Italiani, accusati di possesso di video con abusi a minorenni

Pedofilia, Torino: tra i sei arrestati anche un maestro elementareultimo aggiornamento: 02 luglio, ore 20:27

Torino – (Adnkronos) – 

Un maestro elementare, un programmatore informatico, due operai, uno studente e un disoccupato. Sono le sei persone italiane arrestate rispettivamente a Matera, Bolzano, Forli’, Cagliari, Catania e Caserta dalla Polizia postale nell’ambito di una vasta operazione antipedofilia attraverso internet, partita tre anni fa con un arresto in flagranza a Torino e che ha coinvolto 76 persone di 27 stati, non solo Europei ma anche extraeuropei.

Tutti incensurati, di eta’ compresa tra i 20 e i 30 anni, tutti celibi, i sei sono stati arrestati in flagranza di reato: i poliziotti si sono presentati nei loro appartamenti mentre altri colleghi, sotto copertura, da Torino stavano con loro chattando via computer, per evitare che i destinatari dei provvedimenti attivassero strumenti di criptazione che impedissero agli inquirenti di recuperare il materiale pedopornografico.”Si tratta si un’operazione che, senza esagerazione, possiamo definire colossale – ha spiegato il procuratore capo di Torino, Giancarlo Caselli – sia per la portata, 27 Paesi coinvolti tra cui l’italia, sia per l’enorme quantitativo di materiale sequestrato che mostra un livello criminale particolarmente elevato. E’ un’operazione di straordinario rilievo – ha concluso – condotta con strumenti di indagine sofisticatissimi’.

L’operazione, che era partita nel marzo del 2008 con l’arresto, nel torinese, di un ingegnere elettronico milanese, spesso in Germania per lavoro, ha portato al sequestro di video e immagini che gli inquirenti hanno definito raccapriccianti e in taluni casi crudeli. Vittime degli abusi bambini, maschi e femmine, tra pochi mesi e i dodici anni, che ora gli inquirenti stanno cercando di indentificare.Su alcuni di loro, come risulta dalle immagini, i pedofili avevano scritto con un pennarello il proprio nick name. Inoltre e’ stato accertato che alcuni degli arrestati, per adescari i minorenni, si erano creati profili su alcuni chat con identita’ completamente false, di ragazzine minorenni. Ora le indagini proseguono per accertare se i video messi in rete siano stati anche autoprodotti dagli arrestati.

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