SUL POSTO LA POLIZIA, CHE SAREBBE STATA AVVERTITA DA UNA TELEFONATA.
Donna uccisa nella sua auto a Napoli
La vittima colpita da alcuni proiettili in via Ponte dei Francesi, all’ingresso della città
NAPOLI – Una donna è stata uccisa a Napoli, nell’area del porto. Lo conferma un medico del 118. La vittima, a quanto si apprende, si trovava al volante della sua vettura, quando è stata colpita da numerosi proiettili, in via Ponte dei Francesi, all’ingresso della città. A un primo esame esterno, la donna uccisa potrebbe avere avuto una trentina di anni. Già sul posto la polizia, che sarebbe stata avvertita da una telefonata.
IL NOME – Secondo quanto si apprende la donna uccisa era da sola in auto e si stava dirigendo dalla zona di San Giovanni a Teduccio nel centro della città. L’omicidio è stato consumato poco prima di imboccare il Ponte dei Francesi, prima dell’accesso alla rampa che conduce alla zona portuale. La donna di giovane età è stata colpita da più colpi di arma da fuoco ed è riversa sul sedile di guida, coprendo la sua borsa. L’auto è una Hyundai Atos, che risulta intestata a una donna più anziana. Il traffico è paralizzato in zona a causa dei rilievi effettuati dalla polizia Scientifica.
http://www.corriere.it/cronache/10_settembre_20/napoli-donna-uccisa-in-auto_d6588bc2-c48c-11df-be0b-00144f02aabe.shtml
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Uccisa a Napoli: testimonio’ contro stupratore sua figlia
Uomo fu condannato e oggi e’ in carcere a Modena
NAPOLI, 20 SET – Teresa Buonocore, la donna di 51 anni uccisa stamattina a Napoli, fu testimone in un processo contro un uomo che aveva abusato di sua figlia.
L’episodio risale al 2008: la bambina della Buonocore aveva 8 anni, quando subi’ violenza da un vicino di casa della donna.
Gli inquirenti stanno valutando eventuali collegamenti fra questa vicenda e l’omicidio. L’uomo che abuso’ della bambina e’ stato condannato in primo grado, pochi mesi fa, a circa dieci anni di detenzione; oggi e’ detenuto nel carcere di Modena, in virtu’ della misura cautelare emessa in seguito alla denuncia.
http://www.ansa.it/web/notizie/regioni/campania/2010/09/20/visualizza_new.html_1761339527.html
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L’OMICIDIO
Uccisa una donna nell’area del porto di Napoli
Testimoniò contro lo stupratore della figlia
La vittima è stata colpita da alcuni proiettili in via Ponte dei Francesi. Smentita la notizia che fosse parente di un collaboratore di giustizia. Aveva fatto condannare un vicino di casa che aveva abusato della bambina. La Dda: ‘Possibile matrice camorristica’
E’ stata freddata da numerosi proiettili mentre era alla guida della sua Atos Hyundai, Teresa Buonocore la donna di 51 anni uccisa stamani a Napoli in via Ponte dei Francesi all’ingresso della città.
FOTO
Da una prima ricostruzione sembra che la donna sia stata affiancata da uno o più sicari che l’hanno colpita a morte prima che la sua auto si immettesse nel traffico cittadino.
La donna fu testimone in un processo contro un uomo che aveva abusato di sua figlia. L’episodio risale al 2008: la bambina della Buonocore aveva otto anni, quando subì violenza da un vicino di casa della donna. L’uomo si chiamava Enrico Perillo ed era un geometra. Secondo quanto emerse dalle indagini all’epoca, aveva abusato di due minori – una delle quali era appunto la bambina della Buonocore – che frequentavano la sua abitazione perché amichette di sua figlia. Gli inquirenti stanno valutando eventuali collegamenti fra questa vicenda e l’omicidio.
Perillo fu condannato in primo grado, pochi mesi fa, a circa dieci anni di detenzione; oggi è detenuto nel carcere di Modena, in virtù della misura cautelare emessa in seguito alla denuncia. In un primo momento, gli furono accordati gli arresti domiciliari, ma l’uomo evase e quindi la misura fu inasprita col carcere.
A suo carico c’è anche una condanna per omicidio, che risale a molti anni fa: quando uccise un uomo per motivi di gelosia
Sul fatto indaga la Direzione antimafia secondo cui l’agguato potrebbe avere una matrice camorristica. In un primo momento si era diffusa la notizia che la Buonocore fosse imparentata con un collaboratore di giustizia; circostanza subito smentita dalla polizia
http://napoli.repubblica.it/cronaca/2010/09/20/news/uccisa_una_donna_nell_area_del_porto_trovato_corpo_su_un_automobile-7243642/?ref=HREC1-5
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La donna uccisa a Napoli testimoniò contro pedofilo
Una donna di 51 anni è stata uccisa a Napoli mentre si trovava a bordo di un’auto: è stata colpita da quattro proiettili calibro 9 esplosi a distanza ravvicinata, sotto il ponte della tangenziale in via Ponte dei Francesi, all’ingresso della città. La vittima, Teresa Buonocore, si trovava a bordo di una Atos Hyundai di colore grigio chiaro.
La donna aveva tre figli: Michelle, Kiriky e Cuevas. Gli inquirenti stanno valutando eventuali collegamenti fra l’omicidio e un episodio di pedofilia che risale al 2008, quando la Buonocore fu testimone in un processo contro un uomo che aveva abusato di sua figlia. L’episodio risale a due anni fa. La figlia della Buonocore aveva 8 anni, quando subì violenza da un vicino di casa della donna.
http://www.ilsecoloxix.it/p/italia/2010/09/20/AMIL1E4D-pedofilo_testimonio_uccisa.shtml
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La donna uccisa al porto, quell’ultimo post su Fb: «Dite che ho paura di morire» – Il Mattino
www.ilmattino.it
Napoli: donna uccisa al porto
sospetti su due pregiudicati di Portici
NAPOLI (21 settembre) – Vanno avanti a ritmo serrato le indagini sulll’agguato nel quale è rimasta uccisa Teresa Buonocore. Nella giornata di ieri i sospetti si sono appuntati soprattutto su due pregiudicati della zona di Portici, sottoposti
all’esame stube. Si indaga su diversi fronti. La donna era stata testimone in un processo contro un pedofilo, condannato a dieci anni di reclusione ma gli inquirenti stanno passando a setaccio anche la sua vita privata.
http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=119662&sez=NAPOLI
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L’OMICIDIO
Donna uccisa, svolta nelle indagini
un uomo interrogato in Questura
Gli inquirenti napoletani stanno sentendo un indiziato nell’omicidio di Teresa Buonocore, assassinata lunedì mattina vicino al porto. L’uomo, un 55enne, parente della vittima, è in stato di fermo
Svolta nelle indagini per la morte di Teresa Buonocore, 51 anni, la donna uccisa lunedì mattina mentre era in auto e transitava in via Ponte dei Francesi, a Napoli. I contorni della vicenda non sono ancora chiari. Secondo quanto si è appreso c’è un possibile indiziato che in questo momento è in Questura ed è interrogato dagli investigatori. L’uomo, un 55enne legato da rapporti di parentela con la vittima, è in stato di fermo.
Negli uffici della Mobile è anche arrivato il procuratore aggiunto Giovanni Melillo. L’indagine è passata dalla Dda alla magistratura ordinaria. Altre due persone sono state ascoltate come testimoni.
Le indagini sulla morte di Teresa Buonocore sono state infatti assegnate alla sezione criminalità comune della Procura di Napoli, coordinata dal procuratore aggiunto Giovanni Melillo. L’inchiesta, dunque, non è più di competenza della Dda. Elemento che sigilla il fatto che l’agguato, seppure eseguito con modalità di stampo camorristico, non ha alcun movente da ricercare nella criminalità organizzata.
http://napoli.repubblica.it/cronaca/2010/09/21/news/donna_uccia_svolta_nelle_indagini_un_uomo_interrogato_in_questura-7277797/?ref=HREC1-4
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L’OMICIDIO
Delitto Buonocore, svolta nelle indagini
indagato il fratello del pedofilo
Lo conferma l’avvocato di Enrico Perillo, l’uomo condannato a 15 anni perché accusato di aver abusato della figlioletta della Buonocore. ‘La donna – spiega il legale – non fornì una testimonianza accusatoria, anzi dichiarò di non aver mai avuto sentore che la figlia corresse qualche pericolo’
Tra le persone trattenute in questura nell’ambito delle indagini sull’omicidio di Teresa Buonocore c’è il fratello di Enrico Perillo, l’uomo detenuto a Modena dopo essere stato condannato a 15 anni, in primo grado, per le violenze a una figlia della donna uccisa. La conferma arriva dall’avvocato Francesco Miraglia, del foro di Modena, che assiste il detenuto. A suo dire, il fratello di Enrico Perillo è indagato “come atto dovuto”.
“Enrico Perillo è stato descritto come un orco, ma anche lui, come tutti i cittadini, non può essere considerato colpevole prima del terzo grado di giudizio”, sottolinea il legale. Miraglia aggiunge che l’inchiesta sugli abusi sessuali non è nata per iniziativa di Buonocore ma “in seguito a una segnalazione di un confidente della polizia, rimasto sconosciuto. La testimonianza resa in giudizio dalla signora – aggiunge il legale – non fu una testimonianza accusatoria, anzi: la Buonocore dichiarò di non aver mai avuto sentore che la figlia corresse qualche pericolo in casa Perillo”. Infine, l’avvocato Miraglia chiarisce che l’omicidio per il quale Perillo fu condannato “avvenne quando era giovanissimo e durante una rissa”. Il legale sta per partire alla volta di Napoli: oltre che Enrico Perillo, detenuto a Modena, assiste infatti anche il fratello che è trattenuto in questura da ore, dove si trova anche la moglie di Enrico Perillo.
Le indagini sulla morte di Teresa Buonocore sono state assegnate alla sezione criminalità comune della Procura di Napoli, coordinata dal procuratore aggiunto Giovanni Melillo. L’inchiesta, dunque, non è più di competenza della Dda. Elemento che sigilla il fatto che l’agguato, seppure eseguito con modalità di stampo camorristico, non ha alcun movente da ricercare nella criminalità organizzata. La svolta nelle indagini è avvenuta dopo che al commissariato di polizia di San Giovanni a Teduccio è stata sporta la denuncia di furto di un ciclomotore. Gli agenti hanno accertato che si tratta di una falsa denuncia e che il ciclomotore è stato utilizzato per commettere l’omicidio di Buonocore.
In procura è arrivata l’avvocato Elena Coccia, che era il legale di parte civile nel processo per la violenza sessuale subita da una figlia di Teresa Buonocore. E’ probabile che il magistrato intenda approfondire quale fosse lo stato d’animo della donna durante il processo e avere ragguagli su altre vicende di cui l’avvocato è a conoscenza come ad esempio l’incendio doloso che tre anni fa fu appiccato alla porta dell’abitazione della donna.
http://napoli.repubblica.it/cronaca/2010/09/21/news/donna_uccia_svolta_nelle_indagini_un_uomo_interrogato_in_questura-7277797/?ref=HREC1-8
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LA SVOLTA: GIÀ TROVATA L’ARMA DEL DELITTO
L’uccisione di Teresa, due fermi
C’è anche il fratello del pedofilo
Il secondo fermato è un tatuatore di Portici
Sotto torchio la moglie di Perillo, un medico radiologo
NAPOLI – Una prima «svolta»nella vicenda nell’uccisione di Teresa Buonocore, 51 anni, assassinata con quattro colpi di pistola da due sicari nei presi del sottopasso del ponte dei Francesi. C’i sono due fermi mentre si stanno effettuando riscontri e controlli su altre due persone che vengono in questo momento interrogate in questura. Uno dei fermati è il fratello di Enrico Petrillo, il violentatore della figlia di 8 anni di Teresa, mentre sotto torchio sarebbe un altro componente della famiglia, ovvero la moglie di Perillo, Patrizia Nicolino che è un medico radiologo. Il secondo fermato è Alberto Amendola, 26 anni, tatuatore di Portici con precedenti per armi alle spalle (fu arrestato nel 2008 perché la polizia trovo un revolver nella sua bottega, patteggiò una pena a 1,5 anni). Intanto è stata trovata anche l’arma dell’omicidio.
Una mossa repentina dopo l’efferato omicidio della donna, mamma di quattro figli, crivellata con quattro colpi di pistola sotto il ponte dei Francesi, nei pressi dell’ingresso dell’area portuale. A determinare la «svolta», un’indagine condotta sul falso furto del motorino utilizzato per il raid omicida. Seguendo la pista di quella denuncia fasulla (presentata al commissariato di san Giovanni a Teduccio) gli inquirenti sarebbero arrivati al primo fermo e a delineare lo scenario dell’omicidio.
Intanto l’indagine è passata dalla Direzione distrettuale antimafia alla Procura ordinaria (l’aggiunto Giovanni Melillo e il sostituto Danilo De Simone), segno che la convinzione degli inquirenti è che non si tratta di una storia di camorra.
Donna uccisa all’ingresso del porto: una vera esecuzione
Sempre più concreta, quindi, si fa la pista che collega l’uccisione della donna con la sua testimonianza in un processo contro un pedofilo di Portici, poi condannato a 15 anni di galera. Una vicenda del 2008 quando la figlia più piccola di Teresa fu adescata da un uomo, un geometra, che ne abusò. Il processo si è concluso alcuni mesi fa e il pedofilo è attualmente detenuto a Modena.
Il procuratore aggiunto Giovanni Melillo è rientrato in Procura a Napoli dove, nel suo ufficio, è entrata l’avvocato Elena Coccia, che era il legale di parte civile nel processo per la violenza sessuale subita da una figlia di Teresa al termine del quale Enrico Perillo, il presunto pedofilo è stato condannato a 15 anni di reclusione. Il magistrato intende approfondire quale fosse lo stato d’animo della donna durante il processo e avere ragguagli su altre vicende di cui l’avvocato è a conoscenza come ad esempio l’incendio doloso che tre anni fa fu appiccato alla porta dell’abitazione della donna.
http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/cronaca/2010/21-settembre-2010/uccisione-teresa-buonocoresvolta-imminente-indagini-1703801762535.shtml
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Delitto Buonocore, arrestati i due killer
famiglia pedofilo nascondeva arsenale
I due giovani sono ritenuti gli esecutori materiali del delitto. Restano indagati la moglie e il fratello dell’uomo che la vittima fece condannare per abusi sessuali. Scoperte armi in un garage dei Perillo
Sono stati arrestati Alberto Amendola di 26 anni e Giuseppe Avolio di 21, perché ritenuti gli esecutori materiali del delitto di Teresa Buonocore, la donna uccisa a Napoli lunedì. I due sono accusati di omicidio, detenzione e porto illegale di arma da fuoco relativo munizionamento e spari in luogo pubblico. Nel corso delle indagini, coordinate dalla Procura, a Portici in un’area di rimessaggio di auto in via Madonnelle, la polizia ha rinvenuto un vero e proprio arsenale di pertinenza dei Perillo.
Restano indagati la moglie e il fratello di Enrico Perillo, l’uomo che la Buonocore fece condannare a 15 anni di carcere perché accusato di aver abusato di una delle sue figlie. E proprio in un’area di rimessaggio di auto di proprietà della famiglia Perillo è stato scoperto un vero e proprio arsenale. Sono stati sequestrati cinque pistole di vario calibro, due pistole mitragliatrici, 2.632 cartucce di vario calibro, di cui numerose a palla blindata, perforanti ed a pallettoni, due giubbotti antiproiettili, 18 caricatori, 6 valigette per armi, 3 fondine e materiale relativo alla custodia delle armi
http://napoli.repubblica.it/cronaca/2010/09/22/news/delitto_buonocore_arrestati_i_due_killer-7306410/?ref=HREC1-1
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LA SVOLTA NELL’OMICIDIO
Omicidio Buonocore: due arresti
Presi i presunti killer di Teresa
Indagati la moglie e il fratello di Enrico Perillo, il pedofilo accusato dalla vittima e condannato a 15 anni
NAPOLI – Due arrestati e altri due indagati. L’omicidio della mamma-coraggio,Teresa Buonocore, uccisa brutalmente con quattro colpi di pistola, trova una soluzione (così sembra) in poche ore. Si conferma la pista del pedofilo, ovvero di un delitto maturato e orchestrato nell’ambito familiare dell’uomo accusato dalla Buonocore di essere lo stupratore della figlioletta di otto anni e di una sua amichetta. Per quella vicenda, l’uomo – Enrico Perillo, 53 anni di Portici (Na) – era stato condannato a 15 anni di reclusione (attualmente è detenuto a Modena) nel giudizio di primo grado che si è concluso a giugno scorso. Gli arrestati sono i presunti autori materiali dell’omicidio: un tatuatore di 26 anni, Alberto Amendola, e Giuseppe Avolio di 21. Sono accusati di omicidio, porto illegale di armi e spari in luogo pubblico.
I due avrebbero agito in accordo con altre persone – questa l’accusa . Sarebbe il fratello di Enrico Perillo, Lorenzo, e un medico radiologo, Patrizia Nicolino, moglie di Perillo. Uno scenario nel quale dovranno trovare, ovviamente, posto tutti i tasselli, ma che consente di dire una prima cosa: l’omicidio della donna di 51 anni, madre di quattro figli (avuti da due mariti), non è maturato nel solco di una vicenda che ha a che fare con la malavita organizzata. La certezza si è avuta ieri mattina quando il fascicolo sull’omicidio è passato dalla Direzione distrettuale antimafia alla Procura ordinaria (il procuratore aggiunto Giovanni Melillo, criminalità comune).
Donna uccisa all’ingresso del porto: una vera esecuzione
La svolta nelle indagine è stata immediata, quando gli agenti di polizia si sono insospettiti per una denuncia presentata (dal fratello del tatuatore) al commissariato di San Giovanni a Teduccio, quartiere orientale di Napoli. Veniva lamentata la scomparsa di un motorino, lo stesso utilizzato dai due sicari per inseguire e uccidere la vittima. Seguendo le tracce dello scooter e della falsa denuncia, i poliziotti sono arrivati prima ai due giovani, poi al fratello (che è stato candidato del Pdl alle ultime amministrative) e alla moglie di Perillo. Intanto che i quattro venivano condotti in questura per essere interrogati dal pm Danilo De Simone, veniva rinvenuta – sembra in casa di uno dei fermati – la pistola, una calibro 9×21 con cui sono stati esplosi i quattro colpi mortali.
Ma perché è maturata la decisione di uccidere Teresa Buonocore? Due i possibili moventi. Il primo, scaturito dalla rabbia del condannato e della sua famiglia per una sentenza durissima che prevedeva, tra l’altro, anche il pagamento di una “provvisionale” di 25 mila euro (per ogni parte lesa, quindi un totale di 50 mila euro). L’avvocato della famiglia Buonocore però smentisce che ci sia stata una “sollecitazione” di pagamento che abbia fatto scattare la risposta criminale. La seconda pista porta all’eliminazione di un teste importante per il processo d’appello. Non è la prima volta che questo accade in Campania, in vicende di pedofilia. Nel 2004, fu uccisa a Torre Annunziata (Na), Matilde Sorrentino, una mamma di 49 anni che aveva denunciato una gang di pedofili che agivano nel cosiddetto “Rione dei poverelli”. La donna fu ammazzata sull’uscio di casa. L’uccisione di Teresa potrebbe essere un segnale rivolto anche agli altri testimoni che tra poco tempo potrebbero nuovamente sedere sul banco dei testimoni di accusa.
http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/cronaca/2010/22-settembre-2010/omicidio-buonocore-due-arrestipresi-presunti-killer-teresa-1703809174053.shtml
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Un arresto per l’omicidio di Teresa
Indagati il fratello e la moglie del pedofilo
Ritrovati la pistola utilizzata per uccidere e il motorino dei sicari dopo una falsa denuncia di furto. Causa scatenante dell’agguato una provvisionale di 50mila euro da pagare alla vittima. La donna coinvolta è un medico e l’altro sotto inchiesta è un politico del Pdl
di IRENE DE ARCANGELIS
Ventiquattr’ore in questura. Fermati, indagati, sospettati di aver ucciso Teresa Buonocore, la mamma coraggio che aveva mandato in carcere il pedofilo che aveva abusato di sua figlia, otto anni appena. Omicidio per vendetta, per punire Teresa con quattro colpi di pistola nel traffico di via Ponte dei Francesi. Gli investigatori si erano subito concentrati su quella brutta storia di abusi sui bambini, ma ieri dalle stanze chiuse della Squadra mobile sono trapelati i nomi dei sospettati. E la trama dell´omicidio per vendetta è diventata molto più concreta ma difficile da accettare. Il bilancio è di un fermato (il presunto killer) e tre indagati. Tra loro c´è una donna, che è un medico e ha una figlia minorenne. In pratica una insospettabile. E c´è un politico del Pdl, un aspirante amministratore locale, imprenditore. Entrambi parenti del pedofilo: la donna è sua moglie, l´uomo è il fratello. Che si sarebbero rivolti ai due giovani, inesperti killer. Vendetta improvvisata che sarebbe stata decisa sull´onda della rabbia, quando i familiari del pedofilo hanno capito che era oramai arrivato il momento di sborsare cinquantamila euro di provvisionale connessa alla condanna in primo grado, nel giugno scorso, del parente. Castello accusatorio che si poggia, tra l´altro, sul ritrovamento della pistola usata per l´omicidio.
Caso difficile, delicato, e dai risvolti inquietanti. Che si avvicina alle quarantotto ore di indagini serrate, le prime ventiquattro in questura per i quattro indagati. Sono Lorenzo Perillo, fratello del condannato per pedofilia Enrico Perillo; Patrizia Nicolino, moglie di Enrico Perillo. Poi il tatuatore Alberto Amendola (arrestato) e Giuseppe Avolio, giovani amici di famiglia. Interrogatori senza sosta, alla squadra mobile, coordinati dal procuratore aggiunto Giovanni Melillo, due avvocati di fiducia per i sospettati. Sono Lucio Caccavale e Francesco Miraglia, legali difensori anche di Enrico Perillo, l´uomo condannato a quindici anni di reclusione in primo grado per aver violentato la figlia di otto anni della vittima Teresa Buonocore. Qualcosa frena gli inquirenti, che non firmano subito tutti i decreti di fermo, fatta eccezione per il presunto killer Amendola. Per gli altri è meglio andare avanti con le domande fino a tarda sera per non lasciare vuoti nell´accusa. Intanto il canovaccio della vicenda assume forma e contorni ben definiti.
Quindici anni di carcere per Enrico Perillo, vicino di casa di Teresa Buonocore. La figlia della vittima è amichetta della figlia di Perillo, viene molestata mentre si trova in casa del “mostro”. La madre coraggio Teresa Buonocore scopre tutto, lo denuncia e nel giugno scorso l´uomo viene condannato a quindici anni di reclusione in primo grado. In questi giorni la scadenza per il pagamento della provvisionale, il movente, secondo gli investigatori. Teresa Buonocore viene uccisa mentre è a bordo della sua Hyundai al Ponte dei francesi da due persone in sella a un motorino che poi viene ritrovato a Portici. La polizia scientifica è in queste ore al lavoro per le impronte. Intanto il proprietario dello scooter denuncia il furto, ma si scopre che sta coprendo suo fratello, Alberto Amendola, uscito con Giuseppe Avolio.
I due vengono portati in questura, sottoposti allo Stube mentre viene ritrovata la pistola e partono le analisi delle impronte. Ma intanto si scopre ben presto che i due sono amici della famiglia Perillo, della moglie e del fratello dell´uomo condannato. L´impianto accusatorio ha la sua coerenza, ma solo le prove e gli interrogatori potranno confermare il ruolo di mandanti dei due insospettabili familiari del pedofilo condannato. Mentre il movente viene individuato nella provvisionale da pagare, anche se non risulta che la vittima ne avesse ancora sollecitato il pagamento.
(22 settembre 2010)
http://napoli.repubblica.it/cronaca/2010/09/22/news/un_arresto_per_l_omicidio_di_teresa_indagati_il_fratello_e_la_moglie_del_pedofilo-7301664/
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Presi i presunti killer della donna uccisa
«Vendetta della famiglia del pedofilo»
«Omicidio pianificato, vittima pedinata per giorni»
Indagati anche la moglie ed il fratello del pedofilo
NAPOLI (22 settembre) – Gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Napoli hanno arrestato gli esecutori materiali dell’omicidio di Teresa Buonocore, uccisa a Napoli in via Sponsilli lunedì scorso. (FOTOGALLERY) Si tratta di Alberto Amendola 26enne e Giuseppe Avolio, 21enne, destinatari di fermo di pm con l’accusa di omicidio, detenzione e porto illegale di arma da fuoco, relativo munizionamento e spari in luogo pubblico.
Nel corso delle indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica del Tribunale di Napoli, a Portici, in un’area di rimessaggio di auto in via Madonnelle, la polizia ha trovato un vero e proprio arsenale di pertinenza dei Perillo.
Sono state sequestrate 5 pistole di vario calibro, 2 pistole mitragliatrici, 2.632 cartucce di vario calibro, di cui numerose a palla blindata, perforanti ed a pallettoni, 2 giubbotti antiproiettili, 18 caricatori, 6 valigette per armi, 3 fondine e materiale relativo alla custodia delle armi.
Vittima pedinata. L’omicidio di Teresa Buonocore, ammazzata a Napoli lunedì scorso, è stato «il risultato di una prolungata e complessa pianificazione, preceduta anche da sopralluoghi e pedinamenti della vittima». Lo sottolineano il procuratore della Repubblica, Giovandomenico Lepore e l’aggiunto Giovanni Melillo, in merito al fermo dei due indiziati dell’assassinio. Al termine degli interrogatori, i due fermati, Giuseppe Avolio e Alberto Amendola «quantomeno in forma parziale hanno riconosciuto la propria responsabilità per l’omicidio».
Complici nell’assassinio e amici su Facebook: Alberto Amendola e Giuseppe Avolio, accusati di essere esecutori materiali dell’omicidio di Teresa Buonocore si scambiavano messaggi attraverso il web. Amendola, infatti, ha un profilo sul popolare social network. Tanti i contatti, tra cui proprio quello con Avolio. L’uomo è un tatuatore e nella sua bottega di Portici, nel 2008, la polizia trovò una pistola e numerose munizioni. Per questa vicenda ha patteggiato la pena di un anno e sei mesi di carcere.
Indagati, a piede libero, Patrizia Nicolino, medico radiologo e Lorenzo Perillo. Sono rispettivamente la moglie ed il fratello di Enrico Perillo, l’uomo condannato per aver stuprato la figlia della Buonocore ed un’altra bambina. Non sono emersi al momento elementi diretti a carico di Enrico Perillo, attualmente detenuto. Dall’indagine è emerso che Amendola conosceva bene Enrico Perillo perché entrambi appassionati di armi e sono stati condannati in passato per questo reato. La decisione di non procedere al fermo anche di Lorenzo Perillo e Patrizia Nicolino è stata presa perchè le dichiarazioni di Avolio e Amendola sono divergenti. In particolare, quest’ultimo avrebbe ammesso di avere ricevuto l’ordine di uccidere dalla moglie e dal fratello di Perillo, mentre Avolio lo smentisce, pur confermando il movente della vendetta nei confronti di Teresa per averlo appreso dall’amico arrestato oggi con lui.
http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=119787&sez=NAPOLI
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L’omicidio Buonocore
Lorenzo e Patrizia, gli insospettabili
Portici si risveglia nell’angoscia
di CRISTINA ZAGARIA
Il medico. Il politico. Il tatuatore. Il complice. Ecco i quattro protagonisti dell´esecuzione di Teresa Buonocore. Gli attori della presunta vendetta contro una “mamma coraggio”, che ha difeso la sua bambina e si è costituita parte civile contro il pedofilo (condannato in primo grado a 15 anni), che aveva abusato di sua figlia. E lui, il pedofilo, è il quinto uomo di questa storia complicata e con protagonisti inaspettati e insospettabili.
Chi sono i quattro indagati? Lei sono andata a prenderla in ospedale, al Maresca di Torre del Greco. Alle prime luci dell´alba. Lui a casa. Lei, Patrizia Nicolino è medico radiologo. Lui, Lorenzo Perillo, titolare di una società di recapiti postali, è impegnato da anni in politica e si è candidato alle ultime elezioni comunali con il candidato del Pdl. Sono i due principali indagati, insieme ad Alberto Amendola, 26 anni, tatuatore di Portici, fermato come presunto killer, e a un complice, l´uomo che sarebbe stato alla guida dello scooter da cui sono partiti i colpi che hanno crivellato Teresa Buonocore, lunedì mattina.
Il quinto uomo è il fulcro della vendetta, il perno intorno a cui ruoterebbe tutta la vicenda: Enrico Perillo, il geometra detenuto a Modena per le violenze a una delle figlie della Buonocore. Patrizia Nicolino è la moglie di Enrico Perillo. Lorenzo e suo fratello. Alberto Amendola è un amico di famiglia e un paziente della Nicolino. Più defilati il ruolo e l´identità dell´uomo alla guida dello scooter.
LEGGI Quattro colpevoli per Teresa
«Siamo di fronte a un crimine efferato, ma anche a uno spaccato sociale in cui emergono una recrudescenza di reati contro le donne e una legislazione carente. Teresa Buonocore aveva paura dopo la denuncia, mi chiese aiuto. Ora bisogna difendere, tutelare e aiutare le sue bambine», commenta il sindaco di Portici, Vincenzo Cuomo, che si sta occupando in prima persona delle due bimbe di Teresa Buonocore (e per cui ieri la giunta ha istituito una borsa di studio) e che ora sta cercando anche di capire con chi vivono i due figli minori di Patrizia Nicolino, visto che il padre è in carcere e la madre indagata.
Una storia, quindi, di abusi e violenza, ma anche di donne. C´è Teresa Buonocore, la vittima. C´è Patrizia Nicolino, indagata per l´omicidio della prima. E ci sono le figlie di entrambe. La figlia dell´una era compagna di scuola della figlia dell´altra. Si conoscevano le madri, si conoscevano le bimbe.
Teresa ha lottato per sua figlia. Forse ha pagato con la vita. E Patrizia? «È incredibile. Non crediamo a quello che sta succedendo – commentano i colleghi del medico, nei corridoi del Maresca. Patrizia Nicolino è una donna silenziosa, equilibrata. Una gran lavoratrice, sempre disponibile per un turno in più». I colleghi della radiologa sapevano che Enrico Perillo era in carcere a Modena. «Lei però era sempre molto riservata e discreta su questa vicenda. Non si era mai parlato di pedofilia», insistono medici e infermieri, che ribadiscono la sua «grande professionalità».
E Lorenzo Perillo? Lui è il più conosciuto in paese. Alle ultime comunali ha preso 166 voti. Sulla sua pagina di Facebook ci sono le foto con il candidato sindaco, l´onorevole Marcello Di Caterina e il consigliere regionale del Pdl Pietro Diodato. «Ha sempre fatto politica – racconta un amico – ha cominciato con l´Msi, poi è passato con Alleanza nazionale e con il Pdl. Per le ultime comunali aveva un suo comitato elettorale ed è sempre stato molto attivo sul territorio».
http://napoli.repubblica.it/cronaca/2010/09/22/news/lorenzo_e_patrizia_gli_insospettabili_portici_si_risveglia_nellangoscia-7302092/
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L’OMICIDIO
Donna uccisa, il killer accusa i mandanti
Uno dei sicari fermati chiama in causa moglie e fratello del pedofilo. Uno degli assassini pagato con un posto di lavoro, l’altro con 10mila euro. Trovato arsenale in un box dei Perillo
Uno dei due sicari, il tatuatore Alberto Amendola
Il suo alibi era il jogging. Tragitto, orario, timer. Tutt’altro luogo che quello del delitto. Aveva calcolato tutto Giuseppe Avolio, ventunenne fan di Al Capone fermato per l’omicidio di Teresa Buonocore, la mamma coraggio uccisa lunedì in via Ponte dei francesi. Tutto tranne il suo peso: 108 chili. La polizia ha fatto un po’ di calcoli. Impossibile correre tanto e in così poco tempo, l’alibi si sgonfia. Eppure Avolio dice e non dice, e quel che dice, sottolinea, lo ammette solo perché l’ha saputo dal suo amico di Facebook Alberto Amendola, complice nell’inchiesta per omicidio. I silenzi di Avolio indeboliscono le ammissioni di Amendola, che invece dichiara: “Mi è stato chiesto di uccidere Teresa Buonocore”. E così, mentre i due vengono fermati per il delitto, i mandanti che Amendola chiama in causa tornano liberi, anche se indagati per omicidio. Sono Patrizia Nicolino, medico radiologo, e Lorenzo Perillo, ex candidato alle comunali di Portici (non eletto) con il Pdl. Per l’accusa sarebbero stati loro – secondo il racconto di Amendola – a chiedere di uccidere la mamma coraggio.
Omicidio per vendetta, perché la vittima, con la sua testimonianza, aveva fatto condannare Enrico Perillo – fratello di Lorenzo e marito della Nicolino – a quindici anni di carcere per abusi sessuali sulla figlia di otto anni di Teresa. I due parenti stretti avrebbero dunque elaborato un agguato studiato nei dettagli, mentre resta per ora fuori dalle indagini Enrico Perillo. Per gli investigatori della Squadra mobile coordinati dal dirigente della Omicidi Pietro Morelli la vittima sarebbe stata pedinata dai sicari nei giorni precedenti il delitto. Studiate mosse e abitudini fino all’assassinio. Il prezzo dei killer: per Amendola l’assunzione nell’agenzia di recapiti postali di Lorenzo Perillo, per Avolio diecimila euro.
Storia ancora piena di punti oscuri e un verbale di fermo per i due killer secretato dai magistrati. La ricostruzione delle diverse fasi grazie al lavoro dei poliziotti di Portici diretti dal vicequestore Michele Spina, con il ritrovamento dello scooter usato per l’omicidio (di proprietà dell’ignaro fratello di Amendola, che ne denuncia il furto) e l’inquietante ritrovamento di un vero arsenale in un rimessaggio nella disponibilità della famiglia Perillo (ma per la difesa accessibile ad estranei): cinque pistole, due mitragliatrici, caricatori e munizioni, giubbotti antiproiettile.
Armi per ora non collegate al delitto. Emergono dettagli che riescono a tracciare una linea continua dei rapporti tra le parti di questa vicenda. Perché Avolio, quello che ha parlato meno con gli inquirenti, è solo il complice di Amendola. Questi è invece la figura chiave, che compare negli atti del processo contro Enrico Perillo in qualità di testimone a favore. Il tatuatore, amico della famiglia Perillo, racconta ai giudici che una delle due ragazzine violentate dal pedofilo era andata da lui a confessargli che si era inventata tutto. Ma la sua testimonianza non convince e Perillo viene comunque condannato. È in quella sede che conosce Teresa Buonocore, testimone al processo che mette a verbale: “Avevo notato che mia figlia aveva stranissimi comportamenti. Ma mai mi sarei immaginata che potesse succedere una cosa del genere. Mi fidavo dei Perillo…”.
La condanna, il pagamento della provvisionale di cinquantamila euro. Che sarebbe, per gli inquirenti, la molla che fa scattare la rabbia dei familiari di Perillo. Non così per la difesa di Patrizia Nicolino e Lorenzo Perillo, il pool di avvocati Lucio Caccavale, Francesco Miraglia e Domenico Scarpone. “È passato troppo tempo da quella testimonianza per ipotizzare una vendetta – commenta l’avvocato Caccavale -. La provvisionale? La dottoressa Nicolino aveva chiesto di mandare un notaio dal marito in carcere per la firma di un mutuo per pagare la parte lesa, così da avere maggiori possibilità di una sentenza favorevole in vista dell’Appello”.
http://napoli.repubblica.it/cronaca/2010/09/23/news/delitto_buonocore_killer_accusa_mandanti-7336956/?ref=HREC2-1
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Uccisa a Napoli: sindaco Salerno,asilo nido intitolato a lei
De Luca: giusto rendere onore alla memoria di Teresa Buonocore
SALERNO, 23 SET – ”L’asilo nido inaugurato a Salerno da Napolitano sara’ intitolato a Teresa Buonocore”: lo rende noto il sindaco, Vincenzo De Luca.
”E’ giusto e doveroso – dice De Luca – rendere onore a Teresa Buonocore, una donna ed una mamma coraggiosa che in una realta’ difficile ha saputo mantenere alto il senso della propria dignita’ chiedendo giustizia per sua figlia. Esprimo sentimenti di profondo rispetto per questa donna che ha combattuto per il diritto sacrosanto di vedere perseguito chi ha rovinato l’esistenza della sua bambina. Vittima due volte, quindi, Teresa Buonocore: colpita nel cuore di madre e poi barbaramente assassinata”.
http://www.ansa.it/web/notizie/regioni/campania/2010/09/23/visualizza_new.html_1760299853.html
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Donna uccisa, gli assassini
presero la foto da Facebook
Uno dei due giovani arrestati per l’omicidio di Teresa Buonocore ha raccontato ai magistrati che, per riconoscere la vittima, l’immagine del volto fu ricavata da internet
di CRISTINA ZAGARIA
Ecco il delitto che si gioca tutto sulle pagine virtuali di Facebook. È il delitto di Teresa Buonocore, la “mamma coraggio” di Portici, ammazzata lunedì scorso in via Ponte dei francesi. Per memorizzare il volto di Teresa, Alberto Amendola e Giuseppe Avolio, i presunti killer, hanno cercato, trovato e stampato la sua fotografia dal profilo che la donna aveva su Facebook. Il particolare emerge dal verbale di interrogatorio di Avolio, il pescivendolo che, assieme all’amico tatuatore Amendola, è in carcere con l’accusa di omicidio. Proprio all’indomani dell’arresto aveva fatto scalpore il profilo di Facebook di Avolio, ispirato ad al Capone, al mondo dei gangster e alla violenza.
I verbali sono contenuti nell’ordinanza con cui giovedì il gip Amelia Primavera, accogliendo la richiesta del pm Danilo De Simone, ha disposto la custodia cautelare dei due. Nelle ore successive all’omicidio, Avolio, dopo avere negato ogni coinvolgimento nel delitto, affermando che era andato a correre per perdere peso, ha confessato. «Quindici giorni fa Alberto mi mise al corrente del fatto che aveva avuto la proposta da parte di persone di cui non mi precisò l’identità di “accappottare” una donna, e che lui mi avrebbe dato, a cose fatte, 10.000 euro — racconta Avolio — . Io dovevo condurre il motorino».
Ecco il racconto di Avolio: «Amendola precisò che la donna doveva essere ammazzata perché aveva avuto incarico da un suo amico che era detenuto e che la signora doveva essere uccisa perché aveva fatto uno sgarbo ad un suo amico». Nell’inchiesta indagati anche il fratello e la moglie di Enrico Perillo, detenuto nel carcere di Modena, con una condanna per pedofilia. Nel processo Teresa Buonocore si era costituita parte civile.
http://napoli.repubblica.it/cronaca/2010/09/24/news/donna_uccisa_gli_assassini_presero_la_foto_da_facebook-7406653/
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