Donna uccisa in casa a Maddaloni:
il figlio confessa, arrestato con un complice
Manlio Spagnuolo, 26 anni, ha ammesso di aver organizzato la rapina in casa della madre e di averla poi assassinata con 30 coltellate quando lei si è svegliata e si è accorta di quello che stava accadendo
CASERTA – Manlio Spagnuolo ha confessato di aver ucciso, insieme a un complice, la madre Agnese Maria Coscia, assassinata con 30 coltellate nella notte tra giovedì e venerdì nella sua abitazione di Maddaloni (Caserta). Il giovane, 26 anni, e Francesco De Santi, 30, sono stati arrestati con l’accusa di omicidio volontario.
Nella tarda serata di ieri Spagnuolo e De Santi sono andati in Questura a Caserta, accompagnati dai loro rispettivi avvocati. Il primo ha ammesso di avere organizzato la rapina e poi di avere ucciso la madre insieme al complice perché la donna si era svegliata e si era accorta di quanto stava accadendo in casa. Parte della refurtiva sarebbe stata trovata nella pizzeria in cui lavora De Santi.
Agnese Maria Coscia, pensionata sessantaduenne, era stata trovata cadavere nel soggiorno della sua abitazione. Sul corpo i segni di circa trenta coltellate. Il figlio aveva in un primo momento raccontato che tre malviventi si erano introdotti in casa armati di un coltello, che lui aveva tentato di opporre resistenza ma era stato sopraffatto e legato, senza poter quindi fare più nulla quando i tre si erano accaniti sulla madre. Poi, sempre secondo la sua prima versione, era riuscito, sempre legato, a raggiungere il pianerottolo dello stabile e ad avvisare i vicini che avevano chiamato il 113.
Gli inquirenti avevano cercato invano riscontri a questo racconto: del passaggio dei rapinatori non erae stata trovata traccia; nessun segno di effrazione sulla porta d’ingresso e sulle finestre, nulla di mancante dall’abitazione, nessuno degli altri inquilini aveva udito rumori particolari provenire dall’appartamento di Agnese Maria Coscia. Spagnuolo era stato interrogato a lungo ed era stato iscritto nel registro degli indagati. Nella notte la sua confessione.
http://napoli.repubblica.it/cronaca/2013/02/17/news/omicidio_maddaloni_figlio_confessa-52827679/
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Donna uccisa in casa con trenta coltellate
indagato a piede libero il figlio di 26 anni
CASERTA – Il figlio della pensionata di 62 anni uccisa ieri nella sua casa di Maddaloni (Caserta) è indagato a piede libero dalla Squadra Mobile della Questura di Caserta per l’omicidio della madre, Agnese Maria Coscia.
Il giovane, Manlio Spagnuolo, di 26 anni, è stato interrogato ieri fino a tarda notte dalla polizia. La donna è stata trovata senza vita nel salone della abitazione con sul corpo i segni di circa trenta coltellate.
http://www.ilmessaggero.it/primopiano/cronaca/donna_uccisa_trenta_coltellate_figlio_indagato_caserta/notizie/252172.shtml
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PERDE PESO L’IPOTESI DELLA RAPINA
Delitto di Maddaloni,
indagato il figlio
Iscritto nel registro degli indagati Manlio Spagnuolo, 26 anni, figlio di Agnese Maria Coscia, 62 anni, uccisa con 30 coltellate nella notte tra giovedì e venerdì, nella sua casa di Maddaloni (Caserta). Si tratta di un atto dovuto dei pm nell’ambito delle indagini e degli accertamenti tecnico-scientifici da fare nelle prossime ore, ma la versione dei fatti fornita dal giovane, che, comunque, è a piede libero, mostrerebbe lati oscuri sui quali i magistrati e la Squadra Mobile intendono fare luce
Manlio è stato ascoltato dagli investigatori per molte ore ieri, praticamente fino a tarda serata. A loro ha raccontato che madre e’ stata vittima di tre delinquenti armati di coltello, entrati nottetempo nella loro abitazione. Manlio ha riferito di avere tentato di opporre resistenza, finendo poi per essere bloccato e legato. Poi i tre si sarebbero accaniti sulla madre, nel salone della loro abitazione, in via Brecciame 43, martoriandone il corpo con una trentina di coltellate.
Dopo la morte della 62enne i malviventi sarebbero fuggiti, lasciando Manlio da solo con la madre esanime. Il giovane, ancora legato, sarebbe poi riuscito a uscire sul pianerottolo dello stabile e ad avvisare i vicini che hanno subito chiesto l’intervento del 113. Dai rilievi, però, non sono emersi segni di effrazione.
A 24 ore dall’omicidio, in sostanza, sembrerebbe perdere peso la pista della rapina finita in tragedia così come ipotizzato nell’immediatezza del fatto. Sull’omicidio sta indagando, insieme alla polizia di Caserta, il pm della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere Silvio Marco Guarriello, per omicidio volontario.
Una cognata della vittima, giunta a Maddaloni ieri mattina da Roma, ha raccontato che Agnese Maria Coscia, ex dipendente dell’ufficio agricoltura della Regione, spesso era preoccupata perché il figlio non voleva mangiare, ribadendo però che i due andavano d’accordo. Il giovane ha conseguito la laurea triennale in economia aziendale e stava continuando gli studi. La donna ha anche riferito di un grave incidente subito da Manlio tempo fa che lo aveva addirittura dirotto in coma. Riscontri importanti potranno comunque arrivare dai risultati degli accertamenti sulle numerose tracce biologiche raccolte dagli agenti della Scientifica sul corpo della vittima e nell’abitazione.
http://www.grr.rai.it/dl/grr/notizie/ContentItem-f7bae732-12f2-40d9-b0ed-4482ae6a9839.html
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Pensionata uccisa a Caserta, indagato il figlio
Inizialmente si era pensato a una rapina finita in tragedia. Il giovane è stato interrogato per ore
16:09 – Il figlio della pensionata di 62 anni uccisa nella sua casa di Maddaloni (Caserta) è indagato a piede libero per l’omicidio della madre, Agnese Maria Coscia. Il giovane, Manlio Spagnuolo, di 26 anni, è stato interrogato fino a tarda notte dalla polizia. La donna è stata trovata senza vita nel salone dell’abitazione con sul corpo i segni di circa trenta coltellate. Inizialmente si era pensato ad una rapina finita in tragedia.
L’iscrizione del giovane nel registro degli indagati da parte della Procura di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) è stata fatta quale atto dovuto nell’ambito delle indagini e degli accertamenti tecnico-scientifici che saranno fatti nelle prossime ore.
Il racconto del figlio – Il ragazzo, ascoltato dagli investigatori, ha raccontato che madre è stata vittima di tre delinquenti armati di coltello, entrati nottetempo nella loro abitazione. Manlio avrebbe tentato di opporre resistenza, finendo poi per essere bloccato e legato prima che i tre si accanissero sulla madre nel salone di casa. Il giovane, ancora legato, sarebbe poi riuscito ad uscire sul pianerottolo dello stabile e ad avvisare i vicini che hanno subito chiamato il 113.
http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/campania/articoli/1082115/pensionata-uccisa-a-caserta-indagato-il-figlio.shtml
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Donna uccisa a Maddaloni, nessuna rapina: indagato il figlio
Nessuna rapina: ad uccidere Agnese Maria Coscia non sarebbero stati dei malviventi penetrati in casa a notte fonda, ma il figlio della 62enne, Manlio Spagnuolo. Questa l’ipotesi alla quale stanno lavorando gli uomini della squadra mobile di Caserta: il giovane di 26 anni è stato indagato per l’omicidio della madre, trovata senza vita nel salone di casa con i segni di circa trenta coltellate sul corpo.
Gli inquirenti non hanno trovato riscontro alla versione del ragazzo: il giovane ha, infatti, raccontato dell’assalto di tre malviventi che si sarebbero introdotti nell’abitazione armati di coltello. Manlio Spagnuolo ha spiegato agli agenti di aver provato a resistere ai rapinatori che lo avrebbero, però, legato prima di scagliarsi contro la madre. Lo stesso 26enne ha affermato di essere riuscito a raggiungere il pianerottolo dello stabile ancora legato, per avvisare i vicini che hanno lanciato l’allarme.
La testimonianza del figlio della vittima non è stata però suffragata da nessun elemento soggettivo: le forze dell’ordine non hanno trovato nessuna traccia dei rapinatori, niente segni di effrazione su porta e finestre, nessun bottino portato via. Inoltre i vicini di casa hanno affermato di non aver udito rumori arrivare dall’appartamento dove si è consumato il delitto: ecco allora che nelle ipotesi investigative ha preso corpo la possibilità che ad uccidere fosse stato lo stesso figlio.
Per completare il quadro c’è però da individuare un movente: i parenti hanno raccontato di un legame forte, senza alcuna ombra, tra madre e figlio, anche se la donna in qualche occasione si è mostrata preoccupata perché Manlio non voleva mangiare. Qualche elemento in più potrebbe arrivare dagli esami sulle tracce biologiche raccolte sul corpo della vittima e nell’abitazione.
http://www.vesuvius.it/donna-uccisa-a-maddaloni-nessuna-rapina-indagato-il-figlio-22648.html
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Omicidio donna 62enne: inquirenti non escludono matricidioSabato 16 Febbraio 2013
Maddaloni – Non ha convinto pienamente la versione di Manlio Spagnuolo, il 26enne figlio delle donna di 62 anni che l’altro ieri notte è stata violentemente ammazzata con 30 coltellate all’interno della sua abitazione. Gli investigatori, che stanno cercando di far luce sull’omicidio di Agnese Maria Coscia, non escludono la pista del matricidio in quanto ci sarebbero diverse lacune nel racconto del figlio che al momento dell’omicidio si trovava all’interno dell’appartamento. Il giovane ha raccontato che tre persone si sarebbero introdotti di notte nell’abitazione armati di un coltello. Spagnuolo avrebbe tentato di opporre resistenza finendo poi per essere bloccato e legato prima che i tre si sono accanissero sulla madre nel salone di casa. Il giovane, ancora legato, sarebbe poi riuscito ad uscire sul pianerottolo dello stabile e ad avvisare i vicini che poi avrebbero chiamato il 113.
Durante tutta la giornata, gli uomini della squadra mobile di Caserta, capitanati vicequestore Alessandro Tocco, hanno scandagliato l’appartamento non tralasciando alcun particolare. Nessun segno di effrazione sulla porta d’ingresso e sulle finestre, nessun ammanco dall’abitazione, mentre tra gli altri inquilini ascoltati nessuno avrebbe udito rumori particolari provenire dall’appartamento della Coscia. I parenti interrogati escludono che tra madre e figlio ci fossero rapporti burrascosi, anzi i due sembra andassero d’amore e d’accordo.
http://www.casertanews.it/public/articoli/2013/02/16/124720_cronaca-maddaloni-omicidio-donna-62enne-inquirenti-non-escludono-matricidio.htm
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Rapina e uccide la madre
“L’ho fatto per la droga”
L’interrogatorio choc del ventiseienne di Maddaloni che ha assassinato la mamma che l’aveva sorpreso mentre rubava in casa. All’inizio aveva simulato un furto nell’abitazione commesso da malviventi. Ha confessato durante l’interrogatorio: “Ero pieno di droga”
IL RAGAZZO appare turbato, ma non piange. “Quando i miei occhi si sono incrociati con quelli di mia madre non ho capito più niente. Sono andato in cucina, ho preso i coltelli. E l’ho uccisa”. Questura di Caserta, le dieci di sabato sera. Dopo due giorni di bugie, Manlio Spagnuolo, 26 anni e una laurea triennale in Economia nel cassetto, confessa quello che gli agenti della squadra mobile diretta da Alessandro Tocco avevano capito ormai da un pezzo.
Dunque non era stata una banda di rapinatori a infierire con 32 coltellate sul corpo Agnese Maria Coscia, la dinamica pensionata di 62 anni assassinata nella sua abitazione di via Brecciame a Maddaloni. Era stato Manlio, l’ultimo dei suoi quattro figli, ad ammazzarla. Quel ragazzo dall’intelligenza brillante al quale Agnese si dedicava ormai a tempo pieno per aiutarlo a superare i traumi fisici e psicologici causati da un brutto incidente stradale che per alcuni giorni lo aveva tenuto in coma.
Insieme a un complice, dopo una serata trascorsa a fumare crack, Spagnuolo aveva deciso di rapinare l’appartamento e poi stare via di casa per qualche tempo, senza però interrompere gli studi per la laurea specialistica. Un piano insensato, che il giovane ha prima negato, poi infine ammesso nei minimi dettagli, indicando agli investigatori anche il nome del presunto complice: Francesco De Santi, 24 anni, dipendente di una pizzeria. Entrambi sono ora in carcere, il pm di Santa Maria Capua Vetere Silvio Marco Guariello, che con il procuratore aggiunto Luigi Gay ha coordinato le indagini, ha firmato un decreto di fermo. Il provvedimento dovrà adesso essere convalidato dal giudice.
Era stato proprio Manlio, venerdì mattina, a lanciare l’allarme chiedendo aiuto ai vicini. “Ho visto delle ombre nella mia stanza, poi sono stato colpito alla testa e ho perso i sensi. Quando mi sono svegliato ero legato”, ha sostenuto nel primo interrogatorio, quando è stato condotto davanti agli agenti nella veste di semplice testimone. Ma tanti particolari, nella sua ricostruzione, non quadravano, a cominciare dal numero di coltellate, troppe per una rapina. Così, venerdì pomeriggio, Spagnuolo è stato nuovamente condotto in questura, stavolta come indagato e con l’assistenza degli avvocati Angelo Raucci e Vincenzo Petrella. Ma anche in questo caso, ha continuato a negare, mantenendo ferma la versione della rapina.
Per tutto il giorno successivo, il giovane si è confrontato con i suoi legali. Infine, alle 21 di sabato, nello studio dell’avvocato Raucci, è crollato: “Voglio liberarmi di questo peso, avvocato. Lo devo a mia madre. Accompagnatemi dalla polizia”. Così Manlio ha riavvolto il nastro. E ha cominciato, finalmente, a dire la verità. “Da una ventina di giorni sono entrato in un giro di ragazzi della zona che fanno consumo di droga. Ho cominciato a comprarla anche io. Pagavo con soldi miei, ma anche con denaro che trovavo in casa”. Avevano consumato stupefacenti anche quella sera. Crack in dosi massicce. Ed è saltata fuori il progetto di compiere un furto nella casa dove Spagnuolo viveva con la madre dopo la morte del padre al quale era legatissimo. “L’idea era quella di rubare tutto e dopo allontanarmi per un po’, ma continuando a studiare. Tanto, pensavo, mia madre mi avrebbe certamente accettato di nuovo con lei”. Quando Manlio e il complice entrano nell’abitazione è notte fonda, le tre e mezza passate. Aprono la cassaforte, prendono soldi, argenteria e anche il computer. Agnese però si sveglia. “Francesco la blocca con un cuscino e mi chiama per nome”, racconta Manlio.
Gli sguardi di madre e figlio si incontrano. Il giovane perde la testa. Prende un paio di coltelli dal cassetto della cucina. Quello con la lama più sottile si piega, l’altro invece non lascia scampo alla vittima. Quello che accade dopo, è la cronaca di un maldestro tentativo di confondere le acque e depistare le indagini. I due ragazzi si cambiano d’abito, escono, fanno un prelievo al bancomat. Poi tornano in casa dove De Santi lega Spagnuolo prima di allontanarsi. I coltelli e lo zaino con i vestiti vengono gettati nei pressi di una cava in zona San Clemente, la refurtiva sarà poi ritrovata dalla polizia durante le perquisizioni a carico di De Santi. Per due giorni, Manlio resta solo con i suoi fantasmi. Le “ombre” che aveva visto in casa erano solo nella sua testa.
http://napoli.repubblica.it/cronaca/2013/02/18/news/rapina_e_uccide_la_madre_l_ho_fatto_per_la_droga-52886703/?ref=HREC1-11
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