Italiano, aiuto parroco, accusato di pedofilia

Aiuto parroco accusato di pedofilia
Sentiti i chierichetti vittime di molestie
L’aiuto parroco laico in carcere a Verona con l’accusa di atti di pedofilia nei confronti di 4 minori dovrebbe essere trasferito in una struttura specializzata in Emilia. Gli adolescenti avrebbero confermato le foto e un rapporto stretto col giovane educatore di 28 anni

VARNA. L’aiuto parroco laico in carcere a Verona con l’accusa di atti di pedofilia nei confronti di 4 minori dovrebbe essere trasferito in una struttura specializzata in Emilia. Gli adolescenti sentiti nell’incidente probatorio avrebbero confermato le foto e un rapporto stretto col giovane educatore di 28 anni.
«Abbiamo presentato istanza al tribunale della libertà – spiega Nicola Nettis, il legale che rappresenta il 28enne di Varna assieme alla collega Christine Jöchler – per ottenere la concessione degli arresti domiciliari in una clinica specializzata per questo tipo di patologia che si trova in Emilia. Se la prima fase della terapia, a cui è sottoposto il nostro cliente da tre mesi in carcere, dovesse dare buoni risultati più avanti faremo richiesta per ricoverarlo in Germania, in modo tale da completarne il recupero».
Ad evidenziare la necessità del trasferimento dell’aiuto parroco in una struttura attrezzata sono stati i due consulenti della difesa Lanczik e Fabrici. Il gip Isabella Martin si è detta possibilista sulla concessione dei domiciliari ma vuole scongiurare il rischio di reiterazione del reato. Nel frattempo è iniziato l’incidente probatorio – a cui non ha presenziato l’aiuto parroco – e sarebbero stati sentiti almeno due degli adolescenti vittime dei presunti abusi, che avrebbero confermato le foto scattate in circostanze quantomeno equivoche e il rapporto piuttosto stretto con il 28enne di Varna. Quest’ultimo godeva della loro piena fiducia, in quanto all’epoca dei fatti coordinava anche l’attività giovanile della Caritas, dei vigili del fuoco e dell’Avs. «L’incidente probatorio – prosegue l’avvocato Nettis – si concluderà entro la fine di settembre, ma alcuni dei minori sono già stati sentiti. Hanno confermato, nella sostanza, quanto riferito dal nostro assistito nel primo interrogatorio».

Una perizia tecnico-informatica ha consentito alla Procura di trovare parecchie foto sul computer del giovane (tecnico in una ditta di Bressanone e laico, dunque estraneo all’organigramma ecclesiale). Materiale fotografico che pare avesse cercato di cancellare dopo aver sentito che in paese circolavano voci sulla sua particolare attrazione verso i minori. Sono immagini che risalirebbero al 2007 e che ritraggono l’indagato (in una stanza, all’aperto e in sauna) svestito in compagnia di ragazzini attorno ai quattordici anni. Dimostrazione secondo la tesi della Procura di un’attività anche di carattere fisico che potrebbe configurare il reato di violenza sessuale.
Il giovane è ancora detenuto nel carcere di Montorio, in provincia di Verona, perché secondo i giudici persiste il rischio di reiterazione del reato. I legali del giovane attendono che venga fissata l’udienza dal Tribunale della Libertà e confidano nella concessione dei domiciliari in una struttura in Emilia.

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