Italiano, aveva violentato e ucciso la moglie. la difesa chiede la seminfermità. Il giudice lo condanna!

Violenta e uccide la moglie,
20 anni di carcere per Brangi

CORTENO GOLGI Il 27 febbraio dello scorso anno la tragedia nella loro casa in Valcamonica. Stefania Moranda venne colpita ripetutamente con un coltello. Per il giudice, l’uomo tre anni prima abusò della consorte

Brescia, 17 febbraio 2011 – Ha violentato la moglie e tre anni dopo l’ha uccisa e dovrà quindi rimanere in carcere 20 anni. Questa la decisione del Giudice Maria Paola Borio, al termine del processo con rito abbreviato nei confronti di Stefano Brangi, 51 anni. Era il 27 febbraio del 2010 quando l’uomo colpì ripetutamente con un coltello la moglie Stefania Moranda, 47 anni, nell’abitazione in cui avevano vissuto. Da qualche tempo la donna si era trasferita a Edolo. Ma tornava ogni giorno a Santicolo, piccola frazione di Corteno Golgi. Lì infatti si trovava il laboratorio tessile che gestiva.

Quella mattina il marito viene visto uscire di casa in stato confusionale. «Mia moglie sta male» dice a un passante. Una volta rientrato nell’abitazione, in cui la donna è in un lago di sangue, ingerisce degli psicofarmaci, tenta di togliersi la vita. L’eliambulanza lo porta in ospedale e si salva. Nelle ore successive l’arresto. «Non ricordo nulla» ha continuato a ribadire da allora. Una vicenda giudiziaria segnata da perizie e consulenze psichiatriche.

La difesa sosteneva esservi gli elementi per una seminfermità mentale, secondo l’accusa, non c’era alcun disturbo tale da poterla configurare. Secondo il perito del gip, infine, i disturbi c’erano, ma non sufficienti per considerare Brangi in condizioni di seminfermità mentale. La difesa, rappresentata dagli avvocati Cristian Mongodi e Daria Pesce, ha chiesto una nuova perizia durante l’udienza preliminare, ma la richiesta è stata respinta.

E nei giorni scorsi il Pm Claudia Moregola, al termine della requisitoria, ha chiesto il massimo della pena: ergastolo. Nel processo, all’accusa d’omicidio s’è aggiunta anche quella di violenza sessuale. È emerso infatti un carteggio, via mail, tra la donna e i medici in cui riferisce di una violenza sessuale subita nel 2007, mai denunciata. Il giudice ha considerato Brangi responsabile anche di questo. In quanto all’omicidio, il magistrato ha ritenuto non sussistere la premeditazione, giudicando poi le attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti della crudeltà e del vincolo coniugale.
Così, quindi si è arrivati alla pena di 16 anni per il delitto del 27 febbraio scorso. Oggi, Brangi era in aula ed è rimasto in silenzio dopo la lettura della sentenza.

http://www.ilgiorno.it/brescia/cronaca/2011/02/17/460577-violenta_uccide_moglie.shtml

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