Omicidio di Sarah Scazzi e complicità familiari: arrestata la cugina

Sabrina, terminato l’interrogatorio: fermata
“Accusata di omicidio e sequestro di persona”
Si è concluso poco dopo le 22.30 l’interrogatorio della cugina di Sarah Scazzi. La ragazza è in stato di fermo provvisorio per omicidio e sequestro di persona. Al centro ci sarebbero state le contraddizioni tra la confessione di Michele Misseri e le testimonianze della figlia e della sua amica Mariangela. Un comunicato della procura di Taranto al termine dell’interrogatorio nella caserma dei carabinieri di Manduria. L’avvocato della famiglia: la ragazza ha negato tutto
di MARIO DILIBERTO

MANDURIA — Tre domande senza risposta e una sequenza temporale non logica. Sabrina Misseri finisce così sul registro degli indagati e alla fine in stato di fermo con l’accusa di omicidio e sequestro di persona. Per quasi otto ore ha risposto alle domande dei magistrati di Taranto per spiegare se e come ha avuto un ruolo nell’assassinio della cugina. E alla fine i magistrati si sono convinti che la ragazza è pienamente coinvolta nel delitto della cugina. L’avvocato Russo che difende Sabrina replica: la ragazza ha respinto tutte le accuse.

La scomparsa da Avetrana di Sarah Scazzi il 26 agosto sembrava un mistero, un giallo irrisolvibile e invece la svolta è arrivata il 7 ottobre. Quando lo zio Michele Misseri, il papà di Sabrina, ha ammesso di aver ucciso Sarah. Il caso è chiuso. E invece no. La nuova svolta è arrivata ieri mattina quando i Ris sono piombati nel garage di via Deledda. In quel locale vicino a casa Misseri, Michele ha detto di aver strangolato Sarah. Nella confessione del 7 ottobre è crollato, raccontando di aver strozzato la nipote, dopo un fallito approccio sessuale. Ha aggiunto che il cadavere l’aveva trasportato in campagna. Poi l’aveva oltraggiato e nascosto in un pozzo. “Ho fatto tutto da solo — aveva detto agli inquirenti”. E invece sembra proprio di no, perché ieri qualcosa è cambiato. Ed è cambiato quando Michele Misseri è stato chiamato a ricostruire il delitto, dopo essere stato portato sul posto dell’assassinio. Davanti agli inquirenti ha provato a dire e a far vedere come aveva ucciso Sarah. Ma le contraddizioni del suo interrogatorio registrato nei verbali sono emerse tutte d’un botto. E alla fine si è compreso che Michele Misseri non poteva aver fatto tutto da solo. I suoi tentennamenti hanno progressivamente coinvolto la figlia Sabrina. Quindi la sua posizione si è trasformata da testimone in indagata. Dinanzi ai magistrati Sabrina ha dovuto rispondere punto per punto di quanto aveva detto nei verbali precedenti. Già in quelle dichiarazioni i suoi ricordi non collimavano con quelli del padre. Su questi dubbi di memoria si è incentrato un interrogatorio lunghissimo durante il quale Sabrina è stata assistita dall’avvocato Vito Russo. Proprio la presenza dell’avvocato ha consacrato l’incriminazione della ragazza, anche se nel corso dell’interrogatorio le imputazioni che le sono state contestate potrebbero aggravarsi progressivamente.

Gli inquirenti hanno individuato ormai da giorni almeno tre quesiti a cui rispondere e una scansione temporale da verificare. Per chiarire dubbi e sospetti che sopravvivono a Sarah Scazzi. E che restano in piedi nonostante la confessione dello zio Michele Misseri che presenta zone d’ombra. Non tanto nella sequenza dell’occultamento del cadavere. Ma proprio sulla sequenza dell’omicidio. Su quei pochi minuti in cui Michele Misseri racconta di aver strangolato Sarah nel suo garage. Dopo che quello scricciolo biondo aveva reagito all’assalto dello zio.

La ricostruzione che Michele Misseri ha fatto al procuratore aggiunto Pietro Argentino e al sostituto procuratore Mariano Buccoliero sembra non tornare con i tempi scanditi da telefonate e sms che si sono rincorsi quel maledetto pomeriggio. Orari che ora vengono verificati attentamente dagli investigatori. Ma a non quadrare ci sono tre circostanze precise. Che si vogliono chiarire, anche per inquadrare o spazzare via il sospetto di possibili complicità. Per questo è stata ascoltata a lungo sabato scorso Mariangela Spagnoletti. L’amica che quel giorno doveva andare al mare con Sarah e la cugina Sabrina.

Lei è arrivata con la sua auto proprio nei minuti in cui la ragazzina veniva strozzata dallo zio Michele, dopo che l’uomo le aveva messo le mani addosso. Ha detto di aver trovato Sabrina in strada. La cugina del cuore della vittima sostiene che era sulla veranda. Al di là delle versioni discordanti, gli inquirenti si chiedono come mai Sabrina non abbia notato l’arrivo della cuginetta e soprattutto come mai non l’abbia vista entrare nel garage dove ha incontrato il suo aguzzino. Appare curioso, poi, che Sarah sia andata spontaneamente dallo zio che l’aveva molestata solo una settimana prima. E infine l’assassino racconta che il cellulare di Sarah ha cominciato a squillare mentre la stava ammazzando. E che il telefono è caduto durante la colluttazione perdendo la batteria. Quel cellulare suonava perché era Sabrina a chiamare. Con Mariangela al fianco e a un soffio dal luogo del delitto. Possibile che le due ragazze non abbiano sentito gli squilli? Su questo aspetto Mariangela ieri non ha avuto dubbi. “Non ho sentito. Forse perché avevo la macchina era in moto e la radio era accesa”. Ma l’amica di Sabrina ha aggiunto anche altro alla sua testimonianza.

“Quel pomeriggio — ha detto — Sabrina mi è apparsa subito agitata. Ed era già davanti alla casa quando sono arrivata, mentre solitamente fa tardi”. E inevitabilmente si punta su Sabrina. La cugina che faceva da sorella maggiore a Sarah. Dubbi e sospetti che ieri pomeriggio per gli inquirenti si sono trasformati in qualcosa di più.

http://bari.repubblica.it/cronaca/2010/10/15/news/sabrina_sotto_torchio_nella_notte_troppi_buchi_nel_racconto_del_padre-8105889/?ref=HREA-1

Svolta nel delitto di Sarah Scazzi
Sabrina fermata per concorso in omicidio
Interrogata fino a tarda sera, la cugina è accusata anche di sequestro di persona. Portata via dai carabinieri

TARANTO- Concorso in omicidio volontario e sequestro di persona. Questa l’accusa con cui, al termine di 6 ore d’interrogatorio, gli inquirenti hanno disposto il fermo di Sabrina Misseri, la cugina 25enne di Sarah Scazzi, al termine di un interrogatorio durato circa sei ore nella caserma dei carabinieri di Manduria. La svolta nelle indagini sarebbe avvenuta al termine dell’interrogatorio di Michele Misseri, svolto nel primo pomeriggio nella stessa caserma, che avrebbe fornito nuove versioni e ricostruzioni dell’omicidio, e che non avrebbe avuto un confronto con la figlia, ascoltata successivamente dagli inquirenti, prima come persona informata sui fatti e poi con l’ipotesi accusatoria di occultamento di cadavere. Nell’ultima versione l’uomo avrebbe omesso alcune delle coperture con cui avrebbe sin qui protetto Sabrina. Ma uno degli avvocati della ragaza, Emilia Velletri, sostiene che il fermo è avvenuto «a seguito delle dichiarazioni accusatorie» rese oggi dal genitore. Insomma, Michele Misseri avrebbe cambiato completamente linea e chiamato in causa direttamente la ragazza. Valentina, l’altra figlia di Misseri, alla notizia del fermo della sorella ha inviato ad alcuni giornalisti un sms con scritto: «Sabrina è innocente». La ragazza, in ogni caso, non ha fatto alcuna ammissione di responsabilità. Secondo altre fonti il suo fermo sarebbe legato al mancato scioglimento delle contraddizioni della sua versione dei fatti con le dichiarazioni di suo padre.
INCAPPUCCIATA – L’avevano portata via incappucciata per evitare telecamere e giornalisti. Sabrina Misseri è stata condotta nella caserma dei carabinieri di Manduria per essere ascoltata come «persona informata dei fatti». Tuttavia la ragazza era affiancata da due avvocati, un particolare che aveva subito fatto ipotizzare un coinvolgimento nella vicenda e una possibile iscrizione nel registro degli indagati. Uno dei due legali see l’erapresa con l’attenzione che gli organi di informazione hanno rivolto a questo interrogatorio: «È una follia mediatica – aveva detto l’avvocato Vito Russo – che Sabrina possa essere indagata per concorso in omicidio volontario». Invece alla fine dell’interrogatorio l’epilogo è stato proprio questo.

SEI ORE DI INTERROGATORIO – Un mezzo della polizia penitenziaria aveva lasciato la caserma attorno alle 17, presumibilmente con all’interno Michele Misseri. Sua figlia era invece è rimasta a colloquio con gli inquirenti e vi era rimasta p fino oltre le 22,30, quando il procuratore di Taranto, Franco Sebastio, ha lasciato la caserma senza dichiarare nulla ai giornalisti. Nel tardo pomeriggio le agenzie di stampa avevano annunciato che la giovane risultava iscritta nel registro degli indagati ma non per omicidio: secondo i pm aveva infatti avuto un ruolo nella fase legata all’occultamento del cadavere. La notizia era stata diramata citando come fonte ambienti vicini alla famiglia e a portare alla la svolta sarebbe stata un’intercettazione ambientale: le microspie avrebbero registrato un dialogo tra i congiunti di Michele Misseri e da questo dialogo gli inquirenti avrebbero dedotto il possibile coinvolgimento di Sabrina, dando il via ad ulteriori accertamenti. La vettura con a bordo la giovane è uscita da un ingresso secondario della caserma di Manduria, scortata da due auto dei militari, mentre molte troupe televisive erano impegnate nelle dirette, proprio davanti all’ingresso principale della caserma. Sabrina trascorrerà la nottata in un carcere, probabilmente nella sezione femminile di quello di Taranto.

La morte di Sarah

IL SOPRALLUOGO – In precedenza, i carabinieri avevano effettuato un sopralluogo nella cantina-garage dove sarebbe avvenuto l’omicidio di Sarah: era presente anche Michele Misseri. L’uomo è stato prelevato all’alba dal carcere: era accompagnato dal suo legale, Daniele Galoppa, e dalla polizia penitenziaria. Non è escluso che gli inquirenti fossero alla ricerca dei vestiti di Sarah, che Misseri ha detto di aver bruciato. L’uomo ha poi lasciato l’abitazione intorno alle 11: alcune decine di persone che si trovavano in attesa hanno rincorso la macchina dove il presunto assassino era rinchiuso, gridandogli contro frasi offensive. Misseri è stato quindi condotto nei pressi del pozzo dove lo scorso 7 ottobre ha fatto ritrovare il cadavere della nipote per ulteriori accertamenti. Successivamente, è stato portato in caserma.

RILIEVI SULL’AUTO – I carabinieri del Reparto investigazioni scientifiche (Ris) hanno inoltre eseguito una serie di rilievi sull’auto di Misseri. Nella sua confessione l’uomo ha detto di aver caricato il corpo di Sarah nel bagagliaio della vettura, trasportandolo in campagna dove, in due terreni diversi, avrebbe violentato il cadavere nascondendolo poi in un pozzo pieno d’acqua.

LA FAMIGLIA – Walter Biscotti, uno dei legali della famiglia Scazzi, ha rilasciato nel frattempo una dichiarazione laconica: «È una indagine delicata, attendiamo gli eventuali sviluppi delle indagini e l’esito degli eventi. Non facciamo commenti». Luciano Garofano, consulente della difesa della famiglia Scazzi ed ex-capo del Ris di Parma, sentito da Affaritaliani.it sembrava escludere un coinvolgimento di Sabrina. « Mi sembra giusto che Sabrina sia ascoltata – ha dichiarato – sono sotto gli occhi di tutti le contraddizioni tra i vari racconti, quello del padre, di Sabrina e dell’amica Mariangela. È un atto necessario». «A me sembra davvero difficile che sia coinvolta – aveva aggiunto – soprattutto nell’omicidio. Ho sempre sostenuto che non credo abbia nascosto qualcosa. Il tutto per quello che io conosco, che è parziale. E se si fosse pensato a un coinvolgimento, gli inquirenti si sarebbero mossi in modo diverso».

http://www.corriere.it/cronache/10_ottobre_15/misseri-scazzi_cb8ad538-d823-11df-ad4e-00144f02aabc.shtml

IL CASO
Delitto Sarah, in carcere la cugina Sabrina
“Accusata di omicidio e sequestro di persona”
E’ stata accusata dal padre che ha cambiato la ricostruzione del delitto. La ragazza interrogata per otto ore nella caserma dei carabinieri di Manduria nega tutto. Dalla sorella Valentina sms ai giornalisti: “E’ innocente”
di MARIO DILIBERTO

Sabrina Misseri coperta da un cappuccio viene accompagnata in caserma
MANDURIA — Tre domande senza risposta e un sospetto orribile, che rimbalza nella notte in tutta Italia. Sabrina Misseri finisce sul registro degli indagati e alla fine in stato di fermo con l’accusa di omicidio e sequestro di persona. Per quasi otto ore ha risposto alle domande dei magistrati di Taranto per spiegare se ha aiutato il padre Michele nell’assassinio della cugina Sarah Scazzi. E alla fine i magistrati si sono convinti che la ragazza, in quell’omicidio, sia coinvolta. Ma l’avvocato Russo, che la difende, precisa: “Lei ha respinto tutte le accuse ed è serena”. E la sorella Valentina manda un sms ai giornalisti: “Sabrina è innocente”.

E’ la seconda, terribile svolta nel caso della scomparsa ad Avetrana di Sarah Scazzi, il 26 agosto scorso, dopo la confessione dell’omicidio – il 7 ottobre – da parte dello zio Michele Misseri, il papà di Sabrina. Ed è proprio dalle contraddizioni emerse nella ricostruzione dell’uomo che gli investigatori hanno iniziato a sospettare che la verità poteva essere più complessa. E più orribile. Non convince il modo in cui l’uomo – nei sopralluoghi dei giorni scorsi – ha ricostruito il trasporto e l’occultamento del cadavere della nipote. E’ sembrato difficile – forse impossibile – che avesse potuto fare tutto da solo. E negli interrogatori gli inquirenti si sarebbero ulteriormente convinti che stava coprendo qualcuno. Fino alla drammatica svolta: Michele viene di nuovo ascoltato nella caserma di Manduria e – sembra – non riesce a spiegare quest contraddizioni. Poco dopo il clamoroso ingresso nella stessa caserma della figlia Sabrina, la ragazza in prima fila nelle ricerche e poi nella commemorazione di Sarah. Arriva coperta da un cappuccio ed è subito chiaro che la sua posizione non è più quella della testimone. Otto ore di interrogatorio, poi nella notte il trasferimento in carcere. L’accusa è pesantissima: in stato di fermo per concorso in omicidio e sequestro di persona. E sarebbe stata proprio la nuova ricostruzione che il padre ha fatto di quelle drammatiche ore del 26 agosto a trasformarsi in accusa verso la figlia. Ora cresce l’orrore per una vicenda che, se confermata, disegna uno scenario criminale e di rapporti familiari difficile anche da immaginare.

I primi a dubitare, giovedì scorso, sono stati gli uomini del Ris, piombati a sorpresa nel garage di via Deledda 1 nel quale Michele ha detto di aver strangolato Sarah dopo un fallito approccio sessuale. Aveva raccontato di aver trasportato il cadavere in campagna, poi di averlo oltraggiato e nascosto in un pozzo. “Ho fatto tutto da solo” – aveva detto agli inquirenti. Ma portato sul luogo del delitto la sua ricostruzione non ha retto, e alla fine il sospetto che Michele Misseri non poteva aver fatto tutto da solo si è ingigantitio. I suoi tentennamenti hanno progressivamente coinvolto la figlia Sabrina, che si è trasformata da testimone in indagata.

Dinanzi ai magistrati Sabrina ha dovuto rispondere punto per punto di quanto aveva detto nei verbali precedenti. Già in quelle dichiarazioni i suoi ricordi non collimavano con quelli del padre. Su questi dubbi di memoria si è incentrato un interrogatorio al termine del quale è arrivata l’incriminazione.

E nuovi dubbi erano sorti anche, sabato scorso, dall’interrogatorio Mariangela Spagnoletti 2, l’amica che quel giorno doveva andare al mare con Sarah e la cugina Sabrina. Secondo la ricostruzione è arrivata con la sua auto proprio nei minuti in cui la ragazzina veniva uccisa. Ha detto di aver trovato Sabrina in strada. La cugina del cuore della vittima sostiene che era sulla veranda. Al di là delle versioni discordanti, gli inquirenti si chiedono come mai Sabrina non abbia notato l’arrivo della cuginetta e soprattutto come mai non l’abbia vista entrare nel garage dove ha incontrato il suo aguzzino. E, infine, l’assassino racconta che il cellulare di Sarah aveva iniziato a squillare mentre la stava uccidendo. Quel cellulare suonava perché era Sabrina a chiamare, con Mariangela al fianco e a un soffio dal luogo del delitto: possibile che le due ragazze non abbiano sentito gli squilli? Su questo aspetto Mariangela ieri non ha avuto dubbi: “Non ho sentito. Forse perché avevo la macchina era in moto e la radio era accesa”. Ma ha aggiunto: “Quel pomeriggio Sabrina mi è apparsa subito agitata. Ed era già davanti alla casa quando sono arrivata, mentre solitamente fa tardi”. Altri interrogativi ai quali ora dovrà rispondere nella veste di accusata.

http://www.repubblica.it/cronaca/2010/10/16/news/sabrina_arrestata-8108247/?ref=HREA-1

LE REAZIONI
“Così è troppo, non potremo mai perdonare”
La rabbia dei genitori di Sarah. La madre di Sabrina: lei non c’entra, è colpa di quel mostro
dal nostro inviato GIULIANO FOSCHINI
I genitori di Sarah ai funerali della ragazza
AVETRANA – Piangeva: “Non ci posso credere, me l’ha rovinata quell’animale, Sabrina non c’entra niente”. Cosima Serrano alle 23,15 di ieri ha ricevuto dall’avvocato Vito Russo la notizia del fermo di sua figlia 1. “Sabrina è innocente, perché l’hanno portata in galera?” continuava a urlare nell’ingresso di questa villetta ordinata, per nulla lugubre, anzi un po’ kitsch. Uno sfogo al termine di una serata infernale che ha travolto due famiglie e distrutto più mondi.

Quello di Giacomo, il padre di Sarah, che con la sua faccia cattiva, il dolore e la rabbia che prendono la forma di monosillabi, dice che è “scoppiata la bomba atomica” e che così “è come se ci hanno ucciso tutti: non è rabbia e non penso nemmeno al perdono. Ho perso una figlia, ora sta andando via tutto il resto”. Quello di Concetta, la mamma, i capelli rossi composti e il viso che sta per arrendersi, che ripete che lei vuole aspettare, vuole capire, vuole non crederci.

Quello di Cosima, la zia di Sarah, la moglie di un assassino reo confesso, Michele Misseri, la mamma della sua possibile complice, Sabrina, che ripete: “Sabrina, non c’entra proprio nulla: la colpa è tutta di quello lì che ricorda male e sta mettendo nei guai la sua bambina, disgraziato”. Quello di Valentina, la cugina, la sorella e insieme la figlia dei due presunti assassini, che ora dice: “Miio padre deve pagare per quello che ha fatto, mia sorella è innocente”.

Al Sarah Scazzi horror show, il reality più reale che sia mai andato in onda sulle reti italiane, ieri è accaduto tutto questo: due famiglie un tempo unite e oggi devastate dai più tremendi dei dolori. Due donne, due mamme, due sorelle che nel giro di pochi giorni hanno visto una figlia finire dentro a un pozzo e l’altra accompagnata dietro le sbarre. A casa Scazzi sono le 16 quando il televisore della cucina, come sempre acceso, comincia a raccontare che Sabrina non è più una testimone ma una sospettata.

Mamma Concetta comincia a mandare sms al suo avvocato, Walter Biscotti, per capire. Papà Giacomo scende giù in strada. L’assalto delle telecamere si è spostato trecento metri più in là, davanti alla villetta della famiglia Misseri. Sull’uscio di casa Scazzi è rimasta solo una telecamera senza operatore e una ventina di disegni e manifesti funebri. In uno è tratteggiato un omino impiccato, il nome di Sarah e sotto la scritta “giustizia”. “Giustizia? – Giacomo parla più lentamente del solito, più disperato che mai – E a che serve, se non c’è Sarah?”.

Sembra diventato il set di un film, Avetrana, brutta provincia pugliese. Alle quattro del mattino di ieri, quando hanno transennato via Deledda, dove c’è casa Misseri, la gente della strada si è affacciata alla finestra e si è messa a fotografare gli scafandri dei carabinieri dei Ris che si infilavano nel garage dell’orrore. Dopo un paio d’ore sono arrivate le telecamere. Ed è arrivato Michele che si è rinfilato nel fondo di quella villetta: è sceso dall’auto della polizia penitenziaria, i vicini lo hanno insultato, non ha visto né sua moglie né le sue figlie.

Poi sono venuti a prendere Sabrina che, come si fa in televisione, prima di uscire si è messa un bel cappuccio in fronte. Ha detto: “Mamma, tranquilla, non ho fatto niente: torno subito”, lo stesso che poi ha ripetuto in una telefonata ai familiari prima e poi davanti ai magistrati. Cosima è distrutta: “Io e Michele ci siamo conosciuti nel 1975, durante una vendemmia, in una vigna. Da quel momento non ci siamo più lasciati: da cinque mesi non era più stesso, però, ha perso dodici chili. Lo sa come ci chiamavano prima? Sandra e Raimondo”. Qualcuno, poi, deve aver cambiato canale.

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IL PADRE DELLA VITTIMA: È UNA BOMBA ATOMICA
Sabrina accusata di omicidio
«Assurdo, sono innocente»
L’arresto dopo le parole del padre. «Lei teneva Sarah, io l’ho uccisa». Contestato anche il sequestro di persona

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AVETRANA (Taranto) – Concorso in omicidio volontario e sequestro di persona. Sabrina Misseri, secondo l’ultima confessione del padre, teneva ferma Sarah Scazzi mentre lui la strangolava. Per questo è in carcere da ieri sera alle 11. Avrebbe avuto quindi un ruolo nell’omicidio di sua cugina Sarah Scazzi e avrebbe aiutato suo padre a caricare il cadavere sulla Seat Marbella di famiglia. È la nuova verità sul caso Scazzi, un colpo di scena che viene da «mezze ammissioni», come le chiamano gli inquirenti, fatte alba da Michele Misseri, lo zio-mostro della ragazzina uccisa che ha confessato di averla strangolata, poi violentata e buttata in un pozzo. Che cosa esattamente abbia raccontato Misseri agli inquirenti non è ancora chiaro. Di sicuro ha tirato in ballo sua figlia e ha svelato il ruolo di lei in quel pomeriggio del 26 agosto.

La morte di Sarah

Sarebbe stata proprio Sabrina ad attirare Sarah nel garage dov’è avvenuto l’omicidio e questo spiegherebbe il più grande dei punti interrogativi di questa storia: perché Sarah sarebbe dovuta scendere in quel garage se davvero Sabrina (come dice lei) l’aspettava in veranda? Perché avrebbe dovuto farlo se davvero (come racconta Misseri nella confessione) lui l’aveva molestata pochi giorni prima?

La spiegazione arriva dallo stesso Misseri: l’ha fatta scendere Sabrina. Una trappola, pare, per darle una lezione dopo la lite furibonda della sera precedente a causa di Ivano, il ragazzo di cui Sarah si era invaghita e che Sabrina avrebbe voluto per sé. Una trappola che oggi è il motivo per cui si contesta il sequestro di persona. Michele Misseri avrebbe parlato di una lite finita male, un crescendo di violenza in fondo al garage al quale Sabrina avrebbe partecipato tenendo, appunto, Sarah per le braccia mentre suo padre le stringeva la corda attorno al collo. Ma proprio lì davanti, in quei minuti, stava per arrivare Mariangela, l’amica che doveva portare Sabrina e Sarah al mare. E quindi era per questo che Sabrina, come racconta Mariangela, era così agitata quando lei è arrivata. Sabrina sapeva benissimo che cosa era successo alla cuginetta che nei giorni successivi ha cercato senza sosta sempre in prima fila.

La giornata di Avetrana, ieri, è cominciata prima dell’alba con l’arrivo, nella sua casa di via Deledda, di Michele Misseri. Gli inquirenti lo hanno portato nel garage perché ripetesse, davanti alle telecamere dei Ris e al pubblico ministero, la scena dell’omicidio. Michele Misseri ha ripetuto ogni gesto, ha indicato il punto esatto in cui Sarah è caduta, l’angolo dov’è caduto il telefonino e il punto in cui ha caricato il corpo, con la macchina in retromarcia all’interno di quel cunicolo buio che scende per quattro metri sotto il livello della strada. Durante la perquisizione le prime sorprese: il ritrovamento delle cuffiette che Sarah usava per ascoltare dal telefonino la musica in Mp3 e della batteria del cellulare che mancava all’appello e che Misseri aveva detto di aver buttato in campagna, vicino alla cisterna del corpo. Alle undici del mattino Sabrina viene accompagnata nella caserma di Manduria. Resterà in attesa dell’interrogatorio fino alle cinque e mezzo del pomeriggio. Poi domande a raffiche. Lei resiste, non confessa, non cede: «Io non c’entro niente, state sbagliando». Ma la confessione del padre è sufficiente a incastrarla. Il procuratore capo Franco Sebastio, l’aggiunto Pietro Argentino il pubblico ministero Mariano Buccoliero decidono per il fermo. Lei sembra reagire come ha fatto in tutte queste settimane dopo il 26 agosto: tranquilla e senza pianto, come quando cercava Sarah.

L’avvocato Vito Russo (nominato difensore assieme a Emilia Velletri) arriva a casa da sua madre Cosima e da sua sorella Valentina che è quasi mezzanotte: un lungo abbraccio fra i singhiozzi e la frase più detta di tutta questa storia nera: «Non è vero, non ci posso credere». La stessa cosa che ha detto Concetta, la madre di Sarah: «Voglio non crederci, Sabrina non c’entra». «È una bomba atomica, questa storia non finirà mai», scuote la testa Giacomo Scazzi, il papà.

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la conferenza stampa a Taranto
Delitto Sarah, movente intrafamiliare
«Ora il quadro delle indagini è chiuso»
La cugina Sabrina è accusata di omicidio e sequestro
in concorso con il padre. «Nessun altro coinvolto»

MILANO – «Movente intrafamiliare»: così il procuratore della Repubblica Franco Sebastio ha definito le ragioni che avrebbero spinto Michele Misseri e la figlia Sabrina all’omicidio di Sarah, la quindicenne di Avetrana scomparsa il 26 agosto e rinvenuta cadavere una quarantina di giorni dopo. In una conferenza stampa svoltasi sabato mattina al Comando provinciale dei carabinieri a Taranto, il procuratore ha confermato che Sabrina, che ha trascorso la sua prima notte in carcere, è accusata di concorso con il padre in omicidio e sequestro di persona, mentre non è coinvolta nell’occultamento del cadavere. «Nelle stesse ore abbiamo avviato richiesta al gip – ha spiegato Sebastio – la richiesta di convalida del fermo nei confronti di Sabrina e di incidente probatorio con l’altro coimputato, Michele Misseri, affinché siano cristallizzate le sue dichiarazioni». Allo stato non si ritiene, da parte di investigatori e inquirenti, che altre persone possano essere coinvolte nell’uccisione della quindicenne: «Crediamo che a questo punto l’indagine possa ritenersi quasi conclusa», ha detto Sebastio.

La morte di Sarah La morte di Sarah La morte di Sarah La morte di Sarah La morte di Sarah La morte di Sarah La morte di Sarah La morte di Sarah

IL MOVENTE – Secondo quanto ha detto il procuratore della Repubblica di Taranto, Franco Sebastio, il movente dell’omicidio di Sarah Scazzi è da ricercare nell’ambito familiare. Secondo lo stesso magistrato, infatti, non ci sono altre ipotesi al momento per quanto riguarda il motivo per cui Sabrina e il padre hanno deciso di uccidere Sarah. Tra le righe – ma senza fare dichiarazioni – gli inquirenti hanno lasciato intuire che sono state le avance sessuali dell’uomo su Sarah il vero motivo della sua eliminazione. Proprio per questo le due cugine avrebbero litigato la sera prima del delitto. Quindi l’accusa di sequestro di persona e concorso in omicidio è stata attribuita a Sabrina per il ruolo attivo che ha avuto nella sparizione e uccisione di Sarah. Il procuratore della Repubblica Franco Sebastio ha dichiarato di non poter rivelare altri particolari «per ragioni investigative», e di non poter quindi neanche rispondere alla domanda se l’omicidio avesse a che fare con le molestie sessuali di Michele Misseri nei confronti di Sarah. Ad un giornalista che ha chiesto se il movente dell’uccisione di Sarah potesse avere a che fare con la gelosia scoppiata tra le due cugine (Sarah e Sabrina) per l’attrazione nutrita da entrambe per un loro amico più grande, Ivano Russo, il procuratore ha risposto che questo sarebbe «un movente extrafamiliare». «Il movente – ha ribadito – è intrafamiliare».

LA BATTERIA E LE CUFFIETTE – Il comandante provinciale di Taranto dei carabinieri, colonnello De Blasio, e il Procuratore della Repubblica di Taranto Franco Sebastio hanno anche chiarito, nel corso della conferenza stampa, che nel posto dove Michele Misseri ha bruciato lo zainetto e gli abiti di Sarah sono stati «rinvenuti frammenti delle cuffiette del cellulare della ragazza», mentre sul ciglio della strada, «in un terzo luogo distante sia dal luogo dove il cadavere è stato nascosto, sia da dove sono stati bruciati gli abiti della quindicenne», è stata rinvenuta la batteria del cellulare di Sarah, che lo stesso Misseri aveva lanciato dalla propria auto in corsa.

«COSTRETTA CON LA FORZA» – Intanto, secondo quanto si apprende da fonti investigative, gli inquirenti sarebbero arrivati alla conclusione che Sarah è stata costretta con la forza a scendere nella rimessa dove è stata uccisa. Sabrina Misseri non avrebbe dunque indotto la cugina a scendere con qualche scusa, ma avrebbe collaborato con il padre a trascinarla giù con la violenza. Sempre secondo l’accusa, il ruolo di Sabrina Misseri nell’omicidio sarebbe stato attivo: avrebbe tenuto ferma la cugina mentre l’uomo la strangolava con la corda. Il movente sarebbero state le molestie sessuali che Michele Misseri aveva compiuto nei confronti di Sarah: Sabrina ne era venuta a conoscenza dalla stessa cugina.

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“Sabrina come la Franzoni, non cederà”
I difensori: “Una montatura del padre”
La mamma di Sarah, Concetta: “Negherà sempre”. La ragazza dal carcere piange e si dice innocente. Sabrina è accusata di sequestro di persona e omicidio volontario in concorso. Avrebbe attirato la cugina nel garage, per poi tenerla ferma mentre il padre la strangolava

Le molestie dello zio, la litigata con la cugina, il timore che la 15enne Sarah Scazzi potesse parlare e raccontare in giro di quelle attenzioni morbose. Così un giorno Sarah viene costretta con la forza a scendere nella rimessa dove è stata uccisa, trascinata nella ‘caverna dell’orco’ dalla cugina e dal padre di questa. Qui comincia una discussione davanti allo zio Michele Misseri. Disgustata se ne vuole andare, ma viene bloccata e uccisa. Sabrina la tiene ferma, lo zio la strozza. Un movente “intra-familiare”, quello illustrato dal procuratore della Repubblica presso il tribunale ionico, Franco Sebastio, che nel corso della conferenza stampa di stamattina nella sede del comando provinciale dei carabinieri a Taranto ha parlato di indagi ormai concluse. La convalida del fermo per Sabrina Misseri dovrebbe arrivare presto.

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Il movente – Secondo quanto ha detto il procuratore, il movente dell’omicidio di Sarah Scazzi è da ricercare nell’ambito familiare. Secondo lo stesso magistrato, infatti, non ci sono altre ipotesi al momento per quanto riguarda il motivo per cui Sabrina e il padre hanno deciso di eliminare la 15enne. Tra le righe gli inquirenti hanno fatto capire che sono state le avance sessuali di Michele Misseri su Sarah il vero motivo del suo omicidio. Proprio per questo le due cugine avrebbero litigato la sera prima del delitto. L’accusa di sequestro di persona e concorso in omicidio è stata attribuita a Sabrina per il ruolo attivo che ha avuto nella sparizione e uccisione di Sarah. Sabrina Misseri “non è mai stata indagata per occultamento di cadavere”, ha precisto Sebastio.

ASCOLTA “Mia figlia la teneva mentre io la strozzavo”

Le accuse – Il procuratore ha confermato che Sabrina, che nella nottata di ieri nel carcere di Taranto, è accusata di concorso in omicidio e sequestro di persona e quindi non è coinvolta nell’occultamento del cadavere. “Nelle stesse ore abbiamo avviato richiesta al gip – ha spiegato Sebastio – la richiesta di convalida del fermo nei confronti di Sabrina e di incidente probatorio con l’altro coimputato, Michele Misseri, affinché siano cristallizzate le sue dichiarazioni. Crediamo che a questo punto l’indagine possa ritenersi quasi conclusa”. Durante la conferenza, gli inquirenti hanno anche precisato che “si procede ancora anche per vilipendio di cadavere, accusa questa, contestata solo ed esclusivamente a Michele Misseri”.

“Una montatura del padre” – Piange a dirotto Sabrina Misseri in carcere a Taranto dove si trova dalla mezzanotte di ieri: “Non potrò più chiamarlo papà”, ha detto e ripetuto all’avvocato Emilia Velletri, uno dei suoi due avvocati, che stamane è andata a trovarla e a portarle abiti ed effetti personali. “Sabrina è innocente – dice l’altro difensore, Vito Russo – come si fa a credere a una persona che cambia quattro volte la sua versione dei fatti. Non escludo che tutto questo possa essere una strategia della difesa di Michele Misseri perché, come ben sapete, se uno collabora con la giustizia ha uno sconto di pena. Per quanto mi riguarda – ha proseguito legale – non ho dubbi sull’innocenza di Sabrina e per questo motivo ho richiesto l’incidente probatorio nei confronti della mia assistita, e proprio per questo se fossi convinto della sua colpevolezza non avrei chiesto la cristallizzazione delle sue dichiarazioni”. “Questa mattina – ha detto ancora Russo – sono stato in carcere a farle visita e non fa altro che piangere”.

La mamma di Sara: “Come la Franzoni, non cederà – “L’ho avuta accanto tutti questi giorni. Ha ripetuto le stesse cose come leggendo un copione. Sarà la seconda Franzoni perchè negherà sempre”. Lo ha detto la mamma di Sara Scazzi, Concetta. La donna “è sconvolta, oggi è veramente provata. Il fatto che Sabrina sia stata incriminata l’ha sconvolta”, riferisce ai colleghi il giornalista di ‘Chi l’ha visto?’, Maurizio Amici che stammatina l’ha avvicinata: “La signora Concetta già nei giorni scorsi non si poteva capacitare che Michele Misseri fosse l’unico artefice di tutto questo. Entrambi i genitori di Sara, ma soprattutto Concetta, sono convinti che Michele Misseri ha parlato e continuerà a parlare, “mentre Sabrina non parlerà”.

Determinante il racconto di Mariangela – L’interrogatorio dell’amica di Sabrina Misseri, Mariangela Spagnoletti, “è servito perché ha fornito elementi di riscontro”, ha assicurato Sebastio. La cugina e migliore amica della vittima era stata chiamata in causa da Misseri. Con Sabrina a Sarah, Mariangela sarebbe dovuta andare al mare quel pomeriggio del 26 agosto e, infatti, arrivò in via Deledda a casa di Sabrina, secondo gli inquirenti poco dopo che l’omicidio si era consumato. La giovane ha sempre detto di aver trovato Sabrina per strada, un po’ agitata, mentre quest’ultima ha detto che si trovava sulla veranda, e di non aver visto davanti al portone del garage il padre Michele.

Le cuffiette e la batteria del cellulare – Sebastio ha chiarito, nel corso della conferenza stampa, che nel posto dove Michele Misseri ha bruciato lo zainetto e gli abiti di Sarah sono stati “rinvenuti frammenti dlele cuffiette del cellulare della ragazza”. “In un terzo luogo, distante sia dal luogo dove il cadavere è stato nascosto, sia da dove sono stati bruciati gli abiti della quindicenne – ha aggiunto Sebastio – è stata rinvenuta la batteria del cellulare del suo telefonino di Sarah che lo stesso Misseri aveva lanciato dalla propria auto in corsa. La batteria è stata rinvenuta sul ciglio della strada”.

Ieri la svolta- Confermato dunque quanto emerso nella giornata di ieri. Michele Misseri avrebbe chiamato in causa la figlia più piccola, dopo le nuove contraddizioni emerse durante i sopralluoghi nel garage: non sarebbe riuscito a spiegare la dinamica dell’omicidio, cadendo più volte in contraddizione. Sabrina all’inizio dell’interrogatorio nella caserma della Compagnia di Manduria avrebbe telefonato alla famiglia per riferire di non aver incontrato il padre. Quindi non ci sarebbe stato alcun confronto tra i due come si era ipotizzato in un primo momento.

I sopralluoghi – Nel garage, dove Michele ha detto di aver strangolato Sarah, i militari hanno passato al setaccio tutto quanto potesse risultare interessante, ai fini investigativi. Misseri ha capito che le cose per la figlia si stavano mettendo male e ha provato a dire e a far vedere come aveva ucciso Sarah, quel tragico pomeriggio. Ma sarebbe caduto più volte in contraddizione. E gli inquirenti hanno compreso che l’uomo non ha avrebbe potuto fare tutto da solo. I suoi tentennamenti hanno progressivamente coinvolto la figlia Sabrina. Dinanzi ai magistrati Sabrina ha dovuto rispondere punto per punto di quanto aveva detto nei verbali precedenti. Alla fine del lunghissimo interrogatorio, il fermo con i gravissimi indizi a suo carico.

Sms della sorella di Sabrina – Ieri sera era chiusa nella casa di via Grazia Deledda ad Avetrana, in provincia di Taranto, nell’attesa e nell’angoscia per l’interrogatorio della sorella ma quando, forse dalla televisione, ha appreso che la sorella Sabrina era stata fermata. Valentina, la sorella più grande, ha inviato un sms ad alcuni giornalisti che stanno seguendo la vicenda da giorni. “Sabrina è innocente”, c’era scritto.

Il paese sconvolto – Avetrana si è svegliata attonita e incredula per quanto accaduto ieri sera. Un paese distrutto per la quarta volta in meno di 50 giorni. Sabrina per giorni era quella che organizzava fiaccolate, battute di caccia alla ricerca di Sarah. Era quella che subito dopo l’arresto del padre, per l’omicidio a scopo sessuale, disse davanti ai cronisti: “se mi fossi accorta di una cosa del genere, avrei subito messo a riparo mia cugina ed avrei inveito contro mio padre. Adesso deve marciare in carcere e scontare il male che ha fatto”. Ad Avetrana, gli amici, i conoscenti sono ancora increduli di quanto è successo è la stessa sorella Valentina che con un sms inviato ai giornalista ha fatto sapere che la sorella è innocente è non c’entra nulla. “Mio padre è pazzo. Non solo ha ucciso Sarah, ma ora vuole far cadere la colpa anche su Sabrina. Come fanno a credergli””. Uno sfogo amaro, in nome di una famiglia che da ieri sera è completamente distrutta. Il sindaco del piccolo comune del Tarantino appreso la notizia ha dichiarato: “Sono scioccato e sconvolto per quanto accaduto, cosi come credo che lo sia l’intera comunità di Avetrana”.

http://bari.repubblica.it/cronaca/2010/10/16/news/sarah-8113518/?ref=HREA-1

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