Uccisa a coltellate e gettata nel canale “Sono stato io”
Orrore a Mezzano
L’uomo, 52 anni, ha guidato i carabinieri fino al cadavere. La vittima era una giovane prostituta romena
Ferrara, 5 gennaio 2012 – UNA DONNA uccisa a coltellate, picchiata e abbandonata in un canale tra le campagne del Mezzano. E un uomo, piantonato e ricoverato al Sant’Anna da martedì notte, su cui pendono gravissimi indizi. Lenuta Lazar aveva 31 anni, romena, finita nei database delle forze dell’ordine ferraresi da poco più di un mese, da quando cioè aveva cominciato a prostituirsi per le vie della città. Il suo corpo è stato ripescato ieri pomeriggio dai vigili del fuoco nelle acque gelide del canale circondariale Bando Valle Lepri, a poca distanza dal ponte di via Mezzano, accanto al Csm.
Lì i carabinieri del Nucleo investigativo, assieme ai colleghi di Portomaggiore e Ostellato, sono arrivati grazie alle indicazioni — precisissime — fornite l’altra notte da Sergio Rubini, 52 anni disoccupato di Voghiera, un precedente per tentato omicidio, finito all’ospedale dopo un incidente nell’Argentano. Era a bordo del suo furgoncino, stava vagando senza una meta, e — secondo le prime informazioni — poco prima aveva ingerito diversi medicinali nel tentativo di togliersi la vita. Il motivo? «Siamo a una svolta decisiva: — l’unico commento arrivato dagli inquirenti che oggi chiariranno tutti i dettagli in conferenza stampa — certo è che si tratta di un evento doloso».
LA RICOSTRUZIONE. Tutto nasce martedì, da quell’incidente stradale che mette in allerta i familiari di Rubini i quali trovano il 52enne esanime. Ma qualcosa di molto strano emerge durante la corsa all’ospedale. L’uomo, infatti, racconta una storia agghiacciante, un omicidio commesso lunedì notte. Quello di Lenuta Lazar, caricata in via Bologna a Chiesuol del Fosso, picchiata e uccisa con diverse coltellate (cinque o sei) all’addome. Una notte maledetta, assurda, inspiegabile. Dopo averla ammazzata, preso dal panico, Rubini ha iniziato a girovagare come un pazzo senza meta per la città prima di decidere di disfarsi del cadavere nelle valli di Ostellato, là dove spesso si rifugia per pescare e trovare un po’ di pace. «L’ho buttata giù, — confessa — a metà del ponte, attraverso il finestrino». La ragazza è stata ritrovata alle 14,10 dai vigili del fuoco di Portomaggiore: era a testa in giù, vestita soltanto con la biancheria intima, nell’acqua accanto all’argine del canale Bando Valle Lepri.
IL FURGONE. Dopo averla scaricata, Rubini si è dedicato al furgone, trovato ripulito e ritinteggiato nella parte interna. Particolare, anche questo, riferito dall’uomo agli inquirenti. Il mezzo è stato posto sotto sequestro. Da qui in poi i rimorsi, lancinanti e terribili. Ecco allora la decisione di farla finita, di ingoiare medicinali e togliersi la vita. Da martedì notte è ricoverato in Medicina d’urgenza dove, ieri nel tardo pomeriggio, è stato sentito dai carabinieri e dal pm Ciro Alberto Savino. Sul contenuto della lunga ‘chiacchierata’ non è trapelato nulla, tutti poi sono rimasti chiusi in procura. Alle 22,10 è stato emesso un decreto di fermo per omicidio volontario.
INDICAZIONI. E’ stato proprio l’uomo di 52 anni a guidare i militari al luogo dove era stato abbandonato il cadavere. Secondo indiscrezioni, avrebbe addirittura disegnato il posto preciso, che è in aperta campagna, su un foglio di carta. L’omicidio è stato commesso con un coltello a serramanico, ancora non ritrovato.
http://www.ilrestodelcarlino.it/ferrara/cronaca/2012/01/05/647556-uccisa_coltellate.shtml
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Il corpo straziato e gettato in acqua
Ferrara, così è morta una “lucciola”
Sergio Rubini, 53 anni, dopo aver tentato due volte di togliersi la vita ha raccontato dell’adescamento di una giovane prostituta, delle ventitré coltellate inferte, e di come si era sbarazzato del cadavere
Una coltellata dopo l’altra. Ne conteranno ventitré sul corpo di una giovane ragazza di marciapiede. Il suo corpo gettato in un canale di pesca, lontano quaranta chilometri dal luogo del delitto. Il suo assassino ha confessato due giorni dopo, dal letto dell’ospedale in cui era finito, dopo essersi schiantato col furgone annebbiato dagli psicofarmaci.
La tragedia avvenuta nel Ferrarese è un canovaccio che mescola momenti di atroce violenza a lucidità a confusione mentale. La notte del 2 gennaio scorso in via Bologna a Ferrara Sergio Rubini, 53enne di Voghiera, avvicina una 31enne, Lenuta Lazar. La fa salire sul suo furgone, ma poco dopo si scatena la furia dell’uomo che brandisce un coltello per ventitré volte.
Rubini pensa a far sparire i vestiti della giovane e l’arma del delitto; il giorno dopo si occuperà anche dell’interno del furgone, che verrà riverniciato a cancellare ogni traccia. Ma la traccia più grande da nascondere è il corpo della ragazza: Rubini, la stessa notte, si mette al volante e percorre 40 chilometri, incurante del rischio di essere fermato da una pattuglia della polizia stradale. Scarica il corpo di Lenuta in un luogo che lui conosce bene: il canale dove andava sempre a pescare.
Quelle ventitré coltellate, però, gli pulsano nel cervello. Dopo aver pulito il furgone, per allontanare da sé ogni sospetto, l’uomo tenta due volte il suicidio, probabilmente sopraffatto dai rimorsi: prima assume una grossa dose di psicofarmaci, poi torna alla guida del suo mezzo e si schianta sulla provinciale per Portomaggiore.
Ricoverato in ospedale, racconterà ai parenti, seppur modo confuso, quanto è successo. L’adescamento, lo strazio sul corpo della ragazza, i tentativi di nascondere l’omicidio, la volontà di farla finita. Da quei racconti partiranno le indagini degli inquirenti. Che culmineranno con la scoperta del corpo di Lenuta, là dove Rubini aveva detto di averlo gettato. L’uomo ora si trova in carcere, sabato mattina il gip deciderà se mandarlo in una struttura psichiatrica protetta.
http://bologna.repubblica.it/cronaca/2012/01/05/news/ferrara_omicidio-27642543/