Scazzi: smentite dalla procura e inchieste sulla violazione del segreto istruttorio. Legali si farebbero pagare per andare in tivù

La Procura: Sabrina non c’era
mentre il padre nascondeva il cadavere

TARANTO (28 otttobre) – La Procura avrebbe già scartato l’ipotesi di un coinvolgimento di Sabrina nell’occultamento del cadavere di Sarah: «Non abbiamo elementi per poter sostenere che Sabrina Misseri abbia trasportato il corpo di Sarah Scazzi nel pozzo, né che abbia aiutato il padre a farlo», come qualcuno ha ipotizzato.

Per arrivare a sostenere questo, gli inquirenti si basano sui dati tecnici a disposizione. È vero infatti che alle 15.19 un messaggio di Sabrina ad Ivano Russo farebbe pensare che
la figlia di Misseri si trovasse nell’area di Nardò, ma è altrettanto vero che le attività successive di Sabrina, sempre attraverso il telefono, l’abbiano ricollocata ancora in Avetrana, in un lasso di tempo incompatibile (9-10 minuti) con un viaggio di andata e ritorno nella zona del pozzo-cisterna, situato in un’area di campagna fra Nardò e San Pancrazio Salentina.

La cella telefonica di Nardò. La circostanza secondo cui Sabrina Misseri ha agganciato la cella di Nardò in quell’ora del 26 agosto, per inciso, è servita alla Procura per testare la credibilità dell’indagata nel confronto con Mariangela. Quest’ultima ha sostenuto che in quel momento l’amica si era già unita alla madre Cosima e che lei si era allontanata per raggiungere la sua abitazione. La conferma del fatto che le due amiche si fossero divise è venuta dall’acquisizione dei tabulati relativi alle telefonate di Mariangela.

Le telefonate. A voler spaccare il capello, c’è pure da ricordare cosa abbia effettivamente insospettito gli inquirenti alla fine dello scorso settembre, quando gli stessi ricontrollarono tutti i tabulati telefonici. Come già sottolineato, due chiamate indirizzarono gli investigatori verso la pista giusta: la telefonata di Sabrina al padre, intorno alle 15, e quella di Cosima Misseri al marito, alle 15.25. Rispetto alle due telefonate, il cellulare di Michele Misseri agganciò due celle diverse: rispettivamente quella di Nardò e quella di San Pancrazio.

L’sms inviato a Ivano. Quanto invece a Sabrina, s’è già detto dell’sms inviato ad Ivano Russo in cui l’avvisava che «Sarah è scomparsa». Ma non si può non rilevare come lo stesso cellulare di Sabrina Misseri sia stato particolarmente attivo fra le 15.05 e le 15.40. In tutte le circostanze, tranne che in una, le celle agganciate dal suo telefono sono sempre state quelle di Avetrana.

Le accuse. Sabrina Misseri è in carcere con l’accusa di sequestro di persona e concorso nell’omicidio della cugina. Sarah Scazzi

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Sarah, privacy violata e fughe di notizie
aperte tre inchieste, interviene il Garante
Business di Avetrana, migliaia di euro per interviste e documenti. Un fascicolo aperto in Procura a Taranto. E l’Ordine ascolta i legali coinvolti di FABIO TONACCI e GIULIANO FOSCHINI

AVETRANA – C’è il consulente che chiede ottomila euro per le fotografie del garage dell’orrore. L’avvocato che ne pretende qualche migliaio per essere ospite in televisione. C’è anche l’ex portavoce delle famiglie Scazzi e Misseri che racconta di cifre a quattro zeri pagate per avere interviste, diari e video in esclusiva. Da ieri sul business nato attorno all’omicidio di Sarah Scazzi ci sono soprattutto tre inchieste. Il Garante per la privacy, Francesco Pizzetti, ha chiesto (dopo un esposto del Codacons) spiegazioni a Rai, Rti Mediaset, Sky e Telecom sulla diffusione dei verbali e dei file audio degli interrogatori dei protagonisti del giallo. Il procuratore di Taranto, Franco Sebastio, ha invece aperto un fascicolo per fuga di notizie e ricettazione di atti giudiziari. L’Ordine degli avvocati, infine, oggi ascolterà i tre legali coinvolti della vicenda cercando di capire se davvero siano stati violati i principi deontologici nella gestione di questo caso.

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E proprio da un avvocato, Daniele Galloppa, difensore di Michele Misseri, parte un’inchiesta di RepubblicaTv sul mercato nato ad Avetrana. “Sì – confessa Galoppa ripreso con un telecamera nascosta – mi sono fatto pagare per andare in televisione. Qual è il problema? Lo fanno tutti, non capisco perché non dovrei farlo anche io: alcune trasmissioni pagano, è vero, ma bisogna saperci fare”. Per lui nessun problema di deontologia professionale. “Io sono un professionista – ribatte Galloppa, che oggi dovrà rispondere all’Ordine del comportamento tenuto con la stampa, insieme con i colleghi Vito Russo ed Emilia Velletri – e quella in fin dei conti è una prestazione. Per stare in tv perdo ore di lavoro: se vengo chiamato come ospite esperto, posso essere pagato. Sono tranquillo”. Galloppa non dice quanto incassa, anche se nell’ambiente si parla di cifre intorno ai tremila euro. Certo non si può dire che non ami la televisione: l’avvocato è presenza fissa di Quarto Grado (Rete 4, è ospite il 10, il 15 e il 22 ottobre), ma ha partecipato anche a l’Arena di Domenica in, Matrix, Mattino cinque, la Vita in diretta.
Un po’ meno tranquillo sarà probabilmente il consulente tecnico dell’avvocato Russo: l’uomo, un ingegnere nominato per ricostruire il luogo del delitto, ha chiesto (all’insaputa degli avvocati, giurano loro) prima diecimila e poi ottomila euro all’inviato del Tg2, Valerio Cataldi per le foto del garage dell’orrore. Il giornalista ha registrato tutto e poi ha mandato in onda il servizio. Dopo mezz’ora è stato convocato in procura dal procuratore Sebastio e dall’aggiunto Pietro Argentina dove fino alle tre di notte ha raccontato quello che è accaduto. Dopodiché è scattata la perquisizione a casa del consulente, dove sono state trovate le fotografie proposte. Le stesse, tra l’altro, andate in onda in esclusiva qualche ora prima in un programma Mediaset.

“Anche Cosima e Sabrina sono state lautamente compensate”, si difende, accusando, l’avvocato Galoppa. E una conferma in questo senso arriva da un altro personaggio assai controverso, Valentino Castriota. Per 15 giorni, dopo la scomparsa di Sarah, funge da portavoce della famiglia. Poi viene allontanato proprio da Sabrina Misseri, con l’accusa di essere un “disturbatore televisivo”, modello Paolini. É Castriota però a convincere i calciatori del Lecce a scendere in campo con una maglietta per Sarah, su richiesta della famiglia. É Castriota che organizza la fiaccolata in paese. “Di offerte di denaro per interviste o materiale video esclusivo ne arrivavano tutti i giorni – racconta oggi – per il filmato del viaggio a Roma di Sarah e Sabrina sono arrivate proposte da quattromila euro, per i diari cifre superiori a diecimila euro. Quando non erano soldi, erano promesse di costosi regali”. Claudio, il fratello di Sarah, ha richieste invece più genuine, tenere. “Quando – racconta – ho partecipato a “La vita in diretta” (ndr, poche ore dopo il ritrovamento del cadavere di sua sorella) ho chiesto come compenso di parlare con un esperto di satelliti per capire se era possibile individuare una foto di via Deledda nel momento un cui Sarah è sparita. Per un’altra intervista ho preteso un esperto di telefonia che mi ha spiegato il funzionamento delle celle. Ora voglio costruire una casa di ricovero per cani ad Avetrana, in memoria di Sarah: ecco, se volete un’intervista mi dovete aiutare in questo”. Così spiega Claudio, mentre a pochi metri da casa sua qualcuno ha scritto su un muro: “Avetrana non è Hollywood”.

http://www.repubblica.it/cronaca/2010/10/28/news/avetrana_privacy-8504487/?ref=HREC1-4

http://tv.repubblica.it/copertina/la-famiglia-scazzi-va-in-tv-ma-a-pagamento/55480?video=&ref=HREC1-4

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