Adolescente scomparsa: prevale il movente sessuale

Il mistero di Yara, la chiave nella palestra
Ancora senza esito le ricerche. Setacciati i locali, interrogato il custode. Brembate, secondo gli investigatori il movente sessuale per il momento sembra prevalere
dal nostro inviato DAVIDE CARLUCCI

Brembate Sopra (Bergamo) – È tutto così pulito, puro, armonioso, nel mondo di Yara Gambirasio, la tredicenne scomparsa da sei giorni a Brembate Sopra, in provincia di Bergamo. Gli investigatori cercano qualcuno che abbia voluto per forza sporcare quella purezza. “Il movente sessuale per ora sembra prevalente”, dicono. E guardano al mondo della ginnastica ritmica in cui lei eccelleva, come a uno degli ambiti privilegiati d’indagine.

Campionessa regionale nella sua categoria, vincitrice di due medaglie d’oro, Yara era una ragazza esposta, potenzialmente, a sguardi estranei, anche morbosi, oppure a invidie da parte di altre compagne. Nella seconda ipotesi, finora nulla è emerso, nessun indizio. Quanta gente, invece, abbia potuto notare nei saggi ginnici la promettente atleta, che un giorno, chissà, avrebbe gareggiato a fianco delle “farfalle d’oro” della nazionale italiana, è un interrogativo al quale il pm Letizia Ruggeri vuole dare una risposta. A Pesaro, nella manifestazione “Ginnastica in festa”, o a Desio, in Brianza, dove si allena la squadra campione del mondo – giusto per citare alcuni dei luoghi nei quali si era esibita – o semplicemente durante una qualsiasi delle sue prove alla Polisportiva di Brembate, qualcuno, tra gli spettatori, o nella cerchia degli istruttori, tra i genitori che accompagnano le giovani sportive o fra gli avventori occasionali, può esserne rimasto colpito fino a risultarne ossessionato. Maturando poi il sinistro progetto del sequestro.

Per cominciare, ieri è stato setacciato proprio il centro sportivo di Brembate, il luogo nel quale ieri è stata vista per l’ultima volta. La struttura è stata evacuata per consentire le ricerche ed è stata perquisita anche l’abitazione del custode, sentito poi anche dai carabinieri nella caserma di Ponte San Pietro. La sua posizione è stata approfondita perché è lui che possiede le chiavi del centro e quindi nel caso la ragazza fosse uscita dall’ingresso laterale, verso via dei Caduti dell’Aeronautica, dal lato opposto a casa sua – nella direzione più volte indicata dai cani – solo lui potrebbe aver aperto quel cancello solitamente chiuso. Ma è altrettanto probabile che la ginnasta sia uscita dalla porta principale, che dà in via Locatelli, e da lì si sia diretta nella direzione suggerita dai segugi. Forse seguendo qualcuno di cui si fidava, magari un amico o una persona adulta e conosciuta che le ha offerto un passaggio.

Le indagini dei carabinieri partono proprio dal perimetro tra la palestra e la casa di Yara. Sentono i vicini, ai quali chiedono anche se possiedono telecamere che possano aver filmato i luoghi percorsi dalla ragazza la sera della scomparsa. E valutano anche la testimonianza di una guardia giurata, ritenuta attendibile, che sostiene di aver visto due uomini discutere animatamente nelle vicinanze del centro. Il suo racconto, reso alla Rai e anche ai carabinieri, ha qualche similitudine con quello di Enrico Tironi, che per ora è stato denunciato per falso e procurato allarme ma che comunque, per maggiore sicurezza, potrebbe essere sentito nei prossimi giorni. E sempre per togliersi ogni dubbio, i militari stanno esaminando una lettera anonima che – fra le tante segnalazioni arrivate in questi giorni – sembra dare qualche indicazione più precisa, meritevole di approfondimento.

A rendere difficili le indagini, però, è (oltre alla neve) anche la carenza di spunti dalla vita privata di Yara. Una ragazza tutta votata allo sport. Poco conosciuta in paese dalle coetanee, anche perché frequentava le Orsoline di Bergamasco e non la scuola di Brembate. Non aveva un computer personale e non è stato trovato, finora, nemmeno un diario nel quale fossero riportati i suoi segreti e le sue aspirazioni. “Era amica di mia figlia, la ospitavo spesso a casa – racconta una vicina – ma insieme non facevano altro che danzare, fare capriole e bagni in piscina. O allenarsi per manifestazioni sportive come “Estasport””. La famiglia, cattolicissima: i fratellini di Yara hanno nomi biblici, il padre è stato responsabile del centro ricreativo estivo. E la madre, in questi giorni, respinge con garbo la proposta di organizzare fiaccolate e chiede che piuttosto si preghi. “Faccio un appello, col cuore: chiunque sappia, abbia sentito a o anche solo immagini qualcosa, si faccia avanti e parli”.

http://milano.repubblica.it/cronaca/2010/12/02/news/yara_chiave_della_palestra-9748280/?ref=HREC1-10

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