Pescara – Cronaca – “Cercavo sangue volevo ascoltare il suono della morte”
Uccide la madre, l’omicidio anticipato in un video
– Uccide la madre con cinque coltellate. L’omicidio era stato anticipato un anno prima in un video su Youtube.
Il ragazzo, Valentino Di Nunzio, 27 anni, residente a Manoppello, domenica scorsa ha ucciso la madre, Mariateresa Di Gianberardino, una casalinga di 55 anni.
Secondo le prime ricostruzioni, avrebbe ucciso la donna con cinque coltellate, di cui l’ultima, fatale, alla gola.
Fermato dai carabinieri il ragazzo ha confessato. “Sono stato io. Ho ucciso mia madre, mi ha fatto arrabbiare”.
E poi la scoperta. Un video inquietante, un cortometraggio intitolato “La dodicesima vittima”, risalente al marzo del 2010, dove il giovane, attore e narratore, annuncia di voler commettere un omicidio. “Cercavo sangue – dice nel video – volevo ascoltare il suono della morte“.
Parole agghiaccianti quelle del giovane. “Mi sentivo un dio castigatore, avevo il sangue alla bocca, quanto basta per uccidere”.
E prosegue. “E’ pazzesco come le persone riescano a pensare che un assassino sia qualcosa di lontano da loro. E invece no, io c’ero sempre stato. Comunque era tempo di muoversi, dovevo soddisfare il mio istinto di uccidere. Cercavo sangue e volevo ascoltare il suono della morte“.
Il ragazzo, come ha spiegato il suo legale ai carabinieri, sarebbe in cura da uno psichiatra dal 2006.
Anche il medico è stato ascoltato e avrebbe confermato il grave stato di salute mentale del giovane, che sarebbe afflitto da una sindrome psicotica.
Valentino adesso è in carcere.
http://www.corriere2000.it/2011/09/uccide-la-madre-lomicidio-anticipato-in-un-video/
—
Uccide madre a coltellate, nei video su Youtube: cercavo sangue
Il 27enne arrestato a Pescara interpretava la parte del killer, in compagnia di amici e familiari
Roma, 27 set. (TMNews) – “Cercavo sangue”, così interpretava un killer un un video postato su Youtube un anno e mezzo fa il 27enne Valentino di Nunzio, con problemi psichici, arrestato a Pescara dopo aver ucciso la madre a coltellate. Ora quelle frasi, scritte per un thriller amatoriale, fanno venire i brividi, come un lontano presagio. I video sono tre, il primo “La dodicesima vittima”, postato il 29 marzo 2010, poi altri due, “Il killer dell’ascia”, parte prima e seconda, postati il 4 e il 5 giugno 2011. Nei video il ragazzo arrestato interpreta un killer, sua la sceneggiatura, e l’idea, insieme ad un amico, che ne è il regista, e nei cortometraggi partecipano anche il padre e il cugino.
“La pazzia è vera, vera come la morte”, “Mi sentivo un dio castigatore, avevo il sangue alla bocca, quanto basta per uccidere e nel mio giardino c’è sempre carne fresca da macellare”. “Volevo un pollo da sgozzare”, “dovevo soddisfare il mio istinto ad uccidere cercavo sangue, volevo ascoltare il suono della morte, il grido disperato di qualcuno che per tutti è soltanto un innocente”. “Tutti sono buoni a fare nascere qualcuno, ma a uccidere no, è lì che ti senti vivo, quando diventi carnefice”. I video – spiegano i carabinieri – è agli atti, il magistrato li ha acquisiti, sono da valutare, ma al momento non hanno alcuna rilevanza: il giovane infatti era inscritto ad una compagnia teatrale a Pescara, e coltivava la sua passione anche con gli amici, i parenti, da qui il thriller amatoriale, dove partecipano anche i suoi familiari. Nei video non c’è alcuna scena cruenta, alcun riferimento ai genitori, o alla dinamica di ciò che poi in realtà è successo.
Così i carabinieri hanno ricostruito quello che è accaduto: domenica pomeriggio di Nunzio era a casa dei cugini, a Manoppello Scalo, e improvvisamente dice “esco e torno subito”. Va a casa dei genitori, con i quali viveva, un’abitazione a 300 metri da quella dei cugini. Entra, rovista in cucina. La madre, Maria Teresa, casalinga di 55 anni, sta riposando, lo sente, scende in cucina. Lui ha un coltello in mano. C’è una colluttazione, calci, pugni, un colpo anche alla testa, poi le coltellate all’addome, alla schiena e alla gola. La donna fa in tempo a gridare aiuto, i vicini sentono e allarmati chiamano il 112. I carabinieri arrivano subito, il 27enene resta in silenzio, non vuole aprire la porta, poi cede e fa entrare i militari: “Ho ucciso mia madre”, dice. Il corpo della donna è lì, vicino a lui. Senza vita.
Portato in caserma, è quasi impassibile, ma presente a se stesso, risponde, chiede di vedere il padre, che nel frattempo è arrivato. Rilascia sommarie informazioni, alla presenza del suo difensore di fiducia, e confessa. “Mi sentivo soffocare” avrebbe detto, soffocare dalla premura dei genitori che lo seguivano a causa della sua malattia. “Sindrome psicotica”, con questa diagnosi infatti il 27enne era in cura dal 2006, era seguito, farmaci e sedute con lo psicologo. Alternava momenti di euforia a depressione, ma mai era stato aggressivo, mai aveva avuto atteggiamenti violenti, verso se stesso o gli altri. Lo assicura il medico, gli amici, i parenti, i vicini, anche i carabinieri sottolineano che non erano mai intervenuti in quella casa, per una lite o qualcosa di simile. Un famiglia tranquilla. Nessuna lite ha preceduto la tragedia, né quel giorno, né i giorni precedenti. Cosa sia successo domenica resta chiuso nella sua mente.
Dopo i titoli di coda, anche i video di Valentino – che non hanno tardato a scatenare polemiche contro chi “Non ha visto”, “Non si è accorto” – portano impresso il classico “ogni riferimento a persone o avvenimenti realmente esistenti è puramente casuale”. Eppure, forse fra tutte, colpisce una frase che il killer recita nel suo dialogo con se stesso: “E’ pazzesco come le persone riescano a pensare che l’assassino sia qualcosa di lontano da loro, e invece io c’ero sempre stato”.
http://www.tmnews.it/web/sezioni/top10/20110927_153220.shtml