Italiano, condannato per violenza sessuale sulla figlia

Violenze sessuali
sulla figlia
Dieci anni
al padre padrone

Una vicenda terribile, quella portata alla luce dalla denuncia, dopo anni, di una studentessa fatta oggetto, per l’accusa, di ripetute pesantissime attenzioni sessuali dal padre marocchino in un paese della montagna

Reggio Emilia, 9 ottobre 2010. Condanna a dieci anni, dice il giudice Renato Poschi. Madre e figlia scoppiano in lacrime, non ci credono. L’imputato, che aveva pianto prima a lungo, nel corso dell’ultima udienza, invece resta impietrito, scosso. Lo riportano in carcere, sezione protetti. Dieci anni la pena stabilita dal tribunale in primo grado per violenza sessuale (alla figlia) e maltrattamenti (alla figlia, al figlio e alla ex moglie). Sentenza durissima, che non si discosta molto da quanto aveva richiesto il pubblico ministero Maria Rita Pantani (dodici anni). Negata quindi l’assoluzione con formula dubitativa chiesta dai difensori, Vainer Burani e Maurizio Colotto, che ricorreranno in appello dopo aver sostenuto nelle arringhe l’innocenza del loro assistito e le contraddizioni emerse a loro giudizio nelle testimonianze.

Una vicenda terribile, quella portata alla luce dalla denuncia, dopo anni, di una studentessa fatta oggetto, per l’accusa, di ripetute pesantissime attenzioni sessuali dal padre marocchino in un paese della montagna. L’inchiesta aveva fatto emergere i tremendi metodi educativi: il figlio sarebbe stato preso a cinghiate e legato al letto con la catena del cane. Al centro delle argomentazioni difensive, il problema del come mai vicini di casa e mondo della scuola, vedendo la ragazza piena di lividi, non avevano mai denunciato i fatti. Il pm ha spiegato che oggi, nonostante i cambiamenti in atto nella società, esiste ancora l’omertà, la paura di esporsi. Un dato per tutti: su 89 casi di maltrattamenti e violenze sessuali emersi nel 2010, solo due provengono da segnalazioni della scuola. Altro aspetto psicologico importante: dopo le botte, ha riferito la ragazza in aula, il padre si scusava con lei. E questa è una forma comune di colpevolizzazione che innesca una spirale perversa, al pari del lasciar credere alla figlia che la madre sapesse tutto e non denunciasse (cosa falsa).

Alla fine, le parti civili – assistite dall’avvocato Claudia Grasselli – hanno ringraziato e abbracciato in lacrime il pm Pantani. Come provvisionale, la figlia deve avere cinquantamila euro, quindici il figlio e dieci la moglie.

http://www.ilrestodelcarlino.it/reggio_emilia/cronaca/2010/10/09/396980-violenze_sessuali_sulla_figlia.shtml

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