Sondrio, statistiche: stalking e violenza su donne e bambini aumentati del 100%

Stalking e violenze:
casi in forte crescita

SONDRIO «La dimensione del fenomeno delle violenze intrafamiliari o perpetrate nel recinto dei parenti prossimi o degli amici o dei conoscenti è in aumento e presenta connotati di maggiore gravità». Ne è convinto il procuratore capo Fabio Napoleone che sul tema della violenza e dei maltrattamenti in famiglia ha relazionato nel fine settimana al convegno organizzato a Bormio dai medici psichiatri e che anche quest’anno è divenuto occasione per fare una statistica sui casi registrati in Valle. Casi in aumento quasi del 100%, visto che si è passato dalle 90 notizie di reato nel 2006 alle 170 dello scorso anno.

Le violenze sessuali sono di poco aumentate negli ultimi anni mentre gli episodi di stalking sono stati ben 61. Prima del febbraio del 2009 in Italia si doveva procedere denunciando il persecutore per “molestia o disturbo delle persone”, “ingiuria”, “violenza privata” e “minaccia”, tutti reati che nello stalking sono ben riassunti e contemplati.
Pochi dati, quelli snocciolati dal procuratore capo, ma più che eloquenti per capire e far capire che qualcosa – in provincia – si sta muovendo, perché le donne o comunque le vittime, trovano sempre più il coraggio di parlare e soprattutto di denunciare.
«Occorre una visione di insieme – ha spiegato Napoleone ai medici riuniti a Bormio -, perché il genere di violenze maturate all’interno dell’ambiente domestico costituisce un sistema poliedrico e complesso il cui inquadramento giuridico appare molto variegato. Minacce, maltrattamenti fisici e psicologici, atteggiamenti persecutori, abusi sessuali, sopraffazioni, intimidazioni, svalorizzazioni e pressioni economiche».
E ancora: «In quelle minime percentuali di casi in cui la vittima si induce a far affiorare la propria dolorosa vicenda, tutte le forze in campo devono impegnarsi in forme di protezione della loro estrema vulnerabilità. Insieme all’autorità giudiziaria è doveroso coinvolgere tutte le forze di polizia, i servizi sociali, l’asl, le associazione e i centri antiviolenza. Tutti – ha concluso Napoleone -, con un principale nemico da contrastare con il massimo dello sforzo: la vittima».
E la procura di Sondrio si è mostrata negli ultimi anni sempre più sensibile al tema, tanto da dedicare un pool composto da donne magistrato che si occupano prevalentemente proprio di reati a sfondo sessuale e di stalking. Il procuratore Napoleone ha dato merito alla stampa di aver contribuito con la sua azione a diffondere una maggiore “cultura”. Perché di questo – anche – si tratta, e non a caso molti degli arrestati per stalking hanno addirittura candidamente ammesso di ritenere “normale” il loro atteggiamento persecutorio, giustificandolo con il «troppo amore». Certo, più che gli articoli sui giornali a fare storia sono le decisioni prese in tribunale. A volte esemplari con condanne che non lasciano spazio a repliche, a volte con richieste da parte dell’accusa un po’ troppo timide e che per fortuna vengono corrette dai giudici. È il caso dell’uomo che legava il figlio al letto mentre faceva sesso con l’amante e condannato la scorsa settimana: il pm ha chiesto un anno, il giudice Buzi ne ha sentenziati tre. E poi c’è il caso del pedofilo condannato a 10 anni di reclusione nel gennaio scorso dal gip Carlo Camnasio per il quale non è mai neppure stata richiesta una misura cautelare in carcere, con grande disappunto della famiglia dei due ragazzini abusati dall’orco.

http://www.laprovinciadisondrio.it/stories/Cronaca/196895_stalking_e_violenze_casi_in_forte_crescita/

Questa voce è stata pubblicata in Statistiche, Violenza Domestica, Violenza maschile. Contrassegna il permalink.