dei genitori. Da settembre il padre 37enne si era trasferito a casa del fratello, comunque vicino alla famiglia. Venerdì era partito per due settimane in Albania. Il fatto di avere una nuova relazione con un’altra donna aveva resa Edlira piuttosto scostante. Per Susanna, dicono i suoi amici, il prossimo trasferimento a Torino, dove la madre voleva cercare lavoro, era causa di stress. Un altro episodio che aveva scosso la ragazzina riguarda la richiesta al padre dei soldi per andare in gita a Roma con la scuola. Il padre, che guadagna intorno ai 2mila 200 euro al mese e ne passa 1.100 alla famiglia, glieli aveva dati dicendole però che non avrebbe potuto pagare anche le bollette.
Il papà in Albania. Rintracciato grazie a un parente già nel corso della mattinata, durante il suo viaggio, e informato della tragedia occorsa alla sua famiglia, Bashkim Dobrushi, 45 anni, un operaio metalmeccanico che da 15 anni vive stabilmente in Italia e ha doppia cittadinanza, si è messo subito in viaggio per Lecco. I carabinieri lo attendono per sentirlo in caserma. Il padre delle tre bambine aveva preso 15 giorni di ferie per recarsi a Kukes, suo paese natale, per spiegare alle famiglie d’origine la decisione di separarsi dalla moglie. Dalla carta d’imbarco risulta aver preso il traghetto da Bari per Durazzo il giorno prima della tragedia.
L’omelia di Scola e il tweet di Alfano. Sulla vicenda era intervenuto il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, rispondendo a Maria Latella nel corso dell’Intervista su Sky Tg24 “Noi non daremo scampo a chi ha compiuto questo gesto efferato, inseguiremo l’assassino fino a quando non l’avremo preso e lo faremo stare in carcere fino alla fine dei suoi giorni”. Poi, dopo che il giallo è stato risolto, ha affidato a un tweet il proprio pensiero: “Enorme tristezza. Gesto di follia scatenato da separazione dal padre”. Anche l’arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, ha ricordato le tre vittime durante l’omelia in Duomo: “Preghiamo in particolare per le terribili uccisioni che si ripetono, anche nelle nostre terre ambrosiane, e coinvolgono soprattutto donne e bambini. Come non avere il cuore trafitto per l’odierna tragedia di Lecco? La preghiera ci aiuti a portare il nostro smarrimento e la nostra impotenza, non priva di responsabilità”.
http://milano.repubblica.it/cronaca/2014/03/09/news/lecco_tre_bambini_uccisi_a_coltellate_alla_periferia_della_citt-80568521/
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Lasciata dal marito, uccide
le sue tre figlie a coltellate
La madre, una 37enne di origini albanesi, ha confessato. «Sono stata io, ero disperata». Il padre delle ragazzine se n’era andato di casa venerdì sera
Lasciata dal marito, una mamma ha ucciso a coltellate le sue tre figlie di 13, 10 e 4 anni nella loro casa di Lecco. La donna, Edlira Dobrushi, una 37enne di origini albanesi, è stata trovata coperta di sangue, in stato confusionale sul pianerottolo e portata in ospedale, dove ha confessato il triplice delitto: “Sono stata io”. Ma, ancora sotto choc, non ha saputo spiegare il movente. La tragedia è accaduta domenica mattina in un appartamento al secondo piano di un condominio popolare di corso Bergamo, nel rione di Chiuso, alla periferia di Lecco. I carabinieri hanno rintracciato in Albania il marito della donna. I due coniugi si stavano separando, l’uomo aveva da poco iniziato una nuova relazione con un’altra donna. Venerdì sera l’uomo, finito il turno di lavoro, aveva preso l’auto e aveva viaggiato per tutta la notte fino a Bari, dove si è imbarcato per Durazzo insieme alla nuova compagna. È stato rintracciato domenica in casa di alcuni familiari, nella cittadina di Kukes, al confine con il Kosovo: ha spiegato di essere andato a trovarli per spiegare ai parenti suoi e della donna, i motivi per cui avevano deciso di mettere fine al loro matrimonio.
Le urla
Erano da poco passate le 6.30 di domenica mattina quando un vicino di casa è stato svegliato dalle urla provenienti dall’appartamento dove la donna, disoccupata, viveva con le figlie: Simona di 13 anni, Keisi di 10 e Sidnei di 4. Il vicino ha aperto la porta della sua abitazione e sul pianerottolo si è trovato di fronte la donna, con le mani strette al collo e coperta di sangue. Immediatamente ha dato l’allarme, chiamando il 118 e i carabinieri. La 37enne è stata trasportata all’ospedale «Manzoni» di Lecco, dove è stata operata. Le sue condizioni, che inizialmente parevano disperate, si sono poi rivelate meno gravi: aveva ferite alle mani, alle braccia e all’addome. Aveva tentato il suicidio tagliandosi le vene.
Solitudine
«Sono sola. Non mi aiuta nessuno. Non ce la facevo più», avrebbe mormorato la donna ai medici che le prestavano i primi soccorsi. La paura e le incognite per il futuro suo e delle tre figlie dopo la separazione dal marito; una depressione forse mai curata, l’incubo della miseria tormentarle i giorni e le notti in questi ultimi mesi, dopo la rottura del matrimonio. Con il marito, Bashkim Dobrushi, 45 anni, da 15 in Italia, operaio metalmeccanico in un’azienda della zona, che era andato a vivere a casa di un fratello sempre a Lecco e che aveva preso due settimane di ferie per tornare in Albania per confidare a familiari e parenti le ragioni della separazione.
Una scena terribile
«Una scena agghiacciante e terribile quella che si è presentata davanti a nostri occhi nel momento in cui siamo entrati in casa», ha spiegato il colonnello dei carabinieri di Lecco, Rocco Italiano. Secondo gli investigatori, le tre figlie sono state uccise in locali diversi dell’abitazione e successivamente portate in una camera da letto, dove i carabinieri hanno trovato i corpicini delle tre sorelline adagiati sul letto matrimoniale. Due delle figlie, presumibilmente le più piccole, potrebbero essere state colpite nel sonno, mentre la più grande, Simona, dal tipo di ferite che presenta, sarebbe riuscita a rendersi conto dell’aggressione e avrebbe lottato per salvarsi. La dinamica esatta è ancora da chiarire. Sempre nell’appartamento del massacro, gli investigatori hanno ritrovato anche le armi usate dalla mamma per compiere il triplice delitto: due coltelli da cucina. La donna, dopo che ha confessato, è stata arrestata con l’accusa di omicidio plurimo aggravato dal vincolo di parentela.
Povertà
«Una tragedia enorme e inaspettata. Perché era una famiglia normale. Le bambine andavano regolarmente a scuola: Simona, la maggiore, era in terza media; Keisi frequentava la quinta elementare e Sidnei l’asilo. Certo una vita quotidiana in cui non mancavano le difficoltà economiche, come per tante famiglie in questi tempi di crisi, ma non c’era proprio nulla che lasciasse presagire un tale dramma», ha detto il parroco don Adriano Tacini, che è andato nella casa del massacro per recitare una preghiera. Il sacerdote conosceva molto bene questa famiglia albanese, di religione musulmana, anche perché talvolta la donna bussava alla porta della Caritas parrocchiale per chiedere un aiuto e in cambio riceveva alcuni pacchi di cibo. E poi la figlia più grande frequentava l’oratorio e il catechismo.
L’arcivescovo Scola
La tragedia ha lasciato sotto choc non solo il popolare quartiere di Chiuso, ai piedi del Resegone, ma l’intera città di Lecco, che fa parte dell’arcidiocesi di Milano. Ne ha parlato anche l’arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, nella sua omelia in Duomo durante la Messa della prima domenica di Quaresima. «Preghiamo in particolare per le terribili uccisioni che si ripetono, anche nelle nostre terre ambrosiane, e coinvolgono soprattutto donne e bambini – ha detto Scola, riferendosi anche agli altri drammatici fatti delle ultime settimane, come la mamma uccisa a Milano con il suo bambino e il padre che ha assassinato i figli a Giussano -. Come non avere il cuore trafitto per l’odierna tragedia di Lecco? La preghiera ci aiuti a portare il nostro smarrimento e la nostra impotenza non priva di responsabilità», ha concluso Scola.
http://milano.corriere.it/notizie/cronaca/14_marzo_09/lecco-madre-uccide-suoi-tre-figli-li-ha-accoltellati-casa-595c17ae-a76b-11e3-bf4d-b6feeb905a15.shtml