Italiano, accusato di abusi fin dall’età di tre anni della figlia della compagna

Piacenza, denuncia il patrigno per stupro e fa un appello: “Denunciate la violenza”

Un uomo avrebbe abusato sessualmente della figliastra per sette anni fin da quando la ragazza aveva 10 anni. Per questo motivo è stato arrestato nei giorni scorsi (ma la notizia è stata diffusa oggi dalla Questura) dalla squadra mobile con l’accusa di violenza sessuale continuata. Si tratta di un operaio piacentino di 50 anni. Adesso si trova rinchiuso nella casa circondariale della Novate. La ragazza ha lanciato un appello alle vittime di situazioni analoghe: “Non subite la violenza, denunciate”.Gli abusi sarebbero iniziati non appena l’uomo è andato a convivere con la madre della bambina (anche lei piacentina) che all’epoca aveva 10 anni.

La madre della minore non si è mai resa conto di nulla fino a quando la sezione minori squadra mobile, diretta da Stefano Vernelli, ha arrestato il suo convivente.A denunciare le violenze subite la stessa ragazza che oggi ha 17 anni. Stanca delle attenzioni del patrigno e colta da un malessere fisico, si era rivolta ad operatori sanitari confidando in parte il suo calvario. Gli stessi operatori hanno contattato la polizia che ha subito disposto un’indagine con intercettazioni ambientali nella casa dove viveva l’uomo con la figliastra. Così grazie al supporto delle intercettazioni e alle testimonianze della minore il cinquantenne è finito in manette.

“Mi dispiace, ho rovinato una famiglia”, ha detto l’uomo al momento dell’arresto”.“Quello che mi è successo è una cosa bruttissima che non auguro a nessuna – ha detto invece oggi la ragazza vittima delle presunte violenze – Fortunatamente ho trovato negli operatori sanitari e nella polizia delle persone molto buone che mi hanno aiutato, invito quindi tutte coloro che si trovano ora nella situazione in cui mi sono trovata io a non subire violenze e ricatti ma di rivolgersi subito alla polizia. Adesso mi aspetto giustizia, non posso perdonare quell’uomo spero solo che paghi per quello che mi ha fatto”.

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