Donna vuole uccidere il marito e assolda un killer che si rivela finto!

Crema, moglie 40enne assolda un sicario per assassinare il marito. Ma un agente finge di essere il killer e scatta la trappola della polizia. La donna alla sbarra in tribunale

CREMA – Lei, lui, il killer. Finto. E’ la storia di Ylenia, 40 anni, che a un certo punto voleva eliminare il marito Gianluca, commercialista a Milano di 45 anni, con il quale ha avuto due figli e con il quale aveva in corso una sede di litigi tale da farle perdere la testa. Tanto da cercare un killer per far fuori l’odiatissimo marito. E il fatto avviene nel novembre del 2011 quando, davanti alle scuole elementari di San Pietro, la polizia arresta una donna e un uomo.

Lei è Ylenia, lui un killer. Ma poi si scopre che il killer non è un killer ma un poliziotto travestito che aveva teso una trappola alla donna, ansiosa di volersi liberare del marito. Facendolo ammazzare. Il caso è finito oggi in udienza preliminare davanti al giudice Letizia Platè, la quale ha rinviato al 20 novembre per discutere il da farsi.

Stiamo parlando di un tentato omicidio ai danni di una persona, ma anche di un delitto impossibile, visto che il killer non era un killer e quindi non poteva uccidere nessuno, ma la donna non lo sapeva. La faccenda è nota negli ambienti cremaschi. Siamo nel novembre del 2011 quando Ylenia, stanca del marito e probabilmente un po’ depressa per la situazione familiare, confida a un’amica la volontà di voler uscire da questa situazione.

Facendo ammazzare il marito e, sorprendentemente, chiede alla stessa di trovare una persona disposta a occuparsi della faccenda. L’amica, molto preoccupata per le parole di Ylenia, riferisce alla polizia, che costruisce una trappola. Dopo qualche tempo l’uomo si presenta di Ylenia e si dice disponibile a eseguire il lavoro. Lei offre € 5000, lui accetta. Passa qualche tempo e poi lui si fa vivo di nuovo e le chiede un anticipo.

Appuntamento davanti alle scuole elementari di Borgo San Pietro. E all’appuntamento c’è anche la polizia che arresta tutti quando lei tira fuori soldi per pagare il killer. A questo punto la storia viene fuori per intero e la donna viene denunciata e tutto finisce davanti al giudice. Oggi, prima udienza preliminare a Cremona, non risolutiva. Se ne riparla il 20 novembre.

http://www.inviatoquotidiano.it/fatti/crema-moglie-40enne-assolda-un-sicario-assassinare-il-marito-ma-un-agente-finge-di-essere-il

Il marito si era costituito parte civile
Voleva uccidere il marito ma il sicario era finto, assolta
Il killer che avrebbe dovuto uccidere il marito era finto e la vita dell’uomo non è mai stata in pericolo. Perciò il reato non sussiste. Il gup del tribunale di Cremona ha assolto dall’accusa di tentato omicidio una casalinga quarantenne di Crema

Il killer che avrebbe dovuto uccidere suo marito era finto e la vita dell’uomo non è mai stata in pericolo. Perciò il reato non sussiste. Il gup del tribunale di Cremona, Letizia Platè, oggi ha assolto dall’accusa di tentato omicidio la casalinga quarantenne di Crema (Cremona) che nell’autunno di due anni fa, in piena crisi coniugale e psicologicamente fragile, parlando con un’amica, tra le varie cose, le disse che voleva uccidere il marito quarantacinquenne, commercialista a Milano. E l’amica, a sua volta, avvisò l’uomo che architettò un piano per incastrare la moglie. La motivazione della sentenza sarà depositata tra novanta giorni.

Nel processo che si è celebrato con il rito abbreviato, il marito si era costituito parte civile con l’avvocato Sergio Fiori. Nella ricostruzione del pm Fabio Saponara, che ha chiesto l’assoluzione, e del difensore Daniela Danieli, due anni fa accadde che il marito, “anziché parlare con la moglie, cercare di capire che cosa le stesse succedendo” e semmai “farla curare da un medico”, pagò un detective privato, “perché assecondasse le richieste della moglie”. Il pm e la difesa hanno parlato di “provocazione” dell’uomo nel perseguire “le idee della moglie”.

“Reato impossibile, perché non vi erano i presupposti”, ha evidenziato il legale. Il professionista avvisò la polizia. Dagli atti dell’inchiesta risulta che un giorno il finto sicario si presentò a casa della donna con una microcamera nascosta. “Lo voglio steso, lo voglio morto. Lo aggredisci per rubargli la ventiquattrore e gli dai un colpo in testa” disse la donna.

Il compenso pattuito fu di cinquemila euro. Il finto killer registrò tutto, mentre i poliziotti, che erano in zona travestiti da operai, girarono dei filmati. Quando la donna decise che “entro venerdì” si doveva chiudere, il finto sicario, d’accordo con gli inquirenti, le chiese un anticipo. L’appuntamento fu davanti a un bar di Crema. Intervennero gli agenti che condussero in commissariato la casalinga. Quattro giorni dopo la donna scomparve. Fu trovata dai poliziotti in un garage di sua proprietà, in stato confusionale.

“La punizione più grande, la cosa che più mi pesa è la separazione dai miei figli affidati al padre. Da oggi la mia vita ricomincia e combatto per riavere al fianco i miei bambini, che sono la cosa più importante” ha detto la donna, che dopo l’assoluzione è tornata a vivere con i suoi genitori.

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